Detector magnetico Marconi
del tipo industriale a doppio ascolto - 1903
Una delle prime radio
Tra il 1895 ed il 1896 Marconi inizia a sperimentare il suo apparato trasmettitore-ricevente finalizzato a trasmettere un segnale telegrafico senza l'ausilio di fili per il collegamento tra le due stazioni.
Il trasmettitore e' costituito da un rocchetto d'induzione, e da uno scaricatore, da un tasto telegrafico e da un'antenna a lastra metallica.
Il ricevitore era invece costituito da un coherer, dispositivo in grado di rilevare l'arrivo dell'onda radio tramite un tubetto di vetro contenente della limatura di ferro in grado di far passare corrente solo quando viene investito da un onda radio. Per mezzo di un opportuno circuito il coherer comanda la stampante telegrafica Morse che traccia su carta i punti e le linee del messaggio. Dopo ogni rilevazione di un impulso radio il coherer va leggermente scosso per metterlo in condizione di rilevare un nuovo impulso.
Prima di Marconi il coherer era stato studiato da Temistocle Calzecchi Onesti, dal francese Edouard Branly e dall'inglese Oliver Lodge, anche se nessuno di essi aveva pensato di costituire un sistema di comunicazione utilizzabili nella pratica.
La sintonia
Un primo importante passo nell'applicazione pratica della comunicazione radio e' la possibilita' di poter trasmettere e ricevere singole frequenze. I primi ricevitori infatti captavano tutti segnali che giungevano all'antenna senza la possibilita' di distinguere quelli provenienti dall'uno o dall'altro degli appartecchi che stavano trasmettendo in quel momento: i segnali potevano quindi sovrapporsi rendendo difficile la comprensione del messaggio, un problema sempre piu' grave man mano che aumentavano il numero delle stazioni trasmittenti e dei messaggi trasmessi.
Nel 1900 Marconi brevetta, con il numero 7777, un circuito che permette di sintonizzarsi su una specifica frequenza permettendo di selezionare la frequenza dell'onda radio trasmessa o ricevuta.
L'adozione del detector al posto del coherer
La crescente diffusione della radiotelegrafia senza ed il suo uso commerciale richiedono una grande affidabilita' degli apparati utilizzati. Nel 1902 Marconi realizza il detector magnetico, un rivelatore molto piu' adatto al nuovo stato delle comunicazioni radio. A questo apparato viene collegato un ricevitore telefonico, grazie al quale si ascoltano i punti e le linee del messaggio che deve essere trascritto a mano. Nel modello piu' diffuso ci sono due gruppi di rivelazione distinti, per due diversi radiotelegrafisti: se e' necessario, questi possono anche ascoltare contemporaniamente lo stesso messaggio e confrontare quanto ricevuto per maggiore sicurezza.
Il detector magnetico rivela il segnale radio in un modo completamente diverso dal coherer. Una treccia di fili di ferro sottili scorre vicino ai poli di due magneti, passando lungo l'asse di due avvolgimenti coassiali. L'avvolgimento piu' interno e' collegato all'antenna e alla terra, l'altro e' collegato al ricevitore telefonico. Le onde radio che colpiscono l'antenna provocano nell'avvolgimento piu' interno correnti che modificano bruscamente lo stato magnetico della treccia metallica: cosicche' nell'avvolgimento piu' esterno si generano impulsi di corrente percepibili attraverso il ricevitore telefonico. La treccia metallica viene fatta scorrere da un meccanismo di trascinamento mosso da un motore a molla.
Nel 1901-1902 Guglielmo Marconi compie alcune esperienze di ricezione a bordo dell'incrociatore "Carlo Alberto" confrontando le prestazioni di due coherer e di tre detector magnetici, verificando la superiorita' dei dispositivi magnetici. Il trasmettitore si trovava a Poldhu, in Cornovaglia, e le esperienze compiute dimostrano la possibilita' di ricevere i segnali anche a 1500 chilometri di distanza, nonostante la interposizione di estese zone continentali e catene montuose.