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VOYAGER 1-2
Gran
parte della nostra conoscenza dei grandi pianeti gioviani, oggi
la dobbiamo alle missioni di queste sonde interplanetarie che,
lanciate nell'estate del 1977 dal Kennedy Space Center di Cape
Canaveral, rappresentano attualmente, dopo le sonde Pioneer, il
terzo ed il quarto manufatto umano a varcare la soglia del sistema
solare.
foto NASA-NSSDC
Praticamente
gemelle, sono equipaggiate con diversi strumenti che comprendono
anche telecamere, magnetometri, sensori infrarossi ed ultravioletti
nonchè rivelatori di plasma e raggi cosmici. L'energia
elettrica, a causa della grande distanza dal Sole, non è
fornita da pannelli solari, bensì dall'RTG (Radioisotope
Thermoelectric Generators), un generatore nucleare al plutonio
238, che fornisce l'alimentazione necessaria agli strumenti di
bordo ed alle apparecchiature radio con le quali avvengono le
comunicazioni da e verso la Terra.
Analogamente
alle Pioneer, anche queste sonde interplanetarie recano dei messaggi
per eventuali civiltà extraterrestri che possano in futuro
intercettarle. Registrate in un disco vi sono infatti immagini,
suoni e testimonianze sulle varie culture e razze animali, nonchè
le necessarie istruzioni a decodificarle correttamente. Inizialmente
progettate per lo studio dei due grandi pianeti, Giove e Saturno,
e sui loro sistemi planetari, la missione è stata estesa
in seguito anche ad Urano e Nettuno (solo con la Voyager 2), ottenendo
come risultato una mole di dati ed immagini, che hanno rivoluzionato
completamente l'astronomia con nuove rivelazione sull'origine
di questi corpi celesti e dei loro satelliti. Traendo
vantaggio da una particolare configurazione fra i suddetti pianeti,
la prima parte della missione di queste navicelle si è
potuta svolgere nel minor tempo possibile, usando principalmente
come combustibile la stessa attrazione gravitazionale delle masse
planetarie, che ha fornito ad esse l'energia necessaria a raggiungere
le rispettive destinazioni.
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Immesse
su orbite differenti, esse hanno infatti raggiunto, a distanza
di pochi mesi l'una dall'altra, i due maggiori pianeti, completando
il loro studio entro il 1981 con l'arrivo della Voyager 2 presso
Saturno. Questa, nel prosieguo del suo viaggio interplanetario,
avrebbe poi raggiunto anche Urano e Nettuno, rispettivamente nel
1986 e nel 1989.
Attualmente
ambedue le navicelle viaggiano con orbite differenti ed inclinate,
rispetto al piano dell'eclittica, di 35°, la Voyager 1, in
direzione Nord verso l'apice solare (quel punto della galassia
ove converge il Sole con tutti i corpi orbitanti attorno ad esso),
e di 48°, nella direzione opposta, la Voyager 2. La loro velocità
annua ammonta rispettivamente a 3,6 UA per la prima e a 3,3 UA
per l'altra.
Situazione
al 16 novembre 2001
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Distanza
Sole
(mln di km)
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Distanza
Terra
(mln di km)
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Km
percorsi
(mln di km)
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Velocità
rispetto al
Sole (km/sec)
|
Velocità
rispetto alla
Terra (km/sec)
|
Voyager
1
|
12.406
|
12.522
|
8.837
|
17,239
|
39,818
|
Voyager
2
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9.810
|
9.890
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8.296
|
15,734
|
41,357
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Considerate
le ottime condizioni delle sonde, queste sono state inquadrate
in una nuova missione, la V.I.M.
(Voyager's Interstellar Mission),
il cui obiettivo è l'osservazione delle estreme regioni
del sistema solare, ove cessa l'influenza della nostra stella
(eliosfera) ed inizia quella zona di transizione (eliopausa),
in cui avviene l'interazione fra il vento solare e quello interstellare,
che poi porta allo spazio esterno.
Cassini
Galileo
Mars
Odissey 2001
Pioneer
10-11
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