Amateur Radio Station
Vai ai contenuti

Menu principale:

Adolfo Brocchetelli

Memorie di un marconista





     

 

Breve storia dei radiotelegrafisti        
a cura di Adolfo Brochetelli  IK1DQW


I radiotelegrafisti, detti anche Marconisti, hanno avuto il battesimo della loro categoria con lo scocco della prima scintilla ad opera di Guglielmo Marconi.
La loro fine e' stata decretata con l’introduzione delle stazioni automatiche GMDSS, imposte più da motivi finanziari che tecnologici e di sicurezza per la salvaguardia della vita in mare dei marittimi
I primi RT erano di formazione prettamente della Compagnia Marconi e il loro sviluppo avvenne principalmente in Gran Bretagna.
In Italia, la formazione gli RT era esclusivamente militare, ed avveniva presso le scuole del Varignano e di Cadimare nel bellissimo golfo di La Spezia.
Golfo in cui Marconi , grazie alla cooperazione della Marina Militare, sviluppò il suo sistema di telecomunicazione.
L'Arsenale Militare di La Spezia proseguì in seguito autonomamente gli esperimenti e diede un contributo determinante allo sviluppo della radiotelegrafia in Italia.
I Marconisti fecero la loro comparsa nel mondo commerciale marittimo quando gli armatori si resero conto che la radio, oltre alla funzione di sicurezza, permetteva loro di comunicare con la nave ricevendo notizie sulla sua posizione, impartendo ordini relativi alle quantità e destinazioni del carico, primaria fonte di guadagno.
Storicamente quasi tutti gli Stati negli agli anni immediatamente successivi alla tragedia del Titanic, dettero vita ad una organizzazione mondiale delle TLC, promulgando così le prime leggi sull'addestramento del personale impiegato in stazione radio e sugli apparati radio che ogni nave doveva essere dotata, diventata poi la UIT che emana le famose normative, insieme all’odierna IMO ( International Marittime Organization).
E' da notare che le prime stazione radio mercantili fin verso la metà degli anni 30 erano dotate di trasmettitori a scintilla e ricevitori a reazione.
Più tardi grazie all’ opera sia dei militari e dei radioamatori che di altre Compagnie, che si erano messe in concorrenza con la stessa Marconi Corporation Ltd , ci fu un notevole sviluppo tecnologico che portò alla obsolescenza del sistema a scintilla.
L' avvento delle nuove tecnologie comportò un problema molto sentito dagli armatori privati a causa del notevole esborso monetario necessario per l'adeguamento delle stazioni radio di bordo.
Fu così che qualche Marconista, agli inizi degli anni 50, imbarcando si ritrovò ancora con trasmettitori a scintilla.
I primi grandi apparati furono i Marconi OceanSpan, erogavano una potenza di 100 Watt e operavano sia in onde medie che in onde corte. Tali apparati, insieme agli RCA americani, furono le pietre miliari delle telecomunicazioni marittime, seguiti poi dagli Allocchio e Bacchini italiani.

Bisogna sempre ricordare che , grazie alle leggi firmate da tutti gli stati che dettero vita alla UIT , la frequenza di 500 KHz (onde medie) fu designata quale frequenza di soccorso e di chiamata e in cui tutti i marconisti dovevano fare ascolto nel periodo di guardia.
Quando l’operatore non era di servizio, un apparato denominato autoallarme, perennemente sintonizzato sulla 500 KHz lo sostituiva.
Grazie a questa decisione della UIT, moltissime vite umane sono state salvate in tutti i mari del mondo, anche grazie al fatto che la nave doveva essere dotata di due trasmettitori ad onde medie.
Il secondo trasmettitore era detto di emergenza ed aveva in genere circa 70 Watt di uscita, alimentato da fonte di elettricità indipendente dalla rete elettrica di bordo, ovvero da un gruppo di batterie a 24 Volt DC che dovevano essere tenute sempre in perfetta efficienza e con il carica batterie ben regolato.
Fin dagli anni 70 sulle navi, con l'introduzione del radiotelex ad onde corte e dei primi satelliti Magnavox 111A, si intravedeva un fine sempre piu' commerciale delle telecomunicazioni sulle navi e di conseguenza anche su quelle militari, dove tutto era legato a dei sofisticati algoritimi anti - intercettazione ad alta velocità, gestibili da più punti del globo.

Negli anni 90 il Gmdss ha cancellato di colpo la figura del Marconista e il suo testimone e' passato ai radioamatori che sono l’ultimo servizio di radiocomunicazione che ancora utilizza la telegrafia.
Purtroppo anche per i Radioamatori è stato eliminato l'esame di telegrafia e temiamo che questo si traduca in un lento ma progressivo abbandono di quest’arte ultracentenaria se non si intraprenderanno delle azioni volte ad estendere e promuovere l’ apprendimento e l’uso del CW da parte delle giovani leve.
Il mio impegno insieme ad altri come IK6IJF, IK1RED, IK1GKH, I1SAF e moltissimi altri radiotelegrafisti professionisti ed anche radioamatori e soci ARI , è per ricordare la 500KHz a livello nazionale, diffondendo la conoscenza di quello che ha rappresentato questa frequenza, per ricordare chi ha passato quaranta anni della sua vita solcando i mari tra i segnali Morse , oppure come operatori radio nei centri nazionali PTradio (Stazioni Costiere : IAR,ICBIQX,IQH e le altre stazioni italiane operanti in onde medie grafia e 2 MHz fonia).

1) Un primo impegno con l’ attivazione di una stazione radio (speriamo dal Museo Navale della Marina Militare Italiana della Spezia), operata da radiotelegrafisti, in occasione del centenario della prima Conferenza Internazionale sulle Radiocomunicazioni che ebbe luogo a Berlino nel novembre del 1906.
2) La richiesta di un nominativo speciale, da utilizzare nelle date speciali delle varie convention o eventi che hanno caratterizzato la vita radiotelegrafica marittima professionale
3) Promuovere la partecipazione dei radioamatori per le bande dei radianti hobbisti con il nominativo sbarrato "500Kcs" (es IK1DQW/500Kcs).
Per questi due ultimi punti speriamo che l’ARI e il Ministero delle Comunicazioni ci diano ogni possibile collaborazione, come avviene per le meritevoli iniziative delle associazioni tedesche , inglesi, statunitensi ed australiane che settimanalmente emettono sulla 500Khz con vari navi operative.


Adolfo Brochetelli


 

Torna ai contenuti | Torna al menu