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A cura di Piero IK7VJX e Daniele IZ7CFF
CENNI STORICI: Cos� protesa verso il mare, cos� esposta alle dominazioni, cos� ambita per la sua posizione geografica, ma altrettanto aperta ad accogliere e ad assimilare nuove culture, la penisola salentina e' stata per secoli considerata la "Porta d'Italia", un territorio di frontiera, dove le vicende storiche hanno influito pure sull'assetto del tessuto insediativo, che ha sempre dovuto fare i conti con le necessit� di difesa e con l'urgenza di sbarrare la strada ai numerosi assalitori. Con la dominazione dei normanni, giunti in Puglia agli inizi dell'XI sec. (1018-1019), in qualit� di mercenari al servizio di Melo di Bari , il territorio rimase fortemente improntato; opere maestose vennero realizzate da Federico II in quella che era stata definita la "Terra d'Otranto", infatti furono costruiti numerosi castelli riutilizzando anche strutture d'epoca Bizantina.Con l'arrivo degli Aragonesi (XV secolo), si assiste ad una frenetica ripresa dell'incastellamento e ad un proliferare di opere di difesa del territorio. Con l'occupazione Spagnola dell'Italia meridionale poi, il Salento diventa sempre pi� "terra di frontiera" sul versante orientale del mediterraneo.I continui attacchi e le insidie nemiche, a cui erano esposte le nostre coste indussero la corte Napoletana (nel 1563) a deliberare la costruzione generale delle torri marittime, disponendo che tali fortificazioni fossero in vista l'una dall'altra in modo tale da costituire una continua linea difensiva e di avvistamento, idonea a proteggere le popolazioni e la sicurezza del Regno. Ancora ai giorni nostri chi percorre la litoranea salentina, non pu� non notare le numerosissime torri che si affacciano sulla fascia costiera, e le localit� (isole comprese) che conservano gli stessi nomi attribuiti all'epoca. Dato l'intervento dello Stato tali fortificazioni vennero sostanzialmente realizzate nei territori e citt� demaniali (Otranto, Gallipoli, Lecce, Taranto e Brindisi).<< Mamma li turchi! >>. Il fatidico grido. Le popolazioni locali vivevano sotto l'incubo del turco, e le orde islamiche di Maometto II funestavano il territorio ( cocente � ancora la memoria dell' eccidio di Otranto ). Nel sentimento popolare il turco costituiva il male supremo, l'incarnazione del demonio, e contro di esso ogni buon cristiano doveva combattere e morire per la difesa del bene e della fede. Le genti di terra d'Otranto erano perennemente allertate per una guerra senza tregua, e non si trattava di una guerra come le altre, poich� forte era il convincimento popolare che in gioco vi era la difesa della fede contro la crudelt� e la tracotanza islamica. Giorno e notte lungo, le coste, attraverso il sistema difensivo di torri e masserie fortificate, nei casali, nelle citt�, ovunque vi fosse un utile punto di osservazione, si vigilava. La paura collettiva determinava comprensibili stati di ansia e spesso le notizie venivano esagerate; si spiavano, attraverso messaggi e informazioni i movimenti delle navi avversarie, visto che ogni vela che appariva all'orizzonte poteva essere quella di un vascello nemico.Fantasmi che si concretano in pietra, nelle centinaia di torri di difesa che si ergono fra il tavoliere salentino e le Serre. La funzione difensiva non finisce col ciclo ottomano, in pratica esaurito dopo la vittoria cristiana a Leopanto (1571), perch� si rivolge anche contro pirati e briganti di ogni genere.Le torri della cintura salentina quindi conservano di solito la fisionomia strutturale quattro-cinquecentesca ed � questo uno dei fattori che conferisce ad esse una carica di fascino salentino, l'alone romantico del rudere o comunque la persistenza selvatica della memoria. LA COSTRUZIONE DELLE TORRI: Le torri costiere vennero fatte costruire dalla R. Corte dal 1563 in poi, e quelle di costruzione precedente, che erano state costruite da privati o da Universit� (le corporazioni locali), vennero incamerate dallo Stato previo rimborso delle spese sostenute per la loro costruzione. Le Universit� si dovevano fare carico del pagamento dei salari dei militi e dei cavallari in servizio presso la torre, e anche delle spese di manutenzione della stessa , per essere poi rimborsate dallo stato successivamente. L'appaltatore (partitario) doveva rilasciare una garanzia (tra i 300 ed i 500 ducati per ogni torre) alla R. Corte e durante i lavori veniva sorvegliato nello svolgimento degli stessi da un "soprastante" che lo controllava affinch� si attenesse alle prescrizioni dategli.
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