L'antenna J-pole, fu inventata per la prima volta da Hans Beggerow nel 1909, per essere utilizzata nei dirigibili Zeppelin.
Consisteva in un singolo elemento, un radiatore lungo mezza onda (lambda/mezzi) con un moncone di sintonizzazione della linea di alimentazione parallela, a un quarto d'onda.
Questo concetto si è evoluto alla configurazione J attuale, che è anche in versione bi-banda VHF/UHF; quella che si è realizzata.
Molto leggera e versatile, da balcone o da tetto. Permette anche di collegare i satelliti LEO, ad orbita bassa; e persino di collegare la ISS in APRS.
Sul web si trovano molte versioni e sistemi di uso della J-pole. Quella che si è scelta, è una rivisitazione dell'inserimento del radiatore con un cilindro di PE. Adeguatamente forato e coassiale per trattenere l'elemento di alluminio, e fissare l'SO-239 mediante un cimino di file di rame rigido, fermati con un grano; nel foro filettato trasversalmente del radiatore. Per rinforzare la struttura si è messo un rettangolino di pvc all'estremità del radiatore; si è forato con interasse di 114 mm. Si è poi fissato sul posto con del silicone.
Nella FIGURA 1 si trovano le dimensioni, espresse in mm, usate per la costruzione di questa antenna J Pole bibanda.
E' possibile, in teoria, allungare l'elemento piu lungo, con 5/8 della lunghezza dell'onda prescelta; mediante la giunta, di un pezzetto di tondino, con una vite filettata, nel tubo di alluminio. Ma in questo caso si otterrebbero solo 5/8 nella banda vhf. Comportamento tutto da testare, per verificare come risuona nelle due bande.
Il ROS è buono e la larghezza di banda è molto ampia. Molto adatta a traffico locale sia in V che in U.
Unica pecca/pregio di dovere inserire un duplexer se si hanno due radio od una radio con due uscite indipendenti V e U; che ne abbassa leggermente il guadagno, di per se gia pari a 0 db. Il lobo i radiazione risulta pressoché circolare.