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MOUNTAINEERING

MATTI A. JOKINEN

[20.11.2011 ]

Nuovo capitolo 'Dolomiti 2002' * 

ALPINISMO

Cervino *
Wilder Kaiser *
Parete nord della Cima Grande *
Ascesa sola al Monte Bianco *
Momento di brivido nel canalone Whymper  *
Discesa pericolosa dall� Aiguille du Peigne  *
Sotto un tetto gigantesco - Cima Ovest *
Progetti di spedizione *
Incidente di arrampicata *

25 anni più tardi *

Scalata nella nebbia *
Sul Pollice *
Via Micheluzzi *
Finalmente Colodri *
40 anni più tardi: Via Finlandia *
2000 - in primo luogo in Francia *
Poi in Spagna *
E l' Italia *
2001 - Tenerife Arico *
2001 - Dolomiti *
2002 - Dolomiti *
Vinatzer - Momento di disperazione *
Torri di Vajolet una volta di pi� *
2003 - Una stagione perduta *
2004 - Tyskyewicz di nuovo *
2005 - Ape Maia *
2006 - 2008 - San Paolo *
2009 - Lino Lacedelli *
2010 - San Paolo and Rupe Secca *

Galleria d' immagini
    Estate 2000
    Una vista di 360° del Passo di Sella un giorno nebbioso
 



ALPINISMO

 

Cervino

Cervino 17.7.1954

Nell�estate 1954 sono venuto in qualche modo a Chamonix e Zermatt e me ho trovato facendo scalate sui pendii fino al livello di 3000 metri. Con un americano Klint Vielbig ho arrampicato il Wellenkuppe, un picco di neve dell� altura di 3990 m. Dopo che abbiamo desiderato fare la seconda pi� alta montagna delle Alpi, Monte Rosa. Altri due scalatori hanno unito a noi, ma alto in su sul versante occidentale hanno ottenuto la malattia di montagna ed abbiamo dovuto ritornare alla capanna di B�temps ed a Zermatt. Allora Klindt ha dovuto andare, ma ho rimasto ed aspettato per il Cervino. Una guida svizzera Walter Biner aveva promesso di prendermi in su l� se il tempo fosse giusto. Poichè non lo era ho proposto di fare una scalata sul ghiaccio e neve fino alla cima di Rimpfischhorn. Ma Walter Biner mi ha detto: 'Devi arrampicare la roccia affinché sei giovane ed agile. Più tardi avrai tempo per i pendii di ghiaccio e di neve.' Questo consiglio ho seguito finora e che seguo ancora...

Cos� ho fatto il Cervino e dopo quello la vita non era lo stesso di prima. Dopo aver ritornato indietro a casa ho trovato le piccole pareti di roccia nella zona vicina della nostra casa di Taivaskallio ed ho cominciato 'conquistarli'. L'inverno non ha arrestato questo addestramento, ho scalato sui pendii nevosi con l'aiuto di piccozza ridicola piccola, che � stata comprata gi� in Zermatt l'anno precedente. Ho ordinato dei libri d'alpinismo dalla Europa centrale ed ho imparato con interminabile interesse della storia affascinante degli ascensioni alpine. La gemma fra loro era 'Les trois derniers probl�mes des Alpes' di Anderl Heckmair, una traduzione francesa percch� l' originale tedesca era esaurita.

Mentre i chiodi erano necessari per le un po' pi� alte pareti, ho dovuto produrlo da me dei pezzi di ferro perforando un foro nell' altra estremit� e forgiando l' altra estremit� piana nel fuoco del forno di carbone della nostra casa. Nell' inizio dell' estate prossima ero pronto per una campagna alpina. In primo luogo in traghetto a Stoccolma, in cui durante le due settimane ho lavato piatti in parecchi ristoranti per guadagnare i soldi per il viaggio all' Europa del Sud. La lunghezza della gioranata lavorativa era di 17 ore e la paga soltanto una corona e met� nella valuta svedese. Ma poich� gli operai potrebbero mangiare liberamente nei ristoranti e un letto nell' ostello di Esercito della Salvezza costava soltanto una mezza corona, lo stipendio intero potrebbe essere salvato per il viaggio di estate.

Wilder Kaiser

Dopo due settimane sono andato ai suburbi di Stoccolma ed ho cominciato l' autostop verso il sud. Era una coincidenza fortunata che avevo fatto viagge nella Europa di dopo-guerra con quei mezzi durante l' inizio degli anni 50 che cos� era un modo naturale comportarsi e senza esso un viaggio costoso alle Alpi sarebbe stato impensabile.

Nel libro di Heckmair avevo letto sul negozio di sport Schuster a Monaco di Baviera ed era con un poco con le mani tremando che ho fatto un passo all' interno dell' emporio famoso. L� ero in una pletora di tutto l' ingranaggio di alpinismo possibile, da cui finora avevo sognato soltanto. Nel reparto delle scarpe un uomo amichevole ed quasi timido mi ha aiutato a scegliere le prime scarpe di montagna vere - i primi pattini miseri avevo trovato a Nizza ed usato in Zermatt che erano un dolore da portare. Ed allora mi sono ricordato di chi l' uomo era: la sua immagine era nel libro di Heckmair, lui era Hermann K�llensperger, che aveva fatto con Heckmair la colonna Walker dei Grandes Jorasses soltanto alcuni anni fa!

Ci� era il primo anno in cui le corde di montagna flessuose delle fibre artificiali erano disponibili. Le fibre sono state intrecciate, ma non torto come nelle corde di nylon inglese Viking. Naturalmente ho preso una ed ho pensato che tenesse qualsiasi carico.

Con il vecchio sacco triangolare di guerra del mio padre riempito di caricamenti, di corda, di chiodi e di moschettoni ho continuato il pellegrinaggio verso le montagne di Kaiser, ad un piccolo villaggio di Ellmau. L� mi accampo in un granaio e spando tutto nuovo ingranaggio sul fieno. Li ho continuato a palpare fino a tardi di notte.

Durante i giorni della settimana la capanna di Gaudeamus era quasi vuota, ma il venerd� sono arrivato gli arrampicatori dalle citt� vicine. Un gruppo dei tedeschi giovani me ha preso con loro per realizzare al Predigtstuhl lo spigolo nord. Per la prima volta ho visto la immensa valle ripida di Steinerne Rinne, che cade fra le pareti verticali e cielo-alti di Fleischbank e Predigtstuhl. Il nostro gruppo ha provato a trovare l' inizio dell' ascensione e la io scalavo dopo il primo di gruppo in un' ascensione senza corda. All' fine abbiamo dovuto risolvere un passaggio sporgente, sul pendio ripido gi� alto sopra lo Steinerne Rinne. L' altri non ci hanno seguiti ed il capo ha dichiarito che dovevamo ritornare indietro. La nostra corda era nel sacco di uno degli altri, in modo che abbiamo dovuto arrampicarsi gi� la sporgenza. Abbastanza fortunatamente la abbiamo fatta entrambe ed poi abbiamo disceso con gli altri allo Steinerne Rinne.

Per potere vivere nella capanna Gaudeamus pi� vantaggiosamente sono diventato membro dell' associazione alpina austriaca. Il capo della sezione era Hias Noichl e con lui potrei fare alcune ascensioni nei T�rlspitzen. Pi� tardi quando 'la met� dell'estate' o la ventiquattresima di giugno � venuto, potrei fare parte del suo gruppo ed arrampicarsi nella sera alla cima di Ackerlspitze trascinando con se vecchi pneumatici. Alle otto di sera abbiamo accenduto i pneumatici nello stesso momento in cui altri gruppi hanno fatto lo stesso su altre cime di vicinanza. Era una vista solenne per vedere intorno fuochi sui decine di monti sopra le valle scure.  

Pi� tardi ho trovato nuovi compagni, sia maschio che femmina e potrei fare molte ascensioni del grado di III-IV. Il pi� impegnativo fra loro era la parete orientale di Fleischbank, che � di quinto grado e uno degli itinerari pi� famosi di Hans D�lfer. Un mese aveva passato e mi sono ritenuto maturo per i Dolomiti italiani. Poich� la mia corda di 30 metri � stato parecchie volte troppo corta, sono ritornato in primo luogo a Monaco di Baviera ed ho comprato una corda da 40 m.. Mentre la mia riserva monetaria stava diminuendo, ho deciso prendere un modello di soltanto 8 mm.

La parete nord della Cima Grande

C'era al piede dei Tre Cime che ho venuto a contatto d' un gruppo dei arrampicatori svizzeri, che erano stati l� una coppia di settimane e stavano preparandosi per il ritorno. Un atleta giovane chiamato Michel Vaucher era pronto a fare con me lo spigolo Dibona della Cima Grande (IV+). Era egualmente il suo primo anno nelle ascensioni serie. Pi� tardi lui � divenuto un famoso alpinista e conosciuto in Imalaia. La nostra impresa � andato molto bene tranne una situazione. Michel stava conducendo questa lunghezza di corda, dove ho dovuto fare una traversa. Inizialmente ho cominciato troppo su e presto sono stato attaccato in un posto disperato. Ho gridato e chiesto a mollare la corda. Michel era gi� alto in su sopra le sporgenze e non lo ha sentito bene. Mentre la corda ha stretto ho gridato pi� alto. Ma la corda ha stretto pi� ed ero vicino a cadere. Poich� stavo perdendo la speranza di salvarmi di questa situazione, Michel si � ricordato della traversa ed ha mollato la corda. Se avessi conosciuto soltanto il termine francese esatto per 'mollare la corda', che � 'du mou', questa situazione scomoda non avrebbe mai venuta.

Il gruppo svizzero � partito ed ho cominciato cercare ad un nuovo compagno. Nella capanna di Lavaredo ho venuto a contatto d'una stella crescente italiana chiamata Cesare Maestri. A quel tempo ancora non ho parlato italiano e cos� non abbiamo avuto alcun linguaggio comune. E certamente stava cercando un compagno pi� in grado. Avevo fatto soltanto ascensioni di quarto grado nelle Dolomiti ed in modo lui non me ha accettato alle sue avventure, che pi� tardi dovevano sorprendere il mondo degli alpinisti.

Fortunatamente ho venuto a contatto con un austriaco Walter Gstrein di soli 18 anni, che egualmente era per la prima volta qui, ma che aveva arrampicato nelle sue montagne viennesi natali e che gi� era abituato agli itinerari estremi del grado VI. Ho suggerito alcune ascensioni pi� facili, ma era ostinato ed ha desiderato cominciare con gli itinerari pi� difficili disponibili. Cos� abbiamo preso l'itinerario Via Cassin della Cima Piccolissima in vista e scalato al piede della torre sporgente. Nel cercare la primo tratto di questo itinerario ci siamo mossi in qualche modo intorno e ci siamo conclusi fino al lato nordest. Dopo una lunghezza corta di corda noi siamo arrivati ad un camino largo e subito saputo che era il camino di Preuss di quinto grado. Lo abbiamo fatto fino alla cima e poi ci siamo calati gi� nel burrone fra la torre Piccolissima e la parte principale del Cima Piccola.

Era mezzogiorno ed eravamo affamati. Siamo discesi alla capanna di Lavaredo, ordinata una pasta asciutta e una bottiglia di vino rosso. Dopo il il pasto abbiamo deciso provare ancora. Questa volta la Via Cassin � stato trovata facilmente ed immediatamente � stato attacata. Nel mezzo dell' ascensione sulla parete continuamente sporgente le prese sono diventato limitate ed ho cominciato a mancare le forze delle dita. I miei piedi hanno cominciato a fungere come una macchina per cucire ed ho dovuto lasciare a andare. Era la mia prima caduta ed ho pensato che fosse la fine. Tuttavia, i piccoli chiodi con anello, che erano stati martellati dentro da Cassin stesso, hanno tenuto cos� come le nostre due corde: i miei 8 millimetri non sviluppati di perlon ed i 10 millimetri di corda di canapa di Walter.

La caduta era una scossa reale, ma dopo un riposo potrei fare questa lunghezza di corda. Ma era gi� le quattro di pomeriggio e le nubi scure stavano invadendo la zona. Cos� � stato deciso per ritornare indietro calandosi gi� la parete gialla.

Presto nella mattina prossima siamo andato alla torre per la terza volta ed  abbiamo fatto l' itinerario di Cassin senza avvenimenti. Gi� nella capanna di Lavaredo un partito italiano era interessato nei nostri affari. Avevano seguito oggi la nostra ascesa ed avevano visto la mia caduta il giorno precedente. La guida del gruppo era una famosa guida di montagna da San Martino di Castrozza chiamato Gabriele Franceschetti e prima di lasciare la capanna � venuto a me e mi ha dato una somma considerevole di soldi italiani. Ero molto stupito e senza parole.

Allora insieme a Walter abbiamo fatto la parete nord della Cima Grande. Abbiamo usato circa 8 ore per quella, ma eravamo stati pi� rapidi se avessimo trovato la traversa nella sezione superiore della parete. Dopo che molte prove inutili noi arrampichino il burrone grande direttamente alla parte superiore, usando la variante 'Aschenbrenner'.

 

Ascesa sola al Monte Bianco

Pi� tardi sono andato a Courmayeur, dove ho visitato il fabbro famoso Grivel e lo ho lasciato forgiarmi i ramponi di dodici punti. Con questi nel sacco ho cominciato camminare fino alla capanna Torino. Ci era una teleferica che funzionava, ma il relativo prezzo era lontano dal mio preventivo. Nevicava pesantemente nel massiccio di Monte Bianco, ma poich� il percorso era ancora visibile nella neve, ho cominciato marciare verso il nordest, per ottenere il lato francese del massiccio. Sul ghiacciaio ho venuto a contatto d'un gruppo di alpinisti tedeschi che marciavano al senso opposto. 'Heil Finlandia, Paavo Nurmi!', ha detto il capocordata mentre lo ha passato. Sono stato pensieroso e domandandomi come potrebbe conoscermi. Pue essere lo avevo venuto a contatto sui Dolomiti o nel Kaisergebirge, dove ero stato nell'inizio dell'estate.

Tutto � andato bene e potrei discendere gi� alla valle di Arve seguendo il percorso vicino alla ferrovia. In Chamonix sono stato guidato alla 'capanna di Biolley', dove era possibile accamparsi sulle paglie della vecchia baracca e preparare l'alimento nel giardino per una carica minima.

Ghiacciaio degli Bossons

Non potrei ancora trovare alcun compagno per le montagne e ho deciso a provare una solitaria ascesa del Monte Bianco. Dopo una andata faticosa sono arrivato nella sera nella capanna di Aiguille du Go�ter. Ci era degli alpinisti in abbondanza che si preparano per la notte. Ho trovato un angolo libero ed ho provato a dormire e riposarmi. Ma nella mezzanotte l'aria interno era abbastanza difettoso e la tosse continua era troppo per me, e cos� ho raccolto il mio equipaggiamento e sono andato all'esterno.

La luna piena stava luccicando nel cielo e non c'era molto vento. L'aria era fredda pungente ma buona a respirare dopo l' atmosfera che sa di chiuso della capanna. Cos� ho cominciato lentamente ascendere la cresta della neve, che ha condotto alla cupola piana di Dome du Go�ter. Dopo una traversata lunga ho trovato la capanna di alluminio di Vallot su un basamento roccioso. Ci si va montandosi su alcuni scalette e poi alzando un portello orizzontale. Non c' era nessuno all'interno e mi riposavo l� fino a che la mattina cominciava.

Ora era pi� facile da trovare la via giusta sulla cresta finale alla parte superiore della montagna. In qualche luogo sono venuto a contatto d'una cordata di tre inglesi, che mi permettono di unirsi a loro, particolarmente poich� l' itinerario di discesa passa sul ghiacciaio molto crepacciato, nel lato di Grands Mulet.

Dopo l' ascensione di Monte Bianco io venisse a contatto di Bernard Perrier nella capanna di Biollay, ed abbiamo fatto insieme la quinta ascensione della faccia nord di Aiguille Verte via il Canalone Cordier.

 

Momento di brivido nel canalone Whymper

Aiguille Verte 10.8.1955

Dopo l' ascesa difficile del Couloir Cordier sulla faccia nord di Aiguille Verte abbiamo seguito la cresta orientale fino alla cima. Ma era già pomeriggio ed il sole aveva cominciato a fondere la neve nel canalone Whymper, che era l' unico modo di discesa. La neve è stata imballata sotto i miei ramponi e tutto all' improvviso i miei piedi hanno volato fuori. Sono scivolato la testa prima giù nel colatoio.

Fortunatamente la mente d'uomo funziona velocemente e chiaramente in tali occasioni. Dalla parte di sinistra ho visto che una piccola roccia sporgeva della neve ed io ho saltato verso esso e la ho ottenuta ai miei bracci. Gli spiriti di montagna erano dal nostro lato ed in modo ho visto la mia piccozza vicino nella neve ripida. Senza essa l�ulteriore procedimento sarebbe stato difficile. Il mio compagno di cordata Bernard Perrier ha divenuto completamente sorpreso per la mia caduta e la corda lo ha strappato dai suoi appigli. Lui potrebbe riuscire a rimanere sul pendio, ma il suo zaino è caduto ed è stato succhiato giù il canalone fino al ghiacciaio circa 300 metri più basso. Non avrebbe potuto tenermi, se io avrei continuato la mia caduta verso il basso.

 

La discesa pericolosa dall� Aiguille du Peigne

Eravamo una cordata di quattro per fare la cresta Papillon al Aiguille du Peigne: Pierre Bressot, Guy Ricard, Robert Guillaume e me. Robert è diventato più successivamente una guida molto famosa. Ha perso la sua vita nel ritorno rinomato dalla colonna di Frénay.

Non potremmo fare la parte superiore del picco, poichè una tempesta improvvisa ci ha sorpreso. La discesa è stata iniziata immediatamente. Guy aveva preso una piccozza con sé ed la tenevo io poichè ero l' ultimo membro del comitato. La canalone di discesa è stato quasi completamente coperto di ghiaccio e di neve.

Io ho sepolto la piccozza profondamente nella neve. Mentre gli altri tre stavano facendo un passo verso il basso con attenzione, io assicuravo loro con la corda. Sopra noi era una cordata di due belgi. Allora senza avvertire l' altro belga che era sopra è caduto e scivolato veloce giù e ha passato il suo camerata che era anche sopra di me. Eravamo a quel momento circa 250 metri sopra il ghiacciaio. Ho visto che il belga scorreva veloce giù ed allora io ho ritenuto un peso grande su di me. Su compagno ha visto che il più prossimo punto fisso nel canalone era io ed è saltato sopra di me. Mi sono agrappato con tutte le mie forze alla piccozza, l' unico medio di salvezza sul pendio ripido.

L' ascia si è tenuta sotto la pressione fortissima; la corda all' uomo cadente ha ottenuto stretta ed arrestata lui. Le vite di sei uomini avevano dipeso dalla sola ascia di ghiaccio con l' albero di legno. La faccia del belga era bianca come marmo e lui non ha detto una parola. Tutti abbiamo continuato la discesa nel silenzio.

Sotto il tetto gigantesco - Cima Ovest

Poichè era impossible da trovare compagni di cordata nel mio proprio paese, ho dovuto studiare ardentemente le lingue straniere. Potrei gestire abbastanza bene in svedese ed in tedesco, che abbiamo studiato nella scuola superiore. Ora il francese e l' italiano hanno cominciato ad avere familiarità anche. Più tardi ho imparato lo spagnolo e un poco di russo. Ho fatto le ascensioni con gli amici di 20 paesi differenti, parlando quasi sempre la lingua madre del mio socio. Una buon' opportunità è stata offerta dal governo francese, che ha invitato alpinisti stranieri ad una riunione per tre settimane in Chamonix, tutte spese pagate. Quello è accaduto parecchie volte negli anni sessanta.

In Cortina ho ottenuto molti buoni amici fra i ' Scoiattoli ', societ� famosa degli arrampicatori e delle guide di montagna. Ci era Ettore Costantini, che aveva fatto la prima ascensione del pilastro estremamente difficile di Tofana in 1944. Aveva danneggiato l' altro occhio, che lui ha reso lo sguardo molto selvaggio, come Peter Lorre nei film. Mi ha dato buoni consigli per quanto riguarda l' itinerario del Pilastro, che si � transformato nella mia mente come l' obiettivo principale seguente da quel giorno in avanti. Claudio Zardini e Candido Bellodis, che hanno forgiato per me chiodi lunghi speciali ed cunei di legno di frassino. Alcuni di questi possono essere visti 40 anni pi� tardi  sull' itinerario Finlandia del Torre Grande. Con Beniamino Franceschi ho fatto la Via Miriam nel gruppo di Cinque Torri, che finora ho reso almeno a cinque volte. 

Via Franceschi

Lino Lacedelli della fama K2 mi ha dato consigli per l' uso delle staffe. Non le ho usate molto, ma provato ad arrampicare ' liberamente' i passaggi difficili, usando, se inevitabile, chiodi come prese e appigli. Lino mi ha detto che dovrei utilizzare preferibilmente staffe per risparmiare forze. Con Gualtiero Ghedina allora abbiamo provato a fare ' il Direttissima Scoiattoli ', l' itinerario pi� difficile nei dintorni di Cortina. Dopo i problemi nell' inizio tutti vadano abbastanza bene fino agli ultimi tratti dell' itinerario, quando una tempesta e una pioggia improvvise ci hanno incitati a discendere rapidamente.

Ogni estate quando sono arrivato in Cortina ho trovato i miei amici nelle strade. Egli hanno desiderato sentire le ultime notizie dell' Europa del Nord, mi hanno raccontato gli nuovi avvenimenti delle Dolomiti e mi hanno invitato ad un vaso di vino in un bar pi� vicina. Mentre altri amici si sono comparsi noi siamo andati al bar seguente ed habbiamo ordinato ancora un vino o birra. Era virtualmente impossible per me a offrire bevande ai miei amici, sempre hanno insistito per pagare la fattura. Se Albino Michielli fosse avanti, la nostra sera era continuata abbastanza tardi, come a lei ha gradito molto bene il vino rosso. A volte abbiamo dovuto mostrare l'un all' altro come avevamo fatto tali e tale sporgenza nelle montagne arrampicando alle pareti vicine di case o il basamento della torretta della chiesa.

I miei amici italiani hanno dovuto lavorare durante l' estate e potrebbero arrampicarsi soltanto le fine settimane ed non sempre neanche allora. Cos� ho dovuto cercare compagni altrove. Una volta che ottenessi la parola che un scalatore belga solitario stava rimanendo nella capanna di Dibona sotto la parete di Tofana. Naturalmente sono andato immediatamente l� ed ho trovato il tipo giovane fuori della capanna. Ha desiderato attacare immediatamente il Pilastro di Tofana, ma appena ero arrivato ed ero corto di addestramento. Lui non era interessato nei progetti preliminari ed ha spiegato che lui potrebbe andare tutto il tempo come capocordata. Poich� questo non era assolutamente al mio gusto, era evidente che non formeremmo una cordata.

Il giovane belga era forse troppo forte e dominante compagno di corda per me. Un paio di anni pi� tardi lui ha fatto una impresa molto sorprendente e finora mai realizzata nelle Dolomiti: ha arrampicato le facce nord di Cima Ovest, Cima Grande, Cima Piccola, Punta Frida e la via Preuss della Cima Piccolissima - durante un giorno e da solo!  Appena devo dare il suo nome, cos� ben noto �: Claudio Barbier.

Ralph Höibakk ha cominciato arrampicarsi alla conclusione degli anni '50. Abbiamo venuto a contatto per caso su un traghetto da Stoccolma in Finlandia. Più tardi ho visitato la sua sede a Oslo ed anche le montagne belle di Innerdalen. Nell' inverno ci si potrebbe essere un mucchio di neve, una volta noi abbiamo dovuto cercare lungamente il mio automobile parcheggiato su un prato distante. All' ultimo qualcuno ha notato un urto leggero sulla superficie della neve. Ci era esso!

L' un' estate stavamo arrampicandosi su una certa parete rocciosa nell' arcipelago di Oslo. Ero in un posto stretto sudando e maledicendo quando Ralph ha chiamato: 'Comportati e fa una buoa posa, un waterbus sta passando e la gente sta guardandoti!'.

In 1958 la nostra metà erano le alpi e partivavamo da Oslo verso Copenhaghen. È stato significato per essere una corsa: chi sarebbe il primo nell' ostello della gioventù del capitale danese. E stato permesso viaggiare soltanto facendo il autostop. Quando sono arrivato nell' ostello con il zaino grande, esaurito ma felice, Ralph stava trovandosi su un letto come se fosse stato l� una settimana. Ha gridato: 'Alla fine sei qui anche tu!' Chiesto dal custode dell' ostello, Ralph era arrivato prima appena alcuni minuti.

Abbiamo volato a Parigi con un DC-3 d'un volo degli Studenti Danesi poco costoso. I nostri zaini erano troppo pesanti, ma raccoglienti i martelli e chiodi nelle nostre tasche che abbiamo passato il controllo di portello. Nel sedersi nella cabina abbiamo notato che le ale grige dell' aereo hanno avute molte zone nere como segni di riparazioni. Ed hanno sembrato ondeggiare certamente molto durante il volo.

A Fontainebleau � un parco di 'boulder' dei blocchi di arenaria e l� abbiamo avuti nostri primi addestramenti. Il nostro autostop � continuato lungo il fiume  Yonne alla roccia di corallo di Saussois. Il posto aveva acquistato la fama qualche anno fa per quanto la scuola degli arrampicatori di Parigi che avevano realizzato la prima ascesa della faccia ovest di Dru.

Durante una fine di settimana l� era una mostra del Club Alpino francese ed un mucchio di gente ha raccolto sotto. Gli scalatori famosi dell' era hanno dimostrato la loro abilit� rimescolando sugli itinerari differenti sulla parete sporgente di 60 metri. All' ultimo un' azione di salvataggio � stata realizzata. Dalla parte superiore della parete una donna ' ferita '  in un Akila � stato abbassato su una teleferica costruita. Ma i chidi sono venuto improvvisamente fuori ed il Akila � caduto parzialmente gi� contro la parete. Allo stesso tempo una pioggia pesante � iniziata e la gente � fuggito via nel disordine.

Sulla roccia piatta ci � una piccola capanna del club alpino. L� abbiamo venuto a contatto ad alcuni funzionari del club, che ci hanno detto che la donna non fosse danneggiata seriamente. Ci hanno chiesto se stessimo rimanendo nel posto ed offerto noi la capanna ed il resto dei loro rifornimenti del pane e della birra, se guardassimo l' apparecchiatura che hanno dovuto lasciare in tutta la rapidit�.

Abbiamo rimasto l� per una settimana e potremmo dormire nella capanna e mangiare ' baquettes ' francesi squisiti e bere la birra di Kronenburg tanto come abbiamo desiderato. Un certo addestramento serio ha avvenuto e potremmo arrampicare molti itinerari difficili come per esempio ' Jardin Suspendu '. Ma una settimana era abbastanza ed abbiamo continuato il nostro autostop verso l' est. In Memmingen, la Germania, il tempo era molto piovosa e l' ostello di giovent� non era dentro uso. Cos� all' ultimo abbiamo trovato la stazione di polizia e siamo stati dati i quarti in loro migliore cella vuota!

Nella zona di Cortina abbiamo naturalmente visitato il Cinque Torri ed abbiamo arrampicato uno degli itinerari pi� difficili chiamato ' via Dimai ', che avvolge sulla faccia sud-est del Torre Grande. Allora il mio compagno ha dovuto andare, poich� ha avuto un appuntamento di fine stagione con un suo amico anziano norvegese.

Ho deciso andare alle Tre Cime, dove ho venuto a contatto dell' alpinista imalayano austriaco Markus Schmuck ed il suo partito. Hanno offerto un compagno di cordata per me sotto la forma dell' ingegnere Rudolf Bardodej di Salisburgo. Ero un poco sorpreso poich� avevo letto e sentito parlare molto di lui. Aveva fatto ascensioni difficili prima guerra con la bella Helma Schimke. Questo anno era abbastanza fuori di addestramento ed ha chiesto me da fungere da guida della nostra cordata.

 

Spigolo Giallo

Il nostro itinerario era il famoso Spigolo  Giallo, una cresta verticale e sporgente di 300 metri della Cima Piccola, arrampicata la prima volta da Emilio Comici, Renato Zanutti e Mary Varale in 1933. Persino allora � stato valutato come ascensione di grado VI, quando abbiamo legato le corde intorno ai nostri corpi al piede d'un diedre freddo e ombreggiato. Ho fatto le due prime lunghezze della corda in esso spargendo i miei piedi ad entrambi i lati ' del libro aperto '. Dopo eravamo nel sole e sulla cresta gialla. A volte ci erano molto pochi chiodi e ricordo di aver arrampicato verticalmente circa 20 metri senza vedere nessuni chiodi. Ma le prese eravano buone e ci era abbondanza di loro.

L' ingegnere Bardodej � venuto dopo ad un passo svelto e tranne un punto falso dove ho dovuto discendere una sporgenza difficile, siamo andato abbastanza velocemente in su. Nella parte superiore ho venuto a contatto d'una torretta grande con inclinazione, che ha cominciato muoversi un po' quando ho messo le mie dite nella crepa. Mi domando se � ancora l�, ch� sa?

Ci� era la fine alla campagna lunga dell' anno 1958.   

Nel 1958 ho ottenuto un pensiero di provare a conquistare la parete nord sporgente di Cima Ovest. Ho scritto a Walter Gstrein a Vienna ed era pronto all' avventura. Ma durante la primavera abbiamo sentito le notizie allarmanti: Due scalatori svizzeri stavano ponendo il siege alla parete ardua, che viene sopra circa 70 metri. Alla fine questi due svizzeri ed egualmente due italiani hanno arrampicato la parete. 

Abbiamo trovato consolazione nel provare la seconda ascensione. Come un addestramento noi abbiamo fatto la prima scalata di una piccola parete vergine vicino a Cortina, la parete orientale di Torre Grande. Era stato attacato in inutile da alcuni �scoiattoli� di Cortina ed è stato considerato impossibile senza metterci di chiodi di espansione. Nell' aspettare l�arrivo di Walter ho preparato le tre prime lunghezze di corda con l' aiuto di alcuni amici italiani. Con Walter abbiamo fatto la parete ed il nuovo itinerario è stato chiamato dal custode di rifugio Cinque Torri la 'Via Finlandia'. Piu tardi hanno annunciato in libri que la via sarebbe stato fatta da finlandesi Walter Gstrein e Matti Jokinen. Invece sarebbe meglio constatare qhe la via era statto fatta da finlandese Matti Jokinen con Walter Gstrein, specialmente que la idea veniva da me e io avevo aperto la via come capocordata.

Galleria d'immagini della Via Finlandia

Poi era il turno della parete nord di Cima Ovest ed abbiammo scalato su tre lunghezze di corda fino al sotto il tetto grande, che sembra chiudere nel modo più definitivo la via di uscita. Ma abbiamo visto come potrebbe essere fatto. Poichè era tardi, la notte è stata passato sotto il tetto di 15 metri appesi in anelli di corda e sui piccoli gradini rocciosi. Era una notte lunga, ma eravamo felici sapendo che il giorno seguente potremmo risolvere il problema del tetto grande.

Nella mattina, tuttavia, una tempesta violenta ha scoppiato ed infine ha cominciato a nevicare. Abbiamo saputo che era finito per noi. Era un affare lungo e difficile da farci scorrere giù con le corde, poichè la parete stava sporgendosi così forte. Ma siamo riusciti.

Helmut Dumler scrive in suo libro ' Drei Zinnen': 'Al fine di luglio del 1959 il Finn Matti Jokinen e il viennese Walter Gstrein stavano guardando ai tetti giganteschi "dell' itinerario svizzero". Stanno venendo dai Cinque Torri, dove avevano reso "Via Finlandia" in 12 ore. Entrambi avevano progettando la prima ascensione della parte spaventosa della parete, ma sono arrivato qui soltanto troppo in ritardo. Ora desiderano fare almeno la prima ripetizione. Comunque sotto il tetto sono sorprendi da una tempesta terribile, che li forzava a ritorna indietro.' 

Dopo un giorno o due di riposo abbiamo attacato un' altra scalata grande, che era una di la più difficili nelle alpi: il Pilastro di Tofana con i suoi numerosi tetti e la 'Schiena del mulo� subito dopo la fascia intermedia. Sapevamo che il grande austriaco Hermann Buhl non ha potuto fare la �mulo�, pero aveva trovato un modo di girarla dal lato.

Abbiamo arrampicato facendo il capocordata alternatamente come sempre. Walter ha risolto i tetti con grande abilità ed allora siamo arrivato alla fascia mediana ed era la mia girata per provare la 'Schiena del mulo'. Potrei scalarla in qualche modo senza misure estreme e dopo quello la parete era soltanto verticale sopra di noi. Ha cominciato a nevicare e alla fine piovere e abbiamo dovuto affrettarci in su per ottenere la uscita dalla parete inhospitabile prima della notte.

 

I progetti di spedizione

Aftenposten 24.2.1961

Due anni più tardi ho ricevuto una lettera grande con i molti timbri espresso su esso. Era un invito partecipare ad una spedizione norvegese di Himalaya di quattro uomini diretta dal professore Arne Naess. Era un'impresa avant-gardistica, come a quei tempi gli alti picchi sono stati assaliti tramite gli itinerari pi� facili, non dal lato pi� ripido come sul pilastro di Tirich Mir. Periodi di urgenza seguiti e quando il giorno è venuto tutto era pronto. Ma allora all' ultimo momento un annullamento è venuto dal Pakistan.

Nell' estate dovevo trovare a Ralph H�ibakk nelle Dolomiti. Ero presto nel gruppo di Cinque Torri ed ho fatto la spaventosa Fessura Dimai del Torre Grande con  Luciano da Pozzo di Cortina. Ha avuto certa difficolt� con il suo cuore, aveva un difetto innato l� ed i medici gli avevano proibito tutto lo sport. La fessura Dimai allarga ed al fine si chiude, e l' uscita di esso � il nodo della scalata. Non ricordo di pi� chi di noi stesse conducendo l�, ma era realmente una dei passaggi pi� duri abbia fatto, almeno nell' inizio di stagione.

Poi ho venuto a contatto di americano Dale L. Johnson ed abbiamo fatto insieme la 'Direttisima Scoiattoli', che era l'itinerario pi� duro l� prima che abbiamo creato il Finlandia pi� tardi. Un poco dopo � arrivato una lettera da Ralph: 'Spiacente sono in ritardo, ma in modo per non divenire pigro ti mando un giovane Anders come compagno'. E dopo determinati giorni un arrampicatore debutante Norvegese entusiasta di nome Anders Opdal � comparso nella capanna. Lo ho introdotto al gruppo di Cinque Torri, in cui abbiamo fatto molti bei itinerari. Uno di loro era Via Miriam ed ancora stavo conducendo la cordata. Ero gi� sopra il diedro finale e sedendo sul bordo d' un ballatoio. Anders ha cominciato arrampicare il diedro che contiene il nodo dell' itinerario. L' ho assicurato mantenendo la corda intorno al mio corpo, come era l' abitudine a quei tempi. Tutto all' improvviso ho sentito un grido ed ho sentito un tremendo tiro nella corda, che mi ha compresso contro la mensola. I miei piedi sono stati premuti contro una roccia ed ho compresso la corda con le mie dita tanto come potrei. All' ultimo la pressione si � spenta e potrei respirare pi� liberamente una volta di pi�. Era una cosa vicina. Mi ero dimenticato, que Anders pesava pi� di 90 chili! 

Matti ed Anders

Ralph � arrivato nel suo tempo ed i tre di noi abbiamo fatto un nuovo itinerario molto diretto tramite la parete del sud del Torre Grande. Nell' aspettare i norvegesi avevo iniziato questa impresa al piede della torre facendo la prima lunghezza corta fino alle piccole fasce orizzontali, fra lo Scoiattoli e l' itinerario di Miriam. Ho dovuto perforare una coppia di fori per i pi� piccoli chiodi per avanzare, ma la maggior parte dei chiodi nella via sono stati inseriti in fori fossili naturali ed alcune crepe sottili. Quando il nostro itinerario ha attraversato via Miriam, una sporgenza difficile ha dovuto essere superato. Poi la nostra via � andato in un diedro molto bello verso la parte superiore del Torre Grande. Abbiamo avuto bisogno di 35 ore di tempo arrampicata effettiva ed abbiamo usato 90 chiodi. L' itinerario � stato chiamato ' via Nordica '. � stato refatto qualche volte, ma poi � stata quasi completamente dimenticata ed oggi � molto difficile persino da vedere dove � l' attacco.

L' estate prossima abbiamo fatto un programma radiofonico sull�alpinismo per il FBC. Il mio compagno era Martti Timonen, radiocommentatore di professione. Era un successo e più tardi l' azienda ha desiderato ripeterlo nell� Himalaya, regione di Everest. Abbiamo raccolto ancora l' ingranaggio e tutta l' apparecchiatura possibile, ma quando la data cruciale era vicino, è arrivato una lettera dell' annullamento, questa volta da Kathmandu, Nepal.

Incidente di arrampicata

Negli anni 60 ho trovato compagni di scalata anche in Finlandia. La nostra parete favorita era in Sipoo, vicino a Helsinki. Abbiamo addestrato là egualmente nell' inverno. Era una vista divertente per vedere Bill dall' ambasciata degli Stati Uniti e Juri dalla missione commerciale russa che appendevano parallelamente nei loro anelli di corda sulla parete nevosa della roccia, come quelli erano gli anni della guerra fredda. Molto pi� successivamente dopo la caduta del regime sovietico Juri fosse un candidato per l' ambasciatore in Finlandia, ma un altro Juri, Juri Derjabin � stato scelto.

In 1962 il Club Alpino Finlandese � stato fondato. Anno successivo abbiamo ottenuto un invito a ENSA in Chamonix, dove una riunione internazionale di alpinisti � stata tenuta. Tutte le spese di viaggio all'interno della Francia cos� come il soggiorno delle tre settimane in ENSA con i biglietti della teleferica e provviste per tutte le scalate sono state offerte dal governo. Non potrei ottenere un compagno dalla Finlandia, ma ero pronto ad andare da solo.

In 1963 ho provato a fare la prima ascensione libera dell' itinerario chiamato 'Gigante'. Avevamo allora corde abbastanza corte ed abbiamo fatto tali ascensioni in due parti. Il mio compagno assicuravami di un' altezza dei 10 metri ed io ero 2 metri più alto lottando con una sporgenza, quando il chiodo che stavo tirando da è venuto improvvisamente fuori. Era una caduta di 2:1 ed il carico in mani del mio socio deve essere stato tremendo. Ha dovuto lasciare subito e sono caduto quei 12 metri giù, dove i blocchi maligni stavano attendendo. Potrei girarmi nell' aria e dirigendo con le mani verso l' unico punto uniforme sulla terra, tra le rocce. Là ho atterrato, ma purtroppo ci era una piccolissima pietra in cui ho colpito il ginocchio sinistra. Ho ritenuto il dolore duro e con la mia mano ho trovato un grumo duro sotto la pelle al lato della tasca sinistra dei pantaloni. Era l' osso del patella che era stato fracassato a parecchie parti ed era stato tirato su là dai muscoli.

I miei camerati mi hanno portato ad un ospedale con velocità e sono stato immediamente operato. Il mio piedino intero era nel gesso i tre mesi successivi d' estate. Ha guarito bene e in autunno potrei camminare ancora. Tuttavia, il quarto disco intervertebrale probabilmente aveva subito danni, poichè stavo ottenendo più tardi la difficoltà con la mia schiena.

In 1965 eravamo sul Monte Bianco con i nostri registratori di nastro. Durante la notte nella capanna Goûter ai 3800 metri ho ottenuto un attacco severo di dolore alla schiena. Ha superato con l' aiuto delle pillole forti e presto nella mattina abbiamo cominciato scalare sul pendio al Dôme du Goûter. Tuttavia, il vento stava saltando troppo duro ed abbiamo dovuto abbandonare lo sforzo. Ha significato egualmente una pausa di 25 anni alle mie attività alpinistiche.

25 anni più tardi

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