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 Bari - Pisa: andata e ritorno (Giugno 2004)

 

Manca poco all'alba, e' l'ora di alzarsi e partire;
dopo una veloce colazione metto fuori la moto e l'accendo:
mi aspettano un bel po' di km oggi;
un'occhiata al cielo lascia presagire una splendida giornata, in ogni caso,anche se cosi' non fosse stato,non ci avrei ripensato..Es muss sein!
..e mi ritrovo gia' in marcia passando per  i piccoli comuni che ogni giorno attraverso per andare al lavoro: osservo la solita gente ancora sonnecchiante che esce per andare al lavoro, il solito semaforo, il solito bar, ma stavolta sembrano diversi, o forse nella loro monotonia, non ci avevo mai fatto caso; se e’ vero che viaggiare non e’ vedere cose nuove,ma vedere le stesse cose con occhi diversi, allora forse oggi mi ritrovo veramente in viaggio.

 

Decido di prendere l’autostrada per Napoli, poi direzione Roma; odio l’autostrada perche’ monotona e sempre uguale, eppure decido lo stesso di prenderla: perche’?
forse per non arrivare tardi a Pisa, forse per non viaggiare col buio, forse per non rimanere a terra in qualche stradina sperduta..insomma, l’autostrada da piu’ certezza; ma non dovevo riuscire ad eliminare la paura di rimanere senza certezze?

Riuscire ad eliminare la paura e’ la chiave per risolvere i problemi o,detto a modo mio, “il miglior metodo per risolvere i problemi e’ ignorarli” (da non prendere troppo alla lettera);
infatti il non preoccuparsi  per qualcosa  permette di essere piu’ sereno e di potersi dedicare alla risoluzione del problema in maniera piu’ attenta, libero da implicazioni di carattere emotivo;
gia’…emotivo, sono troppo emotivo, ecco qual’e’ il problema! Basta che sia emotivamente “acceso” che rischio di sbagliare….mica semplice pero’ restare freddo!

 

 Vabbe’ ormai e’ presa; il tachimetro segna continuamente150km/h, nella mente suona continuamente la stessa canzone, il rumore del vento le fa da sottofondo.

Alle mie spalle ora va sorgendo  il sole: le ombre sono lunghissime;
Ai miei lati scorrono mandorleti, uliveto, vigneti, tipici del sud barese che lentamente lasciano il passo alle piatte pianure del nord barese; in successione supero Bitonto, Andria, Canosa di Puglia, Candela poi dolcemente si affacciano gli Appennini.

 

Mi torna in mente una scena di almeno 20 anni fa quando, per la prima volta con mio padre percorsi quella strada in auto; stetti tutto il tempo con lo sguardo al finestrino ad osservare le varie casette, i vari campi, riuscendo addirittura a differenziare ogni monte dagli altri; ogni albero era differente dagli altri, ogni sentiero che intravedevo  lasciava immaginare nuovi mondi da scoprire; la stessa autostrada era un mondo da scoprire: dove portera’ mai questa strada?
adesso quegli alberi sono tutti uguali, quei monti tutti uguali, l’asfalto sempre uguale, Napoli troppo vicina; eppure sono ancora curioso: voglio andare oltre.

 

Comincia a fare freddo,nonostante siamo a Giugno gli Appennini fanno sentire la loro presenza sempre di piu’, quindi mi fermo per indossare una felpa e per fare benzina e subito riprendo.
E’ strano come sia sufficiente qualche piccolo elemento esterno per far cambiare lo stato d’animo; come in questo caso!
Un attimo prima il caldo vento che mi sfiorava, l’alba, il cielo pulito e terso mi infondevano tranquillita’, serenita’, ora e’ bastato un brivido per mettere tutto in discussione: e’ un effetto valanga.

 

Il tratto appenninico e’ forse meno noioso delle lunghe e piatte strade pugliesi pero’ personalmente preferisco queste ultime, sara’ forse per il fatto che il cielo occupa sempre  piu’ dei ¾  del panorama e concede piu’ spazio alla mia mente.

 

Arrivo nei pressi di Napoli e prendo la deviazione per la A1, direzione Roma; la strada si sussegue un po’ monotona, questo mi da la possibilita’ di rimanere assorto nei miei pensieri: lavoro, vita, amicizia, viaggi sono tutti oggetto dei miei pensieri;

supero in successione Caserta, Cassino, Frosinone, in men che non si dica mi ritrovo a Roma, nel gran caos del grande raccordo anulare;
Dovevo chiamare alcuni amici per un caffe’, ma ad essere sincero non ne ho tanta voglia…voglio rimanere solo!

Decido quindi di lasciare l’autostrada e prendere la SS1 Aurelia;
la strada inizialmente e’ proprio come piace a me: scorre lungo la costa tirrenica tagliando borghi e paesini permettendomi di tuffarmi nelle piazze, nei profumi, nei mercati; decido di fare una sosta a Santa Marinella, proprio sul mare, dove mangio e mi riposo un po’;  una ragazza vuole vendermi dei profumi….ha sbagliato soggetto!

Ormai e’ pomeriggio, il cielo e’ limpido e terso e i primi accenni della piatta maremma non fanno che amplificare quegli spazi;
d’improvviso  mi torna in mente una domanda che da piccolino mi ponevo: non riuscivo mai a spiegarmi perche’ mi piacevano i film di Bud Spencer e Terence Hill;
la trama non era un granche’ ma ne andavo pazzo, perche?
Adesso ho la risposta: il cielo! In tutti i loro film il regista metteva sempre il cielo come sfondo, in qualunque inquadratura c’era sempre luce e immensi spazi azzurri. Quando viaggiavo sull’autobus per andare a scuola sedevo sempre vicino ai finestrini e piaceva perdermi oltre l’orizzonte.
Che strano, pero’; questa volta e’ stata la risposta a richiamare una domanda rimasta sepolta e dimenticata per anni.

Puglia, Campania,Lazio, adesso e’ il turno della Toscana; la stanchezza un po’ si fa sentire ma mi sento libero e spensierato; il bello di un viaggio in moto e’ che riesce a tenere libera la mente e per libera intendo proprio il Nulla: potrebbero passare ore intere, alla fine non sapresti dire a cosa pensavi, forse a nulla, forse a qualcosa, certo e’ che non rimane traccia di ricordo alcuno, pero’ stai bene, sereno, rilassato; provoca una specie di estasi difficile da spiegare; di sicuro non accade lo stesso con l’automobile; mha..stranezze !


Superata Follonica mi fermo spesso ad ammirare la costa; qui e’ rocciosa e spesso a strapiombo sul mare; il sole, che ormai volge ad ovest, riflettendosi nel mare crespato crea un’infinita’ di accecanti riflessi dorati;


i bordi delle strade sono piene di auto e scooter dei bagnanti che sono giu’ in spiaggia: “da rivisitare” – mi dico – “un giorno…chissa’!”
Ecco finalmente giungo a Livorno e da qui Pisa e’ a un tiro di schippo;
Sono le 16:30.
Cerco l’aereoporto militare, li ci lavora un amico; lo trovo.

 Dopo i saluti mi metto alla ricerca di posto per la notte; avevo una lista di bed & breakfast; c’e’ un posto a pochi km fuori Pisa  a buon prezzo (30 euro) in localita’Ponsacco (??), chiamo, mi danno l’ok ci vado; niente male: posticino pulito, poco frequentato e tranquillo; prendo le chiavi e ritorno a Pisa in pizzeria, poi una breve passeggiata nel centro, poi a nanna.

 

 

 

[…CUT]

Ok, sono stato fuori tre giorni in Germania, adesso devo tornare a Bari; prima pero’ voglio passare da Firenze, c’e’ un amico che lavora li; non ho tappe o orari da rispettare e cosi’ decido di rimanere un’ altro giorno; la moto, rimasta nell’aereoporto militare per 3 giorni, parte al primo colpo: buon segno!
Per prima cosa e’ bene cercare una  sistemazione per la notte;  avevo una lista di agriturismi e bed & brekfast della zona , un paio di telefonate ed il problema e’ risolto: devo solo trovare questo borgo medioevale della parte antica di non so che di un certo comune di Montespertoli che nessuno sa dove sia; mha, da noi esistono il comune e la via..non puoi sbagliare;


Comincio ad inoltrarmi sui colli intorno Firenze e devo ammettere che lo spettacolo e’ stupendo:
paesaggi che infondono calma, serenita’; casolari medioevali circondati da cipressi, bassi vitigni e case coloniche, piccole borgate: semplicemente fantastico!
Non senza difficoltà finalmente trovo il mio bed & brekfast: una casa medioevale ristrutturata situata su un piccolo colle, accanto una vecchia chiesa ed un casolare “fortificato” di origine medioevale: carino!
Dopo le presentazioni di rito prendo visione della camera e ritiro le chiavi; mi spetta la camera “Verde”, dal colore delle mura.



Prendo la via per Firenze; e’ il tramonto e ammirare quei paesaggi con il caldo sole calante e’ davvero una cosa eccezionale: peccato non poter condividere quelle emozioni con nessuno….
la strada e’ tutta in discesa cosi’ spengo la moto: e’ bello ascoltare il suono della serenita’!

Finalmente giungo a Firenze, ma sfortunatamente non ho la possibilita’ di visitarla; la serata passa in pizzeria ricordando i vecchi tempi , poi si fa tempo di tornare; un poliziotto (il mio amico e’ commissario di polizia) mi consiglia una strada per far prima; sono dubbioso ma decido di provare; e’ tardi, buio e non conosco bene la strada..ed infatti dopo tre ore che vago per i colli Fiorentini non ho ancora la piu’ pallida idea di dove sia finito; in compenso attraverso un sacco di piccole borgate,  centri abitati; qualcuno riesco a riconoscerlo gia’ dalla seconda visita….
piazze medioevali illuminate da caldi  lampioni a luce gialla si alternano a casolari  isolati dove una piccola luce accesa lascia immaginare una famigliola riunita per cena.
Ad un certo punto perdo la speranza ma non entro in panico, anzi, la cosa quasi mi diverte: e’ un’esperienza nuova;
Comincio a pensare a dove passare la notte, forse la cosa piu’ semplice e’ inoltrarmi in qualche stradina e addormentarmi sotto qualche grosso albero…..l’indomani il sole m’avrebbe svegliato con piu’ serenita’;

Ma ecco che proprio quando mi ero gia’ abituato all’idea “del tutto e’ perduto” e soprattutto l’avevo accettato serenamente, ecco che allora la strada mi ritorna familiare: e’ quella giusta!
Questa potrei considerarla una conferma della mia teoria  “il miglior modo per risolvere i problemi e’ ignorarli”; infatti solo dopo aver accettato serenamente la possibilita’ di non arrivare mai a destinazione la mia mente era nelle condizioni ideali per risovere il problema, per concentrarsi esclusivamente sulla strada, libera dalle preoccupazioni derivanti dalla paura di non poter mai giungere a destinazione…..gia’ forse ‘ proprio cosi’, o forse e’ solo culo!

Finalmente la meta’; adesso posso abbandonarmi stanco tra le braccia di Morfeo.
Il mattino seguente sveglia presto ( almeno nelle intenzioni, in realta’ saranno state le 9:00), mentre faccio colazione chiacchiero con una coppia di motociclisti che mi parla delle crete senesi, un posto, a loro dire,  fantastico; giuro che se avro’ la possibilita’ ci faro’ un salto.
Pago il conto (solo 25 euro) e mi mette in marcia….si…..ma per dove?
bella domanda; so solo che devo andare a Sud-est, almeno Bari si trova li.
Vorrei passare da San Marino e poi scendere lungo l’Adriatico, ma alla fine decido di tagliare dolcemente l’Italia centrale in due, attraversando gli Appennini per poi sbucare sull’Adriatico nei pressi di Pescara; di li poi scendere attraverso la strada statale 16: l’adriatica: e’ cosi’ sia!

 

Ad esser sincero non saprei dire con esattezza la strada percorsa, ma devo aver imboccato la SS2 ed essere passato per Poggibonsi;
Sono entrato in Siena giungendo fino alle mura del centro storico, ma  la circolazione era consentita solo ai pedoni, quindi ho proseguito attraverso la SS73 poi , costeggiando il lago Trasimeno fino a Perugia, in seguito Foligno;
Qui ho fatto un giro nel centro e ne ho approfittato per mangiare un po’, poi di nuovo in marcia sfiorando  Spoleto sulla SS3 fino a Terni.

A Terni ho lasciato le strade statali per inoltrarmi in piccole strade provinciali in direzione Rieti;
Forse questo tratto e’ stato il piu’ divertente: ho attraversato stradine strettissime di montagna, molte erano dissestate, attraversate da piccoli ponti caratteristici, tagliando piccoli centri abitati e masserie; ricordo un sacco di tornanti, un sacco di sali e scendi su e giu’ per monti con gli alberi che formavano un lungo tetto sulla testa.

Eccomi finalmente a Rieti! Prendo la direzione per L’Aquila, dove, dopo qualche km, vengo fermato ad un posto di blocco dalla polizia stradale: dopo un veloce controllo dei documenti capisco il motivo: uno dei due poliziotti ha un supertenere’ e quindi il discorso prosegue sull’argomento moto; saluto e riparto; la stanchezza comincia a farsi sentire; sono costretto a viaggiare alternando spesso periodi di guida in piedi a quelli di guida seduto; inoltre il polso (causa acceleratore) comincia a farmi male.

Poco dopo Rieti, all’uscita di un tornante stretto di montagna, qualcosa non va: vedo a pochi metri una nube di polvere e pietre che vengono giu; e’ un autotreno che si e’ ribaltato bloccando la strada; si prestano i primi soccorsi, per fortuna l’autista e’ salvo; riesco a trovare 30 cm di spazio tra l’autotreno e la parete rocciosa che delimita la strada e posso proseguire; le auto invece dovranno aspettare per un po’!

 

Ecco L’Aquila! Proseguo in direzione mare stanco all’inverosimile; mi fermo ad un bar per un gelato e un vecchietto, avvicinandosi, comincia a raccontarmi la sua storia, le sue moto, il suo lavoro, i problemi con la moglie……ascolto, annuisco, ma  sono troppo stanco per essere partecipe ed inoltre il sole comincia ad avvicinarsi all’orizzonte; saluto e riparto…..mi spiace caro signor X, lei rimarra’ nella mia memoria insieme alla sua bella guzzi modificata, ma non penso che riusciro’ mai ad associarle un nome o un paese.

Piano piano gli appennini cominciano la loro lenta discesa verso il mare, i monti diventato colli, i verdi boschi lasciano il passo alle gialle pianure coltivate o alle brulle praterie incolte.
Finalmente il mio mare: l’Adriatico! A Francavilla al Mare imbocco la SS16, l’adriatica; la strada mi sembra familiare e tranquilla (a parte i numerosi autovelox, ma per fortuna gli automobilisti sono soliti avvisare con lampeggi), del resto conosco bene il tratto pugliese, fino al suo termine, nel sud barese, quindi so bene dove mi portera’.
Riesco ad arrivare a Termoli, ma stavolta la stanchezza mi impone una sosta prolungata; decido per il peggio: prendo l’autostrada, sono appena a 200km da Bari, ad una media di 150km/h dovrei essere a casa in un’ora e mezzo.
Gli ultimi km sono molto sbiaditi nella mia memoria; ricordo solo un gran dolore al polso, il sedere distrutto, la testa che tendeva a cascare sotto il suo stesso peso e una grossa rossa palla infuocata nel mio specchietto retrovisore che lentamente svaniva all’orizzonte: poi un sacco di lucine, infine casa, dolce casa!

 

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73 de iz7ath, Talino Tribuzio

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