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ASTEROIDI
Gli
asteroidi sono dei corpi molto piccoli, almeno in confronto alle
dimensioni dei pianeti, e per questo sono stati individuati solo
negli ultimi due secoli. Chiamati anche pianetini, occupano
un'orbita compresa fra Marte e Giove, detta fascia asteroidale,
dove secondo la legge di Titius-Bode, alla distanza di circa
3 UA, doveva trovarsi un pianeta. E' probabile dunque che possano
aver avuto origine da un corpo planetario che si sia disgregato
o da uno che non sia riuscito ad aggregarsi.
Hanno
un aspetto molto irregolare, che li fà assomigliare a giganteschi
sassi dalle dimensioni allungate, ed un diametro massimo di qualche
migliaio di km.

Ida e Gaspra (
foto NASA-NSSDC )
Il
primo asteroide scoperto è stato Cerere nel 1801
per opera del monaco palermitano Giuseppe
Piazzi, a cui
seguirono Pallade, Giunone e Vesta. Successivamente ne sono stati
individuati altre migliaia facendo così sorgere il problema
di una loro catalogazione. Si è deciso allora di indicare
quelli maggiori con un nome proprio ed un numero corrispondente
all'ordine della loro scoperta: 1 Ceres, 2 Pallas, 3 Juno, 4 Vesta,
....
Suscitano un particolare interesse vista la loro potenziale pericolosità
per il nostro pianeta, dato che le loro traiettorie, spesso molto
irregolari, intersecano a volte l'orbita terrestre anche a causa
di perturbazioni derivanti da passaggi in prossimità delle
grandi masse planetarie.

Gaspra con i 2
satelliti di Marte (in basso) - foto NASA-NSSDC
Non
tutti sono situati oltre Marte. Ve ne sono infatti alcuni, come
quelli denominati Troiani, che si sono sistemati sull'orbita
di Giove e dividendosi in due gruppi precedono e seguono il gigante
di 60 gradi.
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A questi se ne aggiungono altri come
Hidalgo
(una ex cometa), i N.E.A.
(Near Earth Asteroids) che comprendono
invece quei corpi vicini alla Terra, i Centauri
(fra cui Chirone) che orbitano fra Saturno e Nettuno, ed infine
al di là dell'orbita di quest'ultimo i Transnettuniani.

Anch'essi, come i pianeti, ruotano attorno ad un asse con un periodo
che raramente supera il giorno terrestre e, non avendo una struttura
simmetrica, in alcuni casi lungo l'asse polare ed in altri su
quello equatoriale. Da
questo ne deriva che la loro luminosità, varia in funzione
della superficie rivolta verso il Sole, raggiungendo un massimo
od un minimo valore a seconda che mostrino rispettivamente la
zona equatoriale o quella polare.
Analizzando questa loro caratteristica è possibile risalire
al periodo di rotazione nonchè alla loro struttura.
Essendo
inoltre soggetti alla forza di gravitazione universale, percorrono
orbite ellittiche e, considerando le loro minime dimensioni, sono
osservabili esclusivamente con strumenti ottici e nel periodo
piu' favorevole quando sono, relativamente al nostro pianeta,
all'opposizione ossia nella direzione opposta a quella del Sole.
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