|
ANTICA
Con
i Greci iniziò la scissione dell'astronomia dall'astrologia,
infatti essi acquisendo tutto il sapere del mondo orientale, e
quindi dei popoli della Mesopotamia, lo coniugarono al loro sapere
filosofico. Capire
la natura ed i suoi eventi con il ragionamento (logos) e non piu'
con il mito era il loro credo.
Fiorirono
così le prime teorie con Talete,
Anassimandro
ed Anassimene
che vedevano la Terra come una zattera
galleggiante e piatta, al centro di un sistema che comprendeva
tutti gli astri del cielo, Sole, pianeti e stelle, in perpetuo
movimento attorno ad essa.

La
sfericità della Terra al centro dell'universo fu invece
teorizzata da Pitagora, intorno al 500
A.C., mentre con Anassagora venne introdotto il concetto di etere come materia
universale. Intanto si elaboravano anche le prime teorie omocentriche
con Platone, ad esempio, che ponevano l'uomo e la Terra
come centro e fine di tutte le cose e con i pianeti, il Sole,
la Luna e tutti gli altri corpi celesti che orbitavano attorno
ad essa, immobile e sferica al centro di tutto lo spazio universale.
Eudosso invece iniziò uno studio delle costellazioni
e propose un modello dell'universo basato su di un sistema di
sfere concentriche, centrate sulla Terra, attorno alla quale ruotavano
tutti gli altri corpi celesti.
Era
un sistema che finalmente riusciva a spiegare i fenomeni derivanti
dal moto della Terra, ossia i movimenti apparenti del cielo e
dei pianeti.

Intorno al 300 A.C. Aristarco propose la prima teoria
eliocentrica, 1800 anni prima di Copernico, anche se essa era
ancora improntata sul classico sistema di sfere. Inoltre egli
tentò per primo di misurare le distanze fra la Terra e
la Luna ed il Sole. Nel
campo delle misurazioni astronomiche chi eccelse fu Eratostene
che ad Alessandria d'Egitto si adoperò per misurare l'inclinazione
dell'eclittica, la lunghezza del meridiano terrestre nonchè
la distanza fra la Terra e la Luna.
Anche Aristotele diede il suo contributo con un modello di universo
sferico, finito e centrato sul nostro pianeta. Esso era basato
ancora una volta sul sistema di sfere concentriche con la caratteristica
che ogni elemento tendeva alla sfera di cui faceva parte. Così
il fumo saliva in alto, verso la sfera dell'aria, mentre i gravi
cadevano in basso verso la sfera della Terra.
|
|
Ipparco
invece inventò il primo strumento astronomico di cui si
ha menzione, la diottria, con la quale misurò la
posizione delle stelle. Egli è stato anche lo scopritore
del fenomeno della precessione degli equinozi ed uno dei primi
astronomi a redigere un completo atlante stellare con la catalogazione
di circa un migliaio di stelle, distinte per grado di magnitudine,
e rintracciabili per mezzo di coordinate astronomiche. Quantificò
inoltre i valori dell'anno siderale e di quello tropico.
Il
sapere astronomico dei greci ormai era ai massimi livelli nella
conoscenza del cielo, ma veniva quasi esclusivamente esercitato
in Egitto dove nel 332 A.C. Alessandro Magno aveva fatto costruire
la famosa biblioteca che aveva reso Alessandria d'Egitto il centro
culturale di quell'epoca.
Qui
lavorò uno dei piu' grandi astronomi dell'antichità
Tolomeo che, autore
dell'Almagesto, riuni' in esso tutto il sapere astronomico
antico, oltre al primo catalogo di tutte le 48 costellazioni sino
ad allora conosciute che, a parte qualche piccola variazione,
esistono ancora oggi.
Perfezionò
inoltre il sistema di universo, che rimase fino a Copernico quello
piu' accreditato, ipotizzando la Terra immobile al centro, ed
il Sole, la Luna ed i 5 pianeti sino ad allora conosciuti, come
orbitanti attorno ad essa a distanze diverse.
Intanto
nel continente americano, precisamente nel centro America, fiorivano
le culture dei Maya, che si distinsero anch'essi nello studio
dell'astronomia. Prova ne sono gli enormi monumenti ed edifici,
adibiti all'osservazione, che gli studiosi hanno scoperto avere
allineamenti astronomici. Elaborarono inoltre un calendario basato
sul Sole e sul pianeta Venere ed eccelsero nelle predizioni dei
fenomeni celesti. Toccando
quasi marginalmente i romani, i quali si limitarono ad importare
le conoscenze dei greci, lo studio dell'astronomia con l'arrivo
del medioevo si assopiva nei paesi mediterranei, mentre parallelamente
cresceva fra gli arabi.
Essi
con la conquista dell'Egitto, Alessandria cadde in mano agli Arabi
nel 642 D.C., integrarono le proprie conoscenze con quelle sino
ad allora raccolte dal grande Tolomeo. Il nome dell'opera dell'astronomo
greco lo si deve proprio agli studiosi arabi che lo tradussero
nella loro lingua in Al maghiste, che poi hanno tramandato alla
nostra cultura. Si devono a loro inoltre anche l'introduzione
di alcuni strumenti come l'astrolabio e la bussola e la denominazione
di parecchie stelle che ancor'oggi portano i nomi originari.
Con
la dominazione araba in Spagna, dopo il medioevo, l'astronomia
si riveste di nuovi fasti. Infatti è qui che vennero stilate
nel tredicesimo secolo, sotto re Alfonso di Castiglia, le
Tavole
Alfonsine, uno dei testi piu' studiati e consultati in tutta
l'Europa del tardo medioevo.
Moderna
|