GUGLIELMO MARCONI

Carlo Amorati - I4ALU e IK1QLD Angelo Brunero

 

 

Marconi nacque il 25 aprile del 1874 nell'appartamento dei genitori a palazzo Marescalchi, una residenza signorile         posta nel centro di Bologna, a non piu' di 200 metri dal Palazzo comunale e dalla piazza Maggiore. La famiglia            era molto benestante, il padre Giuseppe non aveva completato gli studi, dedicandosi all'amministrazione dei beni di     famiglia, era consigliere comunale, viveva nel mondo degli affari nel capoluogo emiliano. Con i fratelli Arcangelo e     Gianbattista aveva lasciato in giovane eta' il paesello natio, Capugnano, poco distante da Porretta, sull'Appennino      tosco-emiliano, dove il padre Domenico possedeva delle terre. Gli studi presso il seminario. con l'idea  di proseguire     con  un corso di laurea, ma solo Gianbattista aveva portato a termine l'idea originale , divenendo avvocato. Arcangelo seguira' la vocazione ecclesiastica indossando l'abito talare.                                                                                                

Una vita non comune fin dall'infanzia

 Guglielmo dunque nacque in casa nove anni dopo Alfonso, il fratello maggiore che lo seguira' tutta la vita nella prestigiosa carriera, come fedele collaboratore.  Gracile nel fisico, taciturno ma sicuro nelle proprie inclinazioni, il piccolo Guglielmo avra' fin dall'infanzia una vita che potremmo definire "non comune": Annie, la vivace madre irlandese, era di 17 anni piu' giovane del marito, il quale aveva perso la prima moglie, Giulia de Renoli, morta nel dare alla luce il piccolo Luigi. Guglielmo ricevette un'educazione bilinguee, secondo le usanze borghesi del tempo, fu piu' la madre che la scuola pubblica ad orientare gli interessi culturali del ragazzo. Marconi leggeva molto, s'interessava di tutto ma soprattutto di fisica. Le biografie raccontano che Guglielmo da fanciullo parlava un "pessimo italiano" mentre al suo arrivo a Londra, a vent'anni, si esprimeva con disinvoltura in un curioso inglese. L'estate veniva trascorsa a villa Griffone poiche' la campagna faceva bene alla salute del ragazzo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

Villa Griffone e Museo

Nel periodo invernale la famiglia si spostava in citta', ma Annie preferiva i soggiorni in stazioni termali o in regioni dal clima piu' dolce e amava molto i viaggi: in quel periodo visitarono piu' volte l'Inghilterra. A dodici anni Guglielmo completo' le elementari poi per un anno visse a Firenze, dove frequento' l'istituto tecnico Cavallero, in seguito la famiglia si trasferi a Livorno ed il ragazzo fu iscritto all'Istituto Nazionale, una scuola tecnica privata che gli avrebbe consentito l'ammissione all'Accademia Navale; ma i suoi studi non furono regolari e il diploma non fu conseguito. Guglielmo amava la fisica, con buoni risultati scolastici, mentre nelle altre materie aveva scarso profitto; ma proprio in fisica (oltre che in pianoforte) la madre gli fece prendere delle lezioni private, per approfondire la materia, seguendo le inclinazioni del ragazzo. Il professore Vincenzo Rosa insegnava al liceo Niccolini, le sue lezioni teoriche e pratiche appassionarono il giovane Marconi, fra i due nacque un rapporto di grande stima reciproca che non si interruppe col passare degli anni; Marconi ricordo' sempre il professor Rosa come il "suo vero maestro". A Livorno il padre gli regalo' una bella imbarcazione a vela e Guglielmo pote' cosi coltivare la sua passione per la nautica e la pesca. Al porto conobbe un telegrafista cieco col quale instauro' un insolito sodalizio. Guglielmo leggeva ad alta voce per il cieco, il quale in cambio gli insegno' il Morse. Dall'amata madre Annie, quindi, Guglielmo, ereditera' la consuetudine a "muoversi" con grande disinvoltura entro un arco di distanze non indifferenti per quei tempi, sara' il suo destino, quello di affrontare viaggi gravosi uno dopo l'altro, fino ad un paio d'anni prima della morte: tocchera' tutti i continenti, attraversando ben 65 volte l'Atlantico e compiendo un intero giro del mondo. Una vita intensa, eccezionale, sia per il precoce successo, raggiunto in brevissimo tempo (a 23 anni era l'eroe da prima pagina sui piu' diffusi quotidiani del mondo), sia per il crescendo trionfale che lo portera' a conseguire i massimi riconoscimenti scientifici in Italia e all'estero, divenendo il "fiore all'occhiello" del regime fascista: docente di onde elettromagnetiche  presso  l'Universita' di Roma.  Presidente del CNR, Presidente dell'Accademia d'Italia, quindici lauree honoris causa. Rettore dell'Universita' di St Andrew in Scozia, onoreficenze e benemerenze in tutto il mondo.                                                                              

 

L'Invenzione della Radio

Come gia' detto in precedenza Marconi a Livorno fu allievo dei professori Vincenzo Rosa e Giotto Bizzarrini , acquisi da essi una piu' rigorosa mentalita'  in un momento particolarmente importante per l'indirizzo delle sue ricerche. Gli erano ben note le idee e la teoria di MAXWLL, le esperienze di HERTZ, RIGHI, CALZECCHI-ONESTI, BRANLY. Nell'estate del 1894, quando la famiglia Marconi si reco' in vacanza nelle montagne del Biellese, il giovane Guglielmo ebbe modo di riflettere sulle ricerche scientifiche di Hertz e penso' di usare le onde hertziane a scopi di comunicazione. Questa fu la magnifica intuizione di Marconi alla quale nessuno era arrivato. Nell'autunno successivo. nella villa di Pontecchio presso Bologna, il giovane ventenne trasformo' il granaio in laboratorio, lavorando notte e giorno tra rotoli di filo di rame, sfere di ottone, rocchetti di Ruhmkorff, tasti Morse e campanelli, realizzando i primi rudimentali apparecchi. I primi deboli segnali riuscirono a superare il centinaio di metri; dalla finestra del granaio dove era posto il trasmettitore fino alla collinetta in fondo al giardino ove si trovava il ricevitore, i tre punti della lettera S viaggiavano nello spazio arrivando a destinazione, e il colono Mignani sventolava un fazzoletto, indicando l0avvenuta ricezione. Marconi pero' voleva superare gli ostacoli del terreno e trasmettere tra due punti tra loro non visibili. Porto' il ricevitore al di la' della collina, dove il Mignani col suo fucile attese che il campanello suonasse per tre volte. Dal suo granaio Marconi premette per tre volte sul tasto del trasmettitore e gli rispose lontano un colpo di fucile; le onde elettrmagnetiche avevano superato l'ostacolo, le radio comunicazioni  erano ora possibili!                                                                                        

 

Detector Magnetico                                                                                                                                                      

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