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STELLE
Osservandole
in una notte serena si possono vedere come migliaia di puntini
luminosi, diversi per luminosità, colore e dimensione,
che appaiono come stampati su di un'unica superficie, a formare
le piu' svariate forme. Per
comodità infatti, sin dai tempi antichi, le stelle sono
state suddivise in gruppi, comprendenti tutte quelle che occupano
zone adiacenti del cielo, in modo da formare delle figure a cui
si è dato il nome di costellazioni.
Queste
sono formate dalle piu' luminose, le quali nell'ambito delle stesse
raffigurazioni stellate, vengono chiamate secondo il sistema introdotto
da Bayer, ossia con le lettere dell'alfabeto greco, a partire
dalla piu' brillante, indicata come alfa. A queste si accompagna
anche il nome latino della costellazione.
Nella
realtà invece, esse sono distanti fra di loro a volte anche
miliardi di anni luce, occupando zone contigue del cielo solo
per effetto prospettico.
BETELGEUSE (foto
NASA-HubbleSpaceTelescope)
Apparentemente
ferme, si sono meritate nel corso dei secoli, l'appellativo di fisse, per distinguerle dai pianeti che regolarmente variano
la propria posizione celeste. In
effetti esse, al pari di tutti gli altri corpi, si muovono, ma
in maniera talmente lenta che per notare degli spostamenti bisogna
attendere millenni. Per
distinguerlo da tutti gli altri movimenti, che sono apparenti,
esso è denominato moto proprio. Questo
perchè, a differenza dei pianeti, si trovano ad una distanza
talmente grande da rendere l'angolo che deriva dallo spostamento
impercettibile. Ogni stella si distingue inoltre in base alla magnitudine
relativa (luminosità apparente), una scala di valori
centrata sullo zero corrispondente al valore di Vega e con i valori
piu' alti espressi con numeri negativi.
Così
avremo il Sole, l'astro piu' luminoso, a -26, la Luna a -13, il
pianeta Venere con valori oscillanti intorno a -4, Giove e Marte
circa -2 e poi a scalare tutte gli altri astri.
Le
10 piu' luminose
Nome |
Costellazione |
Distanza |
Magnitudine |
Sirio |
Cane
maggiore |
8.6 |
-1,4 |
Canopo |
Carena |
312 |
-0,7 |
Rigil
Kentaurus |
Centauro |
4,4 |
-0,2 |
Arturo |
Bifolco |
36,7 |
-0,1 |
Vega |
Lira |
25,3 |
0 |
Capella |
Auriga |
42,2 |
0,08 |
Rigel |
Orione |
773 |
0,1 |
Procione |
Gemelli |
11,4 |
0,3 |
Achernar |
Eridano |
144 |
0,4 |
Betelgeuse |
Orione |
427 |
0,5 |
La
differenza fra le prime e le ultime, intorno alla venticinquesima
magnitudine, è di circa 1 a 500, vale a dire che le stelle
di prima magnitudine sono 500 volte piu' luminose di quelle dell'ultima
classe.
Un'attenta
valutazione va posta dunque alle distanze, che se non correttamente
valutate possono portare a risultati errati. Infatti il Sole,
la stella piu' vicina a noi, dista in media 149,5 milioni di chilometri,
mentre la sua luce impiega 8 minuti a raggiungerci. Allora il
nostro astro ci sembrerà ben piu' grande di altri, che
invece vediamo come dei puntini, perchè lontani milioni
di volte tanto.
Per
ovviare a questo problema si usa allora la magnitudine assoluta
(luminosità effettiva), ossia si considerano i corpi stellari
come posti tutti alla stessa distanza, fissata per convenzione
in 10 parsec, che equivalgono a circa 32 anni luce.
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Le
10 piu' vicine
Nome |
Costellazione |
Distanza
(A.L.) |
Magnitudine |
Proxima
Centauri |
Centauro |
4,2 |
10 |
Rigil
Kentaurus |
Centauro |
4,4 |
0,2 |
Stella
di Barnard |
Ofiuco |
5,9 |
9,5 |
Wolf
359 |
Leone |
7,8 |
13,5 |
Lalande
21185 |
Orsa
maggiore |
8,3 |
7,5 |
Luyten
726 |
Balena |
8,4 |
12,5 |
Sirio |
Cane
maggiore |
8,6 |
-1,4 |
Ross
154 |
Sagittario |
9,5 |
10,5 |
Ross
248 |
Andromeda |
10,3 |
12,2 |
Epsilon
Eridani |
Eridano |
10,5 |
3,7 |
Per
risalire alla distanza stellare, un metodo molto usato è quello
che sfrutta il fenomeno della parallasse annua ed il raggio
dell'orbita terrestre, 1 unità astronomica (U.A.). Infatti,
considerando il nostro pianeta in un punto qualsiasi dell'orbita,
e puntando da esso un astro x, dopo sei mesi, quando la Terra
sarà in un punto esattamente opposto, si vedrà lo stesso astro
spostato sullo sfondo celeste di un angolo che sarà tanto piu'
piccolo quanto esso sarà distante da noi.
Misurando dunque l'entità di tale angolo, e conoscendo il raggio
dell'orbita terrestre, 1 U.A., dalla trigonometria avremo la
distanza D=1: tgA espressa in parsec.
Tuttavia
per quelle piu' lontane, essendo l'angolo risultante talmente
piccolo da non poter essere misurato, si usano altri metodi come
quello spettroscopico o quello delle cefeidi. Il primo consiste
nello scomporre la luce della stella nelle sue componenti
fondamentali, facendola passare attraverso un prisma.
Analizzandole si notano le bande colorate dello spettro che sono
separate da righe oscure.
Quest'ultime non sono altro che assorbimenti da parte dei gas che
compongono il corpo stellare. Da esse è dunque facile risalire
alla composizione chimica dell'astro ed alla sua luminosità
effettiva, e quindi alla magnitudine assoluta, che posta a
confronta con quella apparente ci darà la distanza.
Spesso per calcolare quest'ultima si ricorre anche alle cefeidi,
da Delta Cephei, la prima stella con queste proprietà ad essere
stata scoperta. Queste hanno la caratteristica di variare in modo
regolare la loro luminosità secondo un periodo ben determinato
che è direttamente proporzionale alla stessa intensità luminosa.
Dunque piu' lungo è questo periodo, maggiore sarà la magnitudine
assoluta che posta al confronto con quella apparente ci darà la
distanza dell'astro.
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