Logo dell'Associazione Radioamatori Italiani (ARI) con sede in Via Scarlatti, 31 a Milano. Eretta a Ente Morale nel 1950.

Dal 1927 al 1977 si chiamava: Associazione Radiotecnica Italiana.  

 

                                 

Non si tratta di una professione e questo è abbastanza ovvio, ma di un hobby che però, per le sue caratteristiche, si distingue da tutti gli altri in quanto è anche un servizio. Infatti tale attività, anche nelle norme di legge da cui viene regolamentato, si chiama:

Servizio di Radiamatore.

Per poter esercitare questa attività è richiesta una patente ministeriale, che si consegue per mezzo di esame. Dopo di ciò, il Ministero delle Comunicazioni, sentiti i pareri di altri Ministeri, Difesa ed Interni, rilascia la Licenza che deve in seguito essere rinnovata ogni 5 anni.

 

Definizione di

 RADIOAMATORE / RADIOAMATRICE  

come è riportata dal dizionario de Agostini:

Dilettante che, secondo le convenzioni internazionali di Ginevra, effettua radiocollegamenti, anche a forti distanze, per studio ed esperienza.  A ciò viene abilitato dalle autorità di ogni Paese con apposite norme che prevedono il superamento di un esame teorico di radiotecnica e pratico di telegrafia. I radioamatori operano per interesse personale, senza fini di lucro, con l'obbligo di trasmettere solo informazioni private, tecniche e meteorologiche o che comunque non possano venire considerate in concorrenza con i servizi commerciali o pubblici di telecomunicazione; le trasmissioni vengono effettuate su bande di frequenza (dette appunto  dei radioamatori) a loro esclusivamente riservate, nel campo che va dalle onde  alle microonde. Soprattutto nella banda delle onde corte, sfruttando la propagazione ionosferica delle radioonde i radioamatori possono realizzare normalmente  radiocollegamenti anche fra stazioni fra loro agli antipodi pur usando potenze paragonabili a quelle di una comune lampadina e irradiate da antenne di limitata estensione. Negli ultimi decenni i radioamatori hanno contribuito in modo decisivo allo studio della propagazione delle radioonde frequenza superiore ai 30 MHz collaborando pure alle iniziative condotte in occasione di studi ed esplorazioni geofisici, per cui le loro esperienze sono sono riconosciute come di grande interesse teorico e pratico ai fini dello studio delle radiocomunicazioni.

Vari satelliti spaziali sono stati infatti i messi a disposizione dei radioamatori proprio perché le esperienze da essi condotte, in particolare sulle frequenze dai 2 ai 40 GHz, sono risultate molto importanti per l'attivazione dei satelliti per telecomunicazioni. Ai radioamatori sono riservate diverse bande di frequenza sia per l'impiego esclusivo (p. es., fra fra 7.0 e 7.1 MHz) sia come allocazione primaria (p. es., fra 7.1 e 7.3 MHz), sia infine come allocazione secondaria (p. es., fra 2300 e 2450 MHz). L'affollamento dello spettro elettromagnetico (v. frequenze) dovuto alla diffusione delle applicazioni esistenti e al moltiplicarsi di, nuove, come le trasmissioni digitali audio e i collegamenti via satellite di servizi radiomobili, che richiedono un loro spazio nello spettro, ha portato alla conferenza WARC 92 (World Administrative Radio Conference 1992: Conferenza mondiale amministrativa per la Radio del  1992). Era prevista entro il duemila la razionalizzazione dell'allocazione delle delle frequenze, con aggiustamenti per le bande amatoriali che lasciano inalterate l'ampiezza e la priorità di utilizzazione. I radioamatori affiancano le autorità in vari servizi sociali specie nell'ambito della “protezione civile”. P. es. se, per una calamità naturale, le telecomunicazioni in una località divengono carenti, il Corpo Emergenza Radioamatori interviene con squadre di volontari di pronto intervento, dotati di mezzi e riserve per almeno tre giorni di completa autonomia anche dalle fonti di energia elettrica. È possibile così creare delle reti di radiocomunicazioni di emergenza.

 

 

 In ogni tipo di emergenza i radioamatori sono sempre stati fra i primi ad intervenire con generosità e competenza, prestando la propria opera in collaborazione con i servizi di Protezione Civile.   

 

Bande di frequenza in cui possono operare i radioamatori

 

Onde Lunghe

da  135,7 a 137,8  KHz   
 
Onde Medie
da  1830  a 1850   KHz    
 
ONDE CORTE

da  3500  a 3800   KHz
da  7     a 7,100  MHz
da 10,100 a 10,110 MHz
da 14     a 14,350 MHz     
da 18,068 a 18,168 MHz
da 21     a 21,450 MHz
da 24,890 a 24,990 MHz
da 28     a 29,7   MHz
da 50     a 51     MHz


ONDE ULTRACORTE
 
VHF
  da  144 a  146 MHz  
      
UHF
da  432 a  436 MHz
da  435 a  438 MHz
        da 1240 a 1245 MHz     
   da 1267 a 1270 MHz
   da 1296 a 1298 MHz

SHF
da 2303 a 2313 MHz
        da 2440 a 2450 MHz        
da 5650 a 5670 MHz
da 5760 a 5770 MHz
da 5830 a 5850 MHz

EHF
  da 10,45 a 10,50 GHz
da  24    a  24,05 GHz
     da  47    a  47,20 GHz    
da  75,50 a  76    GHz
da 142    a 144    GHz
da 248    a 250    GHz

 

      

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