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STORIA DELL'ASTRONOMIA
Da Stonehenge allo sbarco sulla Luna

Quale impatto abbia avuto l'uomo primitivo con il cielo è facile immaginarlo. Basta pensare all'importanza che aveva capire il meccanismo con cui determinati eventi celesti si verificavano per poter fronteggiare la paura e spesso la riverenza nei loro confronti.

Un'eclisse con il suo improvviso accadere doveva incutere un certo timore nell'uomo antico per non parlare poi dell'improvviso apparire di una cometa o di una supernovae.

A volte però la paura si trasformava in adorazione nei confronti di chi, come il Sole, puntualmente ogni anno iniziava un nuovo ciclo quasi a voler simboleggiare il trionfo della vita sulla morte, o della Luna, custode delle notti, o di Sirio che con il suo levare eliaco segnava l'inizio delle benefiche inondazioni del Nilo presso gli egiziani e perciò considerata annunciatrice di benessere.

Fissare dei punti di riferimento nel cielo era dunque un'esigenza vitale per gli antichi affinchè con essi potessero scandire i loro momenti cruciali. Il sorgere del Sole, le fasi lunari, il ciclo stagionale ed ogni altro evento astronomico periodico erano dunque dei preziosi riferimenti che in qualche modo segnavano la loro stessa esistenza.

Da tutto ciò derivano i primi reperti di cultura astronomica che risalgono a circa 15000 anni fà, quando vennero incise numerose pitture rupestri, segno di una certa conoscenza del cielo da parte dei popoli di quel tempo. Essi erano degli ottimi conoscitori dei fenomeni celesti, complice anche il fatto che la loro vita sociale e le loro attività si svolgessero esclusivamente all'aperto, e perciò a contatto esclusivo con la natura ed il cielo, e ben lontano dalle luci artificiali della nostra civiltà tecnologica.

Con il passare dei secoli l'uomo mutò la propria vita passando dal nomadismo ad una esistenza piu' stabile e, con lo sviluppo delle prime società agricole, si impose perciò una maggiore conoscenza della volta celeste e particolarmente del ciclo stagionale.

Ecco allora l'orizzonte terrestre, che come un calendario naturale indicava loro lo scorrere dei mesi.Vennero infatti eretti diversi complessi megalitici con dei precisi allineamenti verso di esso indicanti in ogni periodo i punti di levata e tramonto del Sole oltre a quelli equinoziali e solstiziali. Il ciclo solare divenne allora oggetto di culto insieme a quello lunare che, legato alle fasi, scandiva invece il tempo nel breve termine.

Uno dei primi e piu' antichi monumenti del genere risale attorno al 2000 A.C. quando in Inghilterra venne eretta la gigantesca opera megalitica di


Stonehenge, un vero e proprio osservatorio astronomico, con il quale gli antichi abitanti di quelle terre potevano seguire il decorso del Sole e della Luna nonchè a quanto sembra predire le eclissi.

La proclamazione di ogni evento legato al culto religioso ed alle loro attività agricole non era dunque piu' un problema per le classi sacerdotali, che con un calendario così preciso potevano amministrare con esattezza tutta le vicende sociali e lavorative dei loro popoli.

Simili costruzioni sono state rintracciate anche in altre parti della Terra, segno di una certa conoscenza dei segreti del cielo diffusa in tutti i popoli antichi. Spesso, oltre agli astri maggiori, anche le stelle divennero dei preziosi indicatori astronomici. E' d'esempio infatti la grande piramide di Cheope, eretta intorno al 2500 A.C., che presenta numerosi allineamenti voluti agli astri piu' luminosi del cielo nonchè ai punti cardinali.

Tuttavia anche presso gli egizi lo studio dell'astronomia era riservato ai sacerdoti che specialmente si dedicavano al culto della stella Sirio che incarnava la dea Sothis. Ciò era legato alle piene stagionali del Nilo che cadevano in concomitanza al sorgere eliaco della stella. Predire un tale fenomeno era dunque annuncio di benessere e prosperità per il popolo le cui attività agricole erano imprescindibilmente legate, dato il clima torrido, a quelle del sacro fiume.

L'osservazione e lo studio dei fenomeni astronomici dovevano dunque essere molto approfonditi presso gli egiziani ai quali si deve anche la creazione di un calendario di 365 giorni che poi G.Cesare introdusse a Roma.

Quasi parallelamente cresceva anche un altro popolo, quello mesopotamico, che particolarmente si distinse nella ricerca di segni celesti premonitori. Ecco allora nascere dei ed eroi nel cielo della Mesopotamia, ognuno rappresentato da un corpo celeste, che attraverso i fenomeni astronomici comunicavano la loro volontà ai Sumeri ed ai Babilonesi.

Inizialmente infatti il confine fra l'astrologia e l'astronomia era molto labile e lo studio e l'osservazione celeste erano affidati anche presso i popoli mesopotamici alle classi sacerdotali che registravano puntualmente ogni evento astronomico.

Così essi compilarono quelle famose tavolette in scrittura cuneiforme che giunte sino a noi ci offrono una testimonianza di come essi potessero predire eclissi, congiunzioni ed altri fenomeni accaduti circa 3000 anni fà.

Risalgono a loro anche le prime osservazioni planetarie con un preciso studio dei moti dei pianeti attraverso le costellazioni dello Zodiaco e dei relativi segni zodiacali che gli astronomi babilonesi si apprestarono a disegnare lungo l'eclittica.

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