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ALIMENTATORE
DI ALTA TENSIONE
PER
AMPLIFICATORE RF  A VALVOLE

 

 

 

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Come al solito la necessita' di costruire questo alimentatore (e amplificatore RF) non e' sorta dal bisogno di disporre di piu' potenza ma per il semplice piacere di costruire qualcosa riutilizzando del materiale che giaceva abbandonato.
In particolare questo alimentatore anodico e' nato per affiancare l'unita' RF costruita attorno a due valvole russe GI7B - GI7BT;
tuttavia e' stato costruito separatamente per poter essere usato, in futuro, anche con altri amplificatori.
Caratteristiche:
V-0ut=1500-2800V (con prese intermedie);
I-Out=400 mA continui / 1-1,2A in funzionamento SSB-CW;
Circuito= duplicatore,con circuito soft start;
Dimensioni (p x h x l)= 34x31x25
Peso=25-30kg circa;

Questo alimentatore anodico fornisce la sola tensione anodica;
la logica di funzionamento e' la seguente:
in condizioni normali i 2 rele (disattivi) scollegano il trasformatore dalla fase e neutro (220V); in queste condizioni l'alimentatore e' praticamente spento; quando arriva il segnale di OK (in pratica 12V per attivare i rele, che vengono dall'unita' RF), viene data tensione al trasformatore prima attraverso una resistenza limitatrice (soft start che dura pochi decimi di secondo) e poi, direttamente; 
da questo momento l'alimentatore e' attivo e sul connettore di uscita ritroviamo la tensione anodica.

 

 

IL TRASFORMATORE HT


Il cuore di tutto e' il trasformatore di alta tensione, nello specifico un T1000 della ESCO con ingresso a 220V ed uscite a 600-700-800-900-1000V /  1 Ampere;
possiede anche vari secondari a 5 e 6,3V per i filamenti che pero' sono rimasti inutilizzati.
un calcolo sommario della potenza necessaria puo' effettuarsi conoscendo la massima dissipazione anodica della valvola (supponiamo 700W);
se infatti supponiamo di far lavorare la valvola al limite,con un rendimento del 60%, questa si trovera' a dissipare (sottoforma di calore) ben  700 watt sulla placca; questi 700 watt costituiscono il 40%; il restante 60% sara', piu' o meno, la potenza RF che preleveremo e manderemo in antenna; facendo una veloce proporzione troviamo che quel 60% corrisponde a 1050 Watt;
In totale quindi il  trasformatore dovra' erogare una potenza di 60+40% =1750VA.

Dal datasheet della valvola possiamo ricavare la massima tensione anodica da applicare alla valvola, supponiamo 2400V;
conoscendo potenza (1750VA) e tensione (2400) possiamo ricavare la corrente necessaria= 1750/2400=730 mA;
(e' un calcolo approssimativo, non si tiene affatto conto dell'eventuale sfasamento V-I).Nel caso di funzionamento intermittente o non continuo (come in SSB) si usa dividere a meta' (o a 1/3) la potenza necessaria;
nel mio caso il trasformatore era l'elemento da cui partire (1000VA):
una coppia di GI7B ha
una dissipazione anodica di 700W
Max tensione anodica 2400V
Max corrente anodica di 700mA
supponiamo, in classe AB un rendimento del 60%
duplicando i miei 1000V / 1A ottengo 1000x2,82 = 2820V con circa 400mA;
sotto carico e' da aspettarsi un calo del 20% circa (2300-2400V);
supponendo un servizio non continuo in SSB sono al di sopra della meta';
inoltre, per esperienza, il trasformatore T1000 della ESCO e' molto piu' generoso di quello presente nel FL2100 (le potenze in gioco sono quasi le stesse), quindi no problem;
Infine, avrei potuto giocare sulle varie prese per abbassare la tensione.

Un'ultimo consiglio; quando vi procurerete il trasformatore, giustamente, vorrete provarlo sotto rete;
bisogna tenere conto che, senza alcun carico, all'atto dell'accensione si generano extratensioni che possono far danni;
ecco qua una dimostrazione:

 

In pratica ho commesso l'errore ( e lo sapevo...HI) di aver dato tensione al trasformatore senza carico e con i puntali del tester gia' applicati; in questi casi conviene
1) prima dare tensione  e poi posizionare il tester
2) inserire una lampadina 220V in serie al trasformatore
3) alimentare il trasformatore a tensione inferiore (1/10) e poi moltiplicare la tensione letta x10.

 

 

 

I CONDENSATORI DI FILTRO


Avendo scelto un duplicatore di tensione avevo bisogno di due condensatori di uguale capacita': la scelta in questi casi e' quasi obbligata: o un serie-parallelo di SNAP-IN da 450 V oppure due carta-olio di tensione adeguata;
facendo due calcoli ho preferito acquistare due carta-olio da 200 microFarad / 2500V al costo di 64 euro: sono enormi ma risparmiano un sacco di problemi costruttivi;
inoltre la grande capacita' totale (100 microFarad) avrebbe colmato le eventuali lacune del trasformatore sotto i picchi di assorbimento.
In parallelo a questi ho posto 10 resistenze da 12Kohm / 5W (240Kohm /100watt in totale) non tanto per equalizzare le correnti quanto per fornire un carico costante di poche decine di milliampere.
I condensatori, date le grosse dimensioni, sono stati fissati al telaio con due staffe home-made semplicissime (vedi fig.)

 

 


IL DUPLICATORE

 

Il duplicatore di tensione  e' formato da due batterie di 10 x BY255 ciascuna, per un totale di 26KV / 3A (per restare sul sicuro...HI).
Non ho usato resistenze di equalizzazione sui diodi per due motivi:
1) le tecniche costruttive di oggi permettono di avere semiconduttori dalle caratteristiche simili senza grosse differenze come invece accadeva 10-20 anni fa;
2) le resistenze servono ad equalizzare le correnti per evitare che in qualche diodo scorra una corrente superiore a quella massima ammissibile; questo, pero', e' giusto quando i diodi vengono fatti lavorare al limite;
nel mio caso, i BY255 sopportano una corrente massima di 3 A
ma l'alimentatore dovra' fornirne al massimo 700mA.

 

 

 

SICUREZZE


Sull'uscita della HT e' presente una resistenza da 10 Ohm / 10W utile per limitare l'eventuale corrente di scarica in caso di corto;
un fusibile sull'uscita del trasformatore e' una maggiore sicurezza;
in molti testi si dice che ad alte tensioni un normale fusibile, pur interrompendosi, provoca ancora il passaggio di corrente per pochi attimi a causa di gas conduttori che vi si formano all'interno; per questo l'ho posto all'uscita del trasformatore dove, al massimo, ci sono 1000V;
due fusibili sul primario inoltre provvedono ulteriore protezione.
Non ho previsto sicurezze (microswitch) sul contenitore per il semplice motivo che, per poter avere l'HT in uscita, e' necessario inviare un segnale di abilitazione dall'unita' RF (in pratica 12V per attivare i rele').

 

 

 

ALTRO

step-start


Una resistenza da 22 ohm /25 W solleva da massa il ramo negativo della HT: questo e' utile per poter misurare la corrente anodica sul lato negativo, a bassa tensione e non su quello positivo, dove ci sono piu' di 2500V.
Completano l'alimentatore un circuito di soft-start (o step-start) utile per evitare brusche extracorrenti all'accensione dovute ai condensatori scarichi: in pratica, per pochi decimi di secondo il trasformatore HT viene alimentato tramite una resistenza da 47ohm /50W che ne abbassa la tensione in uscita (e limita i picchi di corrente).

 

 

IL CONTENITORE



Per il contenitore ho riciclato cio' che ho trovato (un po' di qua, un po' di la...HI); la struttura portante e' realizzata con lamierini di acciaio saldati ad arco e verniciati con zinco spray.
Chi ha a disposizione una piccola saldatrice ad arco puo' utilizzare profilato quadrato 20x20;
Chi invece vuole evitare le saldature puo' usare angolare 20x20 o 25x25, piatto 20-25x3 e bulloni, ma avra' bisogno di almeno un trapano;
oppure si puo' usare l'alluminio, piu' costoso ma piu' facile a trovare nei negozi di bricolage.
Per i pannelli di copertura, esiste una grande varieta' di lamiere gia' forate.

 


Il circuito e' tutto qua: bisogna fare molta attenzione alle tensioni in gioco che sono mortali; MASSIMA  PRUDENZA.

Fai Click qua per il circuito stampato della scheda "Duplicatore"

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73 de iz7ath, Talino Tribuzio

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