"Art" is0zdt (1921-1999, formerly is1zdt), a professional in radio technology, pioneer of SSB RTTY SSTV VHF in the era of vacuum tubes (no audio cards or DSP available !), always in a volcanic ham radio constructing activity, master of many sardinian OM.

We remember his great care and precision, order, and patience specially with the beginners.

 

is1zdt at his shack in the middle '50s (by courtesy of his Family) - is1zdt nella sua stazione verso la metà degli anni '50 (cortesia della Famiglia)

Ordine, studio, preparazione, esecuzione meticolosa tanto nella meccanica quanto nei cablaggi, cura delle finiture, estrema attenzione alle misurazioni strumentali, questi i tratti caratteristici sin dagli anni '50 della vulcanica attività di Arturo IS0ZDT (già IS1ZDT), "Art" per gli OM (1/2/1921 - 21/2/1999).

Valente tecnico professionale ed autocostruttore, non lasciava nulla al caso o all'improvvisazione, ma anzi si affidava al meticoloso approfondimento delle basi teoriche e degli accorgimenti pratici, sempre estremamente attento ad ogni dettaglio ; precorrendo sempre i tempi, da pioniere ed in piena epoca valvolare quando (non esistendo ovviamente ancora ad es. le schede audio ed il DSP) per fare qualsiasi cosa occorrevano complesse e diversificate apparecchiature appositamente dedicate, dell'SSB, della RTTY, VHF, SSTV, ed in seguito del computer, in particolare se abbinato alla radio ; ciò anche disponendo, come tecnico, di strumentazione di elevata precisione.

E' stato vero maestro di tantissimi radioamatori sardi.

 

Di lui ricordo la grande umanità e disponibilità specialmente verso noi "allievi", dimostrata anche mediante chiare, approfondite, ed occorrendo ripetute, spiegazioni di concetti non facili e di tecniche allora d'avanguardia ; il grande rack in bell'ordine ma in perenne evoluzione, con i tanti apparati autocostruiti (*), specie per SSB: due tx pionieristici a compensazione di fase ed un adattatore per ricezione, oltre ad autentiche "chicche" di oltre oceano (quali a turno gli Hallicrafters SX-28, SX-101A, il Collins 75S-1 (**), il Johnson Viking Invader 200), senza peraltro trascurare il surplus ; inoltre le lunghe file rilegate di QST, Radio Rivista, e di altre innumerevoli pubblicazioni a carattere prevalentemente tecnico, in genere di taglio professionale. Altri suoi interessi spaziavano dalla moto, alla musica, alle lingue straniere, alle conquiste aerospaziali.

 

Credo che egli sia stato un radioamatore nel senso più letterale della parola, poiché autenticamente e profondamente amava la radio ! Per lui, il concetto stesso di radio, che traduceva poi compatibilmente nella concreta attività, consisteva nello sfidare perennemente i limiti del mezzo, della perfezione tecnica ; nella vera tradizione marconiana !

La radio d'amatore rivestiva così questo significato, dell'essere cioè sempre un gradino più avanti, un qualcosa che andasse oltre le limitazioni intrinseche del prodotto commerciale, fosse anche di classe professionale, del quale pure all'occorrenza si serviva, senza però lasciarsene assorbire ; un qualcosa, proprio in quanto amatoriale, non altrimenti disponibile, perché più innovativo e perfetto.

Allo stesso modo in cui, tanto per fare un paragone, sia per sperimentare delle nuove soluzioni tecniche da destinare poi, se del caso, alla produzione, che per beneficiare delle loro possibili ricadute come vantaggio sportivo, nelle moto da competizione, nelle macchine da F1, nell'aviazione ultraleggera, nelle barche da regata oceanica, e via discorrendo, si tende sempre ad applicare gli ultimi ritrovati della ricerca nei campi della meccanica di fluidi, delle tecnologie dei materiali, dell'elettronica, delle tecniche di navigazione, ecc. .

Tale tendenza era rafforzata dalla sua disposizione sempre attenta a cogliere le novità della tecnica, assistita dalla lettura assidua ed approfondita delle pubblicazioni in materia. Questa continua tensione tra l'ideale ed il possibile, tra l'irraggiungibile ed il concretamente fattibile, questa continua sfida di progresso, credo stiano precisamente alla base del suo modo non già di fare il radioamatore, bensì proprio di essere radioamatore.

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(*) - il primo (dall'alto, sul rack) era basato sullo schema di I1SVZ da Radio Rivista 6/59; ne ricordo vivamente la lunga e complessa costruzione meccanica ed elettrica, tutta improntata ad un elevato standard qualitativo, dalle fasi iniziali, con la costruzione del box VFO ed oscillatore di conversione a quarzi, in acciaio laminato verniciato di rosso, allocato nella parte sinistra del complesso costituito da un robusto telaio in alluminio con supporti in fusione, di origine professionale ; indi i due pannellini staccati in ottone argentato lucidati a specchio, uno dello sfasatore BF recante quale componente principale la rete di sfasamento SB1M con zoccolatura octal, l'altro dei due modulatori bilanciati con diodi a vuoto 6AL5 ; il tank finale del P.A. impiegante il tubo 6146 ; la finitura del pannello frontale in alluminio dai robusti maniglioni laterali, su cui campeggiava la mascherina nera in ghisa della scala lineare di sintonia con incassato sotto al centro lo strumento indicatore ; le lucine TX/RX in alto a sinistra, subito sotto i comandi vox ed anti-vox, ed il grosso complesso alimentatore ; la taratura separata dei diversi sub-assembly, ed infine dell'intero apparato ;

- il secondo (immediatamente sotto) basato sull'SB-7M della ditta romana Miniphase, descritto su Radio Rivista 10/1961 di cui adottava alcuni componenti come il VFO a conversione V-7M con scala semicircolare, e forse il printed board ;

- l'adattatore per ricezione anch'esso basato su schemi tratti da Radio Rivista anni '50 caratteristico per il grande altoparlante centrale dalla mascherina circolare grigio-celeste, con selettore di emissione AM/USB/LSB/DSB, era collegato al Super Skyrider SX-28, anch'esso montato nel rack, di cui ricordo oltre alle grosse manopole laterali della sintonia e del bandspread, la grande scala esterna centrale, incisa su disco in acciaio inox.

(**) - collegato alla posizione CW, questo incorpora in media frequenza un filtro attivo home-made, forse originante da QST ; filtro specifico per l'impiego in RTTY, con caratteristiche difficilmente riscontrabili in filtri IF di tipo analogico, specie commerciali, fatto salvo appunto l'impiego di tecnologie digitali come il DSP ; caratteristiche che possono all'incirca così riassumersi: larghezza di banda 170 Hz ; frequenza centrale, dopo battimento con la frequenza fissa data dal BFO quarzato, pari a 1285 Hz ; attenuazione fuori banda circa -60 dB ; attenuazione delle frequenze comprese tra i due toni circa -30 dB ; nel caso appunto della RTTY tale pronunciata insellatura centrale costituisce un pregio del filtro, contribuendo alla ulteriore reiezione di possibili interferenze che cadessero nella porzione di banda compresa tra i toni di MARK e SPACE.

Un'altro ingegnoso sistema, credo di sua concezione e pratica messa a punto, utilizza la caratteristica "vfo sideband frequency shift" degli apparati Collins S-Line, per consentire in CW ed RTTY di raggiungere facilmente quella condizione di perfetta isofrequenza (zero beat) che, per questi modi di emissione, è richiesta dall'impiego di filtri stretti in ricezione.

In the picture, Art in his shack, together with Vanni IS0GF - Foto dello shack di Arturo IS0ZDT assieme a Vanni IS0GF (Per gentile concessione dell'Archivio Redazionale de "Il Giornale d'Italia" presso la BIBLIOTECA COMUNALE "GIULIO CESARE CROCE" - 40017 SAN GIOVANNI IN PERSICETO (BO) [email protected])

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