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Linux - News
Lindows diventa Lin---s, ovvero Lindash.
Per ovviare ai divieti giunti in alcuni paesi circa l'uso del nome Lindows, il noto sistema operativo open source varierà provocatoriamente il nome cancellando alcune lettere strategiche e trasformandolo in "Lin---s" (da pronunciarsi Lindash).
Con l'ironia ormai consona in casa Lindows, arriva comunicazione del nuovo nome che il sistema operativo assumerà se una sentenza contraria gli imporrà di diversificare il proprio nome dal "protetto" Windows. In alcuni paesi infatti la giurisprudenza ha preferito proteggere il trademark Microsoft ignorando il fatto che la parola "Windows" è di uso comune, traendo come conseguenza che "Lindows" è un nome troppo simile. Ergo, da vietare.
Il nuovo nome che affiancherà Lindows sarà Lin---s (da pronunciarsi "Lindash"). Sul nuovo sito
 un disegno raffigurante il classico "gioco dell'impiccato" rappresenta le lettere scartate dal virtuale giocatore e il risultato finale è impossibile da sbagliarsi: Lindash altro non è se non Lindows. All'ironia si aggiunge infine il tratto pungente affiorante dalle parole del CEO Michael Robertson: «Togliendo 3 lettere dal nome del prodotto, non si creerà più alcuna confusione circa il supposto trademark Microsoft sulla parola "Windows" [...] Ogni azione contro il nuovo "Lin---s" sarebbe dunque un tentativo non di proteggere un marchio ma di eliminare la concorrenza per mantenere il monopolio».


Linux, tre falle in soli due mesi
Tre falle in due mesi, questo il problematico inizio del 2004 per la comunità Open Source. Da iSEC arriva infatti segnalazione di una nuova falla riscontrata in Linux: una errata gestione della memoria permette infatti la creazione di un "super-user". Per i più maligni tre indizi costituiscono una prova. Ma questa non sarebbe una buona notizia, visto che per Linux in questo 2004 è già stata scovata la terza falla nel kernel. Arriva infatti segnalazione del terzo bug, identificato come "critico", per il quale sono già disponibili le patch risolutive. La falla, scoperta dalla iSEC Security Research, coinvolge per la seconda volta in Febbraio il cosiddetto "mremap(2) system call" e trova la sua causa in una errata gestione della memoria: un mancato controllo permette il ritorno di un numero non interpretabile e il problema evolve poi in una catena di concause in grado di mettere in pericolo il sistema.

Una delle principali conseguenze della falla è la possibilità di eseguire un exploit in grado di creare un "super-user" avente permessi tali per cui, secondo iSEC, in una scala da 1 a 10 il pericolo va identificato con gravità 10. iSEC sottolinea inoltre il pericolo di un attacco di tipo Denial-of-Service.
Coinvolti dalla scoperta i kernel 2.2, 2.4 e 2.6, per i quali sono già disponibili gli update. Già disponibili anche gli aggiornamenti per i principali vendor (Red Hat, Novell, Debian).
Facile prevedere ora una lunga coda di discussioni, più o meno tecniche, sulla vicenda: da parte Microsoft c'è un debito di accuse da restituire, mentre dalla parte dell'Open Source si è già scatenata una strenua difesa mirata sottolineare la miglior gestione dei problemi emergenti e il minor impatto degli stessi sull'utenza.


 



La Francia punta all'open source
L'Agenzia francese per lo sviluppo dell'e-government punta a far migrare verso un ambiente open source parte delle Pubbliche amministrazioni d'oltralpe con l'obiettivo di ristabilire un principio di concorrenza nei confronti di Microsoft...
Il responsabile dell'e-government per il governo francese, Jacques Sauret, punta a un passaggio moderato verso un ambiente open source della Pubblica amministrazione (PA) per ristabilire un principio di concorrenza nei confronti di Microsoft. Il governo intende far migrare circa il 15% dei personal computer della PA verso sistemi aperti
L'obiettivo di questa operazione non è sconfiggere Microsoft, i cui programmi sono adottati dal 99% dei pc delle amministrazioni coinvolte, ma di "ristabilire la concorrenza", ha precisato Sauret, che però non ha fornito scadenze precise. "Le diverse amministrazioni devono dotarsi di competenze in materia di postazioni di lavoro open source", conferma l'agenzia governativa. Viene quindi previsto un budget per la formazione per imparare a utilizzare non più i prodotti Microsoft, ma quelli derivati dal mondo del software libero. Il parco informatico dei ministeri e di altre amministrazioni statali francesi è di circa 600 mila postazioni.
Queste dichiarazioni vengono dopo l'annuncio del piano strategico del governo francese per lo sviluppo dell'e-government, presentato recentemente dal primo ministro e battezzato Adele. Il piano ha un budget di 1,8 miliardi di euro destinato a finanziare 140 progetti, di cui tre legati all'open source.In particolare la misura 130, intitolata "Migrazione delle postazioni di lavoro" disciplina, come indica il nome, l'evoluzione che dovranno subire i pc utilizzati nelle PA d'oltralpe e soprattutto i software di cui sono dotati. "Attualmente la fornitura di questi software è in grandissima parte in mano a un editore con posizione dominante che impone la propria ottica e i propri prezzi", si legge nella nota del progetto. "Tuttavia, ora soluzioni alternative sono fattibili e affidabili. Verrà avviato pertanto uno studio allo scopo, da una parte, di raccogliere e valutare le sperimentazioni realizzate o ancora in corso e, dall'altra, di fornire un contributo alla migrazione tramite una guida". Il progetto dispone di un budget di 600 mila euro.
Il ministero di Sauret, inoltre, è responsabile dei progetti 127 e 128, che mirano a elaborare "un insieme di norme giuridiche che permettano la costituzione di una base di software riutilizzabili liberamente", in particolare definendo le "licenze conformi a questi principi". Perciò l'agenzia governativa dovrà curare la realizzazione di una "piattaforma collaborativa dei servizi destinati agli enti pubblici" che "miri allo sviluppo dei componenti software riutilizzabili". Anche questi due progetti sono dotati di un budget totale di 600 mila euro.


Red Hat collauda il kernel 2.6
Con la comunità di sviluppo del Fedora Project, Red Hat ha iniziato il test pubblico di una delle prime distribuzioni di Linux a sposare il nuovo kernel 2.6. La versione finale arriverà in primavera
16/02/04 - News - New York (USA) - La scorsa settimana la comunità di sviluppatori del Fedora Project ha rilasciato la prima versione beta della prossima versione del proprio sistema operativo, la Core 2, che ha al suo cuore il giovanissimo kernel 2.6 di Linux. La distribuzione Fedora, nata lo scorso anno sulle ceneri della versione consumer di Red Hat Linux, rappresenta un banco di prova privilegiato non solo per la comunità di Linux, ma anche per lo stesso supporter del progetto, Red Hat, che ha qui occasione di sperimentare le più recenti tecnologie sviluppate in seno al team di sviluppo del kernel di Linux e ad altri progetti open source.
La prima versione test di Fedora Core 2, scaricabile
da qui, è stata rilasciata per testare approfonditamente, oltre al nuovo kernel di Linux, la nuova versione 3.2 di KDE e la versione di sviluppo 2.5 di GNOME.
Il rilascio della prossima beta di Fedora, la Core 2 test2, è stato pianificato per l'8 marzo, mentre la test3 dovrebbe fare capolino a venti giorni di distanza. La release finale, attesa per il 19 aprile, sarà una delle prime distribuzioni di Linux a dare il kernel 2.6 in pasto al grande pubblico.
Lo scorso dicembre Red Hat ha fatto sapere che rilascerà il primo sistema operativo basato sul nuovo kernel 2.6, Red Hat Enterprise Linux 4, durante il 2005.



                                   
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