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Chi
ha paura dei circuiti stampati?
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Introduzione In dieci anni di attività radioamatoriale ho incontrato diversi radioamatori, molti dei quali si sono addirittura fatti un vanto di non costruire nulla perché ormai ci sono le industrie, e altre scempiaggini del genere. Però fra i molti radioamatori che non costruiscono c'è un folto gruppo che si cela dietro un vago `` io farei ma c'è questo problema, quell'altro, può essere pericoloso, ...'', di queste storie se ne potrebbero raccontare tante, basti citare quella di uno di mia conoscenza che si ha tentato qualcosa, ma che poi è passato...``dal packet all'internet''. Ebbene diverso tempo fa ebbe a dirmi che, si, qualche circuito l'avrebbe potuto realizzare ma poi non avrebbe saputo in quale contenitore racchiuderlo perché ``per l'elettronica i contenitori vanno fatti di alluminio e l'alluminio mica si può lavorare in casa: le lime si impastano e uno non può certo avere una fresa...'', evito di commentare! Bene, una delle cose che spaventano di più è proprio la realizzazione dei circuiti stampati e la frase ricorrente è: ``non fa per me, ci vogliono gli acidi''. Vi assicuro che di esalazioni ce ne sono veramente poche, meno che verniciare una ringhiera a smalto. Così spero con queste note di privare tanti radioamatori svogliati delle scuse necessarie per mantenersi in quello stato di apatia che pervade questi tempi e che non risparmia la nostra categoria; cercherò di spiegare come sia possibile ottenere in casa risultati di buona qualità senza doversi cimentare in imprese tecnicamente eroiche: vediamo che scuse troveranno ora!
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