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ACCESSORI

 

- Commutatore coassiale d'antenna a 4 posizioni

- Circuito di commutazione Rx/Tx per PC

- Interfaccia Rx/Tx per RTTY, CW e SSTV

- Carico fittizio HF per alte potenze

- Come ottenere più potenza da un vecchio YAESU FL-2100Z

- Oscillofono per esercitarsi col CW

- Trasformare un rotore TV quasi giocattolo in qualcosa di un pò più serio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hai problemi di spazio? Non riesci a far scendere più di un cavo di discesa?

Allora questo articolo non puoi non leggerlo, quello che passerò a descriverti è un commutatore d'antenna di tipo elettronico, con in più la comodità di essere controllato tramite il cavo di discesa stesso. Possono essere controllate 4 antenne diverse utilizzando un unica discesa. Il range operativo è da 0 a 30 MHz (se si riesce a fare un cablaggio corto e fatto bene potrebbe arrivare anche a 50 MHz). Il progetto si compone di una scatola di controllo (posta nello shack) e da una scatola di commutazione (posta alla base del palo/traliccio). La maggior parte dei componenti sono di facile reperibilità, l'unico problema potrebbe sorgere nel reperire le due induttanze di blocco e i due condensatori RF d'accoppiamento, per quanto mi riguarda ho trovato entrambi i componenti presso le fiere del settore. Le induttanze di blocco sono quelle utilizzate di solito negli amplificatori lineari, le puoi riconoscere facilmente perchè hanno l'avvolgimento a nido d'ape. Per i condensatori ho avuto più problemi, si riescono a reperire facilmente dalla ditta E.S.CO. Elettronica, ma hanno prezzi esorbitanti, con un pò di pazienza si riesce a trovare qualcosa nel Surplus militare, quelli che io ho utilizzato sono dei vecchi condensatori in carta ed olio. Passiamo alla descrizione del circuito visualizzato nella figura sottostante.

 

Come puoi vedere la parte della scatola comando è in sostanza un alimentatore da 24 Volt, utilizzante un 7824 come integrato stabilizzatore, che alimenta i relè di commutazione. Il funzionamento è molto semplice, quando è tutto spento o il commutatore S1 è sulla posizione 0, i relè sono a riposo ed è sempre connessa l'antenna nr.1. Quando diamo alimentazione e commutiamo S1 su 1, si accende il led rosso, passa tensione positiva attraverso il centrale del coassiale, RL1 rimane a riposo RL2 scatta sulla seconda posizione, si connette l'antenna nr.2. Andando a spostare S1 sulla posizione 2, si spegne il led rosso e si accende quello verde, ora passa tensione negativa attraverso il centrale del coassiale, in questa condizione RL1 scatta sulla seconda posizione mentre RL2 ritorna a riposo, si connette l'antenna nr.3. Nell'ultima posizione di S1 la nr.4, si accendono entrambi i led, si preleva la tensione direttamente all'uscita del trasformatore, escludendo la parte stabilizzatrice, in questa condizione avremo tensione alternata sia sul centrale che sulla calza del coassiale, detta tensione verrà filtrata e raddrizzata dai condensatori posti a monte dei relè, quindi entrambi i relè vengono commutati e permettono il collegamento con l'antenna nr.4. Nel montaggio del circuito bisogna prestare attenzione al cablaggio della scatola di commutazione, questo deve risultare il più corto possibile, inoltre questa scatola deve essere a perfetta tenuta stagna ed in metallo, per avere una perfetta schermatura e una buona connessione di massa, anche questa scatola l'ho potuta reperire tra il materiale Surplus. Come puoi vedere dallo schema elettrico, nella parte riguardante il circuito di controllo, ci sono il condensatore C6 e l'iduttanza L1, racchiusi in una scatola schermo in metallo, questo perchè è l'unica parte, di questa sezione del progetto, in cui passa corrente RF. Nelle immagini sottostanti si può vedere la realizzazione finita.

 

 

Un ultima nota prima di terminare, sconsiglio di utilizzare Relè con pedinatura Octal/Undecal, da prove effettuate, per la loro particolare configurazione, introducono troppo ROS. Il mio consiglio, quindi, di usare dei Relè con terminali di tipo Standard. Allora buona costruzione e buona fortuna nel reperimento dei componenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se per operare in SSTV, RTTY, PSK ed altri modi digitali utilizzi software che sfruttano la scheda sonora, ti servirà un circuitino per portare in commutazione da RX a TX e viceversa il tuo apparato. Lo schema elettrico, che vedi di seguito, è molto semplice.

Il montaggio può essere effettuato in un contenitore plastico o addirittura, come ho fatto io, all'interno del connettore per la porta PC. Sottostante sono raffigurate le foto della mia realizzazione.

                

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non hai la scheda audio e vuoi comunque operare in digitale?

Nessun problema, realizzando questo semplice circuitino, disponibile anche in kit dalla ElettronKit (CQ Elettronica 12/98), potrai operare tranquillamente in RTTY, CW e SSTV. Inoltre questo circuito è anche isolato dai disturbi, derivanti dal PC, da dei fotoaccoppiatori. Lo schema elettrico è visualizzato in basso.

Il cuore del progetto è l'operazione LM324 (U1), il trimmer RV1 serve a regolare l'ampiezza del segnale in uscita, il jumper JUMP1 viene inserito nel caso in cui il vostro RTX si commuta in trasmissione attraverso il cavo microfonico, il tutto viene alimentato da una pila di 9 Volt e dalla tensione presente sulla porta RS232 del PC. Nella mia realizzazione ho eliminato la pila ed ho preso l'alimentazione direttamente dalla presa microfonica del mio RTX. Buon divertimento e buona costruzione.

 

Download schema elettrico ed elenco componenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se hai un amplificatore lineare e vorresti vedere quanto eroga leggi questo articolo potresti trovarlo interessante. Possiedo uno YAESU FL-2100Z e non ho mai avuto l'opportunità di testarlo sotto un carico fittizio, da qui l'idea di costruirmene uno che potesse sopportare 1 Kilowatt. Come puoi vedere dalla figura sottostante il carico fittizio è stato inserito in un contenitore pieno di olio per il raffreddamento, la realizzazione è semplicissima, basta prendere una basette per circuito stampato tagliarla alla giusta misura per l'alloggiamento delle 54 resistenze, si andrà a saldare uno dei terminale di tutte le resistenze sulla basetta, mentre gli altri terminali saranno collegati fra di loro attraverso dei cavetti rigidi in rame. La configurazione è a wafer, cioè con le resistenze al centro della struttura, con questo sistema risulteranno tutte le resistenze in parallelo. Si può vedere con le foto sottostanti, il carico finito prima dell'immersione nel bagno d'olio

          

Le resistenze sono delle normali resistenze al carbone da 2,7 KOhm 2 watt, a secco può sopportare 108 watt, mentre nella configurazione a bagno d'olio la potenza sopportabile risulta essere di molto superiore. Le prove da me effettuate sono state con 700 watt continui per alcuni minuti, unico risultato è stato il riscaldamento dell'olio, ma non ho notato nessun tipo di cedimento da parte delle resistenze, il carico è stato testato su tutto lo spettro HF con ros praticamente nullo. Io per comodità ho inserito il tutto all'interno di un boccaccio in vetro per conserve, ma sarebbe meglio trovare un contenitore di tipo metallico. Sul coperchio ho inserito una valvola, di quelle usate per le camere d'aria delle biciclette, per lo sfiato dell'aria, quando si utilizza il carico con potenze elevate, ho notato che riscaldandosi l'olio, all'interno del contenitore si forma una depressione di aria che sarebbe meglio far uscire. L'olio utilizzato è normale olio motore di quello ultraeconomico, addirittura Talino IZ7ATH, utilizza olio motore usato con risultati ottimi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa modifica è stata tratta da un articolo apparso sulla rivista RadioKit di Settembre 2002, in pratica non è altro che la sostituzione delle originali valvole in vetro 572B con le ceramiche russe GI-7B o GI7-BT. Il tutto è stato dettato dal fatto che le 572B sono oramai introvabili e perfino quelle provenienti dalla Cina hanno un costo davvero elevato in rapporto alle prestazioni, inoltre con questo tipo di valvole si ottiene sicuramente una maggiore potenza d'uscita. Se nella migliore delle ipotesi con le 572B al 100% riuscivo ad ottenere una potenza in uscita keydown di 500 watt con le attuali GI7B o GI7BT ottengo agevolmente e con una minore potenza di eccitazione una potenza di 700/800 watt a parità di tensione di alimentazione e di corrente di assorbimento, in basso potete vedere la differenza tra una 572B ed una GI7B, la GI7BT ha la parte in ceramica più panciuta.

                           

Facendo dei calcoli sono arrivato alla conclusione che una coppia di queste valvole sono più performanti persino di una 3CX800, ma con un costo d'acquisto irrisorio rispetto a quest'ultima.

Ma cominciamo la descrizione della modifica, per prima cosa smontiamo le 572B con i relativi supporti e zoccoli che oramai non ci servono più a nulla, poi eliminiamo completamente il pi-greco all'ingresso, togliamo il commutatore rotativo sul pi-greco all'ingresso e tutta la componentistica riguardante la corrente di Bias, compresa la scheda PB-1903 posta sul lato inferiore dell'amplificatore.

Dopo aver ripulito di tutto il superfluo, passiamo alla descrizione delle nuove valvole, le GI-7 sono valvole ceramiche orientali, le faremo lavorare alla stessa tensione anodica delle 572B, cioè 2400 volt, la differenza tra le due valvole nella diversa tensione di alimentazione del filamento, le 572B lavorano a 6,5 volt, le GI-7BT  lavorano a 12,6 volt.

La prima difficoltà sarà proprio il loro reperimento, comunque in rete si riescono a trovarle abbastanza agevolmente anche da commercianti europei. Una volta acquistate queste hanno bisogno di essere preparate prima del montaggio definitivo, la procedura è la seguente:

- Applicare solo la tensione di filamento pari a 6,5 volt per circa una 48 ore;

- Applicare solo l'intera tensione di filamento a 12,5 volt per circa 12 ore;

- Applicare oltre alla tensione di filamento anche la tensione anodica dimezzata a 1200 volt per 4 ore;

- Aumentare la tensione anodica a 1800 volt per altre 4 ore;

- Portare la tensione anodica ai canonici 2400 volt per altre 4 ore.

Dopo questa procedura le valvole sono pronte per l'uso intensivo.

Abbiamo detto sopra che le GI-7 hanno bisogno di una tensione di filamento pari a 12,6 volt, questa tensione è ottenibile o inserendo un nuovo trasformatore, cosa che sconsiglio per il poco spazio presente all'interno o inserendo in serie al secondario da 6,5 volt, prima utilizzato per alimentare il filamento delle 572B, un trasformatore toroidale da 30 VA, 6 volt 5 ampere, avendo cura di staccare il C.T. del trasformatore da massa, in questo modo ho in uscita esattamente 12,5 volt sotto carico, giusto quanto a me serve per il filamento delle nuove valvole. Questo toroidale andrà inserito tra le due file di elettrolitici usati per il raddrizzamento dell'Alta Tensione. Inoltre ho bisogno di un nuovo circuito di polarizzazione, per poter mandare in conduzione le valvole quando trasmetto. Il nuovo circuito elettrico dell'amplificatore finito è quello sottostante, completo del nuovo circuito di polarizzazione.

 

 

N.B. La corrente a riposo deve essere assolutamente di 90 mA, per ottenere questa corrente, se utilizzi le GI-7B la tensione sul catodo in TX dovrà essere attorno ai 39 volt, se invece usi una GI-7BT la tensione sul catodo in TX dovrà essere attorno ai 30 volt. Se hai una corrente più alta devi abbassare la tensione sul catodo se invece hai una corrente più bassa devi alzarla. Per variazioni di fino ti consiglio di agire sul diodo BY399, aggiungendone altri in serie se la corrente è bassa o eliminandolo se la corrente è alta, se le variazioni sono elevate allora ti consiglio di agire direttamente sullo zener.

 

Come si può vedere dal nuovo schema elettrico, l'amplificatore si è di molto semplificato, non c'è più il pi-greco d'ingresso ma adesso l'ingresso è aperiodico con soltanto i due condensatori di accoppiamento in parallelo, non si avrà alcun problema di ros perchè l'impedenza di ingresso di questo tubo è attorno ai 100 Ohm, non esiste più il circuito di ALC nè tantomeno il circuito per dare alla griglia tensione negativa, visto che metteremo la griglia dei nuovi tubi a massa. L'unico circuito da fare è il nuovo polarizzatore che serve per sollevare il catodo da massa. Inoltre bisognerà costruirsi una impedenza aggiuntiva da inserire in serie all'impedenza sui filamenti dal lato catodo; questa sarà costituita da 6 spire di filo smaltato da 1,5 mm avvolte su bastoncino di ferrite da 8 mm di diametro.

Ora sorge il problema di fissare all'interno dell'amplificatore le nuove valvole, ci potrebbero essere varie soluzioni adatte al problema, quella che io ho utilizzato è la seguente; ho utilizzato un lamierino in alluminio da 1 mm lungo poco meno la circonferenza dell'anello di griglia, cioè pari a circa 110 mm e larga circa il doppio dello spazio necessario a ricoprire l'anello, cioè pari a 30 mm. Adesso ho una barretta di 110x30 mm, a questo punto da questa barretta devo crearmi due linguette laterali, che piegate a 90 gradi mi serviranno da appoggio, la prima sarà sul primo bordo e di una larghezza pari a 15 mm la seconda sarà distante da questa circa 41 mm e di pari larghezza, queste linguette le otterrò tagliando a metà in senso longitudinale la barretta alle misure sopraindicate, ora piego a 90 gradi queste due linguette ed ho il supporto, è più semplice farlo che spiegarlo. Puoi vedere il supporto finito nelle foto sottostanti, prima e dopo l'installazione.   

       

Adesso pratico due fori al centro delle linguette e poi fisso la piccola staffa sulla valvola con una fascetta stringitubo in metallo dopodichè poggio il tutto all'interno dell'amplificatore e faccio anche qui due fori corrispondenti ai fori praticati sulle linguette, a questo punto la valvola è pronta per essere fissata o con dei bulloni o con delle viti autofilettanti. Fate attenzione al condensatore a disco fissato sul telaio, questo darà fastidio all'installazione della seconda valvola, quindi svitatelo e rifissatelo in un'altra posizione, ad esempio sopra all'altro condensatore a disco a cui è collegato. Adesso le due valvole sono fissate al telaio e non ci resta che cominciare le connessioni, iniziamo con l'anodo, per prima cosa cambiate la resistenza interna all'impedenza di anodo da 22 OHm con una nuova da 33 OHm, poi prendete un lamierino in rame e saldate un lato sull'impedenza di anodo e all'altro lato praticate un foro. Come avrete notato il dissipatore della valvola è fissato tramite un dado che sembra un barilotto, all'interno di questo dado avanza della filettatura, prendete un bullone della giusta misura ed avvitatelo all'interno dopo aver prima però inserito il lamierino in rame ed un dado, dopo aver fissato per bene il bullone sulla valvola stringete il dado che fisserà sulla testa del bullone il lamierino. Dopo aver fatto ciò passiamo alla parte posteriore, quella dove era presente il pi-greco d'ingresso. Per prima cosa saldate sul catodo i condensatori di accoppiamento uno per valvola poi i restanti due reofori dei condensatori li saldate tra di loro ed al centro saldate il polo caldo del cavetto d'ingresso della RF, il polo freddo lo salderete sulla carcassa. Adesso l'impedenza di filamento, stando attenti al verso lato catodo e lato filamenti, ora per ultimo mettete in parallelo i due tubi con dei cavetti rigidi che saranno saldati sia sul catodo che sull'anodo.

Ora l'ultima cosa da fare è collegare il polarizzatore all'impedenza sul filamento lato catodo ed il gioco è fatto. Potete vedere le foto sottostanti prima e dopo la modifica.

           

Come potete vede nella parte inferiore è cambiato davvero poco, è rimasto tutto invariato tranne per il nuovo circuito di polarizzazione in luogo del vecchio circuito di bias, inoltre è stata eliminata la grossa resistenza variabile posta al di sopra delle ventole.

 

               

Anche la parte superiore è rimasta pressochè invariata tranne nelle valvole e nel supporto di queste.

 

           

La parte RF invece è stata oggetto di vera e propria cannibalizzazione, completamente stravolta.

 

Passiamo alla prova on-air, per prima cosa, come detto precedentemente devo avere una corrente a riposo di 90 mA, questa corrente devo ottenerla ad amplificatore caldo, consiglio 3 minuti di preriscaldamento, quindi agirò sullo zener per poter ottenere questo valore, dopo aver risolto il problema della corrente a riposo passiamo alla prova vera e propria. Collegate tra RTX e ingresso dell'amplificatore un rosmetro, all'uscita dell'amplificatore dovete collegare un wattmetro con F.S. da almeno 1000 watt e un carico fittizio di idonee dimensioni. Dopo aver connesso il tutto accendete e lasciate riscaldare le valvole, provate a trasmettere e  date un'occhiata al rosmetro in ingresso, se il valore è basso, fino a 2:1 è buono con ingresso a 70 watt, lasciate tutto com'è, se il ros risulta alto provate a spostare il ponticello tra i due catodi delle valvole, in questa maniera io ho abbassato da 3:1 a 1,5:1. Dopo aver controllato che il ros sia accettabile per ogni banda, passate alla prova di potenza, io ho ottenuto ben 800 watt con queste due piccole bomboniere.

L'unica avvertenza è inserire una ventola aggiuntiva per il raffreddamento, ma non fissarla sul lato delle valvole ma proprio sopra il trasformatore, infatti questo è l'unico componente che essendo sottodimensionato potrebbe dare problemi di surriscaldamento.

Ma adesso devo passare ai ringraziamenti, devo ringraziare l'amico Talino IZ7ATH che mi ha lasciato utilizzare la sua officina e che mi ha dato una mano nei dubbi di carattere pratico, nonchè Alessandro IV3DVY, autore dell'articolo su RadioKit, che è stato di una gentilezza e di una affabilità unica mettendosi a completa disposizione dandomi quei preziosi consigli che per motivi di spazio non ha potuto inserire nell'articolo ma che io ho provveduto a mettere qui sul mio sito. Comunque resto a disposizione per chiarimenti e delucidazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' da tanto che volevo dare una rispolverata al mio CW e vedere di cominciare a fare dei collegamenti in Telegrafia, considerato che fino ad ora mi sono dedicato prettamente alla fonia e ai modi digitali, quindi grazie ad Oscar I7OHP, che mi ha fatto un corso accelerato, sono ritornato a ricevere il CW. Ma per la trasmissione, come avrei potuto fare? Allora prima mi sono deciso a comprare i due tasti, uno verticale e l'altro orizzontale, e per questi acquisti mi sono affidato ad Oscar I7OHP che mi ha consigliato per il meglio, e poi mi sono costruito un oscillofono dove come contatto utilizzo appunto il tasto verticale. Lo schema elettrico dell'oscillofono è visualizzato qui sotto

Il circuito è di una semplicità estrema, infatti io l'ho realizzato su una basetta millefori. Ho inserito la basetta all'interno di un qualsiasi contenitore, appositamente predisposto di altoparlante e di jack stereo per le cuffie, nel caso in cui non si vuol disturbare l'ambiente circostante. Per il collegamento tra contenitore e tasto ho predisposto su di esso un jack mono, così da poter collegare e scollegare il tasto senza problemi. Il circuito è alimentato con una batteria da 9 volt , qui sotto è raffigurato lo scatolo con il tasto collegato

           

quindi buon divertimento e buon CW a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In un prossimo, spero breve, futuro, avrei intenzione di montare sul mio tetto delle antenne più performanti, la prima che mi viene in mente è una direttiva tribanda, probabilmente 2 elementi che provvederò a realizzare successivamente. Tale antenna per essere realmente efficace ha bisogno di un rotore.

L'amico Francesco IZ7WKI aveva acquistato un piccolo rotore tv che però non ha mai avuto l'occasione di montare, gli ho chiesto se lo vendeva e quindi l'ho acquistato io. Il rotore in oggetto è un Conrad con comando analogico, di seguito la foto che lo raffigura nel suo imballo.

 

 

Logicamente si tratta di un rotore per piccoli impianti, con tutta probabilità potrebbe sostenere un dipolo rotativo, quindi mettere una due elementi potrebbe essere un azzardo.

Comunque passiamo all'analisi del rotore. Funziona con soli 3 fili, invece dei 5/6 che ci vogliono per i normali rotori attualmente in commercio ed adatti alle nostre esigenze, questo perchè il suo funzionamento è totalmente diverso rispetto ai vari Yaesu e simili.

Praticamente i 3 fili sono soltanto il comune e le due fasi del motorino (avanti e indietro), il puntamento è affidato alla consolle nera con la rotella, di seguito la foto appena aperta.

 

 

 

Come si potrà notare nella scatola è presente il trasformatore, in alto a sinistra, che alimenterà il motorino all'interno del rotore e contemporaneamente il motorino all'interno del comando, in basso a sinistra. Perchè alimenta due motorini? Il primo è quello all'interno del rotore e serve per muovere le antenne, il secondo, all'interno, è in pratica un gemello che servirà a far capire all'operatore dove stanno puntando le antenne.

Il sistema è molto semplice ed elementare, muovendo la manopola aziono un congegno meccanico il quale chiuderà il contatto che darà tensione al sistema, si muoveranno entrambi i motori all'unisono fino a quando la rotella raggiungerà la manopola ed il contatto si aprirà togliendo tensione al sistema. Se ho spostato la manopola di 45 gradi il motorino nella consolle porterà la rotella a 45 gradi e contemporaneamente anche le antenne si troveranno spostate di 45 gradi.

Come detto sopra il sistema è semplice ma non è per nulla preciso perchè sarà impossibile avere la stessa precisione tra i due motorini, quindi con l'uso per forza di cose si perderà il sincronismo tra i due e le antenne verrebbero direzionate in modo errato. Allora ho pensato di autocostruirmi un controller che mi desse la possibilità di visualizzare esattamente la posizione delle antenne. Per la realizzazione di questo progetto mi sono arrangiato con i componenti che avevo in casa e sfruttando i componenti del controller originale (il trasformatore ed il condensatore C3). 

Inoltre per avere la possibilità di capire in quale direzione puntasse il rotore, avevo bisogno di inserire all'interno dello stesso un potenziometro collegato all'albero principale il quale mi desse un valore ohmico preciso ad ogni posizione. Di seguito le foto dell'interno del rotore, la prima a sinistra in configurazione originale, la seconda a destra con la modifica al suo interno.

 

                     

 

Come si può vedere rispetto all'originale è presente una ruota dentata direttamente montata sull'albero principale e una ruota dentata, opportunamente calcolata e demoltiplicata, dove và collegato direttamente il potenziometro. Ringrazio l'amico Francesco IZ7WKI che ha realizzato al tornio le boccolette in alluminio dove sono state avvitate le ruote dentate.

A questo punto non mi resta che il controller vero e proprio, di seguito lo schema elettrico

Salta subito agli occhi come adesso i fili che si utilizzaranno non saranno più tre ma bensì sei, i tre in origine che alimentano il motorino del rotore, ed ulteriori tre fili che saranno collegati al potenziometro P presente all'interno del rotore.

Il trasformatore utilizzato è quello presente nel controller originale, così come il condensatore C3 da 100 microF 50V non polarizzato, tutto il resto della componentistica è di recupero ed è quello che avevo disponibile in casa.

Lo schema è molto semplice, il trasformatore alimenta sia il motorino del rotore, parte inferiore dello schema elettrico, sia il regolatore di tensione U1 che servirà per visualizzare il valore ohmico di P, e quindi la posizione delle antenne. Il trimmer Vr mi servirà per la taratura fine dello strumento. R2 è stata inserita in quanto avendo un valore ohmico di P molto basso ed una tensione di uscita U1 molto alta si creava una corrente troppo elevata per essere sopportata  dal potenziometro il quale puntualmente si bruciava.

I diodi D2 e D3 servono per alimentare il led il quale si accende quando sposto il deviatore a destra o a sinistra.

Di seguito la foto dell'interno del controller, e del controller chiuso e terminato.

 

          

 

Spero di essere stato abbastanza chiaro nell'esposizione, si resta a disposizione per ogni chiarimento.