TEORIA
DELL’IMPIANTO FOTOVOLTAICO
TECNOLOGIA
FOTOVOLTAICA
La
conversione della radiazione solare in una corrente di elettroni avviene nella
cella fotovoltaica, un dispositivo costituito da una sottile fetta di materiale
semiconduttore (il più utilizzato è il silicio), opportunamente trattata; in pratica la
singola cella si può paragonare ad un grosso diodo semiconduttore.
L’energia che si può sfruttare dipende dalle
caratteristiche del materiale di cui è costituita la cella :
l’efficienza
di conversione (percentuale di energia
contenuta nelle radiazioni solari che viene trasformata in energia elettrica
disponibile ai morsetti) per celle commerciali al silicio è in genere compresa
tra il 13 % e il 17 %, mentre realizzazioni speciali di laboratorio hanno
raggiunto valori del 32,5 %.
In pratica la tipica cella fotovoltaica ha uno spessore
complessivo compreso tra 0,25 e 0,35 mm ed è costituita da silicio mono o
multicristallino. Essa, generalmente di forma quadrata, ha una superficie
compresa tra 100 e 225 mq e produce, con un irraggiamento di 1 kW/mq ad una
temperatura di 25°C, una corrente compresa tra i 3 e i 4 A e una tensione di
circa 0,5 V, con una potenza corrispondente di 1,5 - 2 Wp.
Il Watt di picco
Poiché la potenza di una cella fotovoltaica varia al
variare della sua temperatura e della radiazione, per poter fare dei confronti
sono state definite delle condizioni standard di riferimento, che originano il
cosiddetto Watt di picco (Wp), relativo alla potenza fornita dalla cella alla
temperatura di 25°C sotto una radiazione di 1.000 W/mq.
Oltre al silicio di tipo cristallino, ultimamente si nota
un forte interesse, da parte di diverse aziende produttrici, a realizzare linee
di produzione di moduli basati sul silicio amorfo. Con l’amorfo, in realtà, non si può parlare di
celle, in quanto si tratta di deposizioni di silicio (appunto allo stato amorfo)
su superfici che possono anche essere ampie.
Il silicio amorfo è presente sul mercato già da diversi
anni, ma fino ad ora non si era guadagnato una quota di mercato significativa,
soprattutto a causa dei dubbi esistenti sulla sua stabilità nel tempo : col
passare degli anni spesso si verificava una riduzione delle prestazioni. Ecco
che l’amorfo veniva (e viene ancora oggi) usato soprattutto per applicazioni
“indoor”, cioè per alimentare piccoli utilizzatori, come calcolatrici
tascabili, orologi, gadgets vari...
Di recente si è messa a punto una tecnologia produttiva
che realizza più strati di silicio amorfo, la cosiddetta “eterogiunzione”,
che sembra risolvere i passati problemi di stabilità.
Per quanto riguarda il costo, il tradizionale silicio
amorfo presenta costi minori rispetto al silicio cristallino (mono o multi),
mentre l’amorfo a due o tre giunzioni necessita di ulteriori riduzioni di
costo affinché possa diffondersi su larga scala.
LA CARATTERISTICA ELETTRICA DELLE CELLE SOLARI
Si è già ricordato che la cella fotovoltaica è
sostanzialmente un diodo di grande superficie. Esponendola alla radiazione
solare, la cella si comporta come un generatore di corrente, il cui
funzionamento può essere descritto per mezzo della caratteristica
tensione-corrente:
|
Caratteristica
tensione-corrente di una cella solare.
In generale la caratteristica di una cella fotovoltaica
è funzione di tre variabili fondamentali:
Intensità della radiazione solare;
Temperatura;
Area della cella.
L'intensità della radiazione solare non ha un
effetto significativo sul valore della tensione a vuoto; viceversa l'intensità
della corrente di corto circuito varia in modo proporzionale al variare
dell'intensità dell'irraggiamento, crescendo al crescere di questo.
La temperatura non ha un effetto significativo sul valore
della corrente di corto circuito; al contrario, esiste una relazione di
proporzionalità tra questa e la tensione a vuoto, aumentando la temperatura
diminuisce la tensione. L'area della cella non ha alcun effetto sul valore
della tensione; viceversa esiste una diretta proporzionalità tra questa e la
corrente disponibile.
In condizioni di corto circuito la corrente generata è
massima (Isc), mentre in condizioni di circuito aperto è massima la tensione
(Voc). In condizioni di circuito aperto e di corto circuito la potenza
estraibile sarà nulla, poichè nella relazione P = V x I sarà nulla la
corrente nel primo caso e la tensione nel secondo. Negli altri punti della
caratteristica all'aumentare della tensione aumenta la potenza, raggiungendo
quindi un massimo in prossimità della (Isc) e diminuendo repentinamente in prossimità della
(Voc).
Le caratteristiche principali dei diversi materiali
|
Si mono |
Si multi |
Si amorfo |
GaAs |
CdTe |
CIS |
Rendimento cella |
14-17% |
12-14% |
4-6%
singolo |
32,5%
(lab.) |
10% |
12% |
Vantaggi |
Alto
rendimento stabile tecnologia affidabile |
<
rendimento |
costo
< |
Alta
resistenza alle alte temperature (ok per i concentratori) |
Basso
costo |
Molto
stabile |
Svantaggi |
Costo |
Complessità |
Basso
rendimento |
Tossicità |
Tossicità |
Tossicità
(Cd) |
IL GENERATORE FOTOVOLTAICO
E’ costituito da un insieme di moduli collegati in
serie e/o parallelo tra di loro.
Collegando
in serie i moduli:
La corrente
totale del modulo si “adegua” a quella del modulo che genera meno corrente,
mentre la tensione globale è data dalla somma della tensione dei singoli
moduli.
Un insieme di moduli collegati in serie costituisce la
cosiddetta “stringa”.
Collegando
in parallelo più stringhe di moduli:
La corrente
totale del generatore fotovoltaico è data dalla somma della corrente in uscita
da ogni stringa.
La tensione globale del sistema è invece equivalente
alla tensione generata da una singola stringa.
La potenza nominale totale del sistema è pari alla somma
della potenza nominale di ogni singolo modulo.
Effetti delle ombre
La riduzione della potenza erogata, causata da un
ombreggiamento parziale del campo fotovoltaico, può essere non proporzionale
alla porzione di superficie in ombra, ma molto superiore.
Occorre prestare quindi molta attenzione ai collegamenti:
se, ad esempio, di fronte al campo fotovoltaico si ha un palo, bisognerà fare
in modo che l’effetto dell’ombra si senta su una sola stringa e non vada ad
intercettare più moduli, compromettendo quindi il corretto
funzionamento di tutto l’impianto;
E’ come se si stringesse con una mano una canna entro
cui scorre dell’acqua, impedendo alla stessa di fluire. Analogamente avviene
con le cariche generate dalle celle fotovoltaiche dei diversi moduli: se
un’ombra appare su un modulo, gli elettroni provenienti dai moduli esposti al
sole “trovano la strada bloccata” e non possono arrivare “a
destinazione”....
LE
BATTERIE PER I SISTEMI FOTOVOLTAICI
L’energia
prodotta dai moduli fotovoltaici viene immagazzinata nelle batterie, per
renderla disponibile quando non c’è sufficiente illuminazione.
E’ l’elemento più critico di tutto il sistema,
l’unico che esige manutenzione.
Requisiti principali:
- Costante disponibilità ad assorbire ed erogare energia
elettrica in grandi e piccole quantità;
- Erogazione di corrente sufficientemente grande;
- Lunga durata di vita nel funzionamento ciclico;
- Esercizio con poca manutenzione;
- Costi minimi.
Tra le batterie disponibili sul mercato, la più idonea
risulta sempre la batteria al piombo, grazie soprattutto al rendimento di carica
e scarica e al rapporto tra prezzo e prestazioni.
PbO2+Pb+2 H2SO4 <--> 2PbSO4+ 2 H2O
Durante la carica gli elettrodi emettono acido; durante
la scarica si verifica il processo inverso.
Batteria carica:
Piastra positiva--> perossido di piombo (PbO2)
Piastra negativa-->puro piombo (Pb)
Elettrolita--> acido solforico diluito
Batteria scarica:
Piastra positiva e negativa --> solfato di piombo
(PbSO4)
La carica avviene immettendo energia elettrica. Una
carica troppo veloce potrebbe danneggiare le piastre.
Le batterie adottate negli impianti fotovoltaici possono
assorbire correnti di carica molto deboli, cosa che le normali batterie non
potrebbero fare.
Batteria sovraccaricata --> in prossimità degli
elettrodi si formano ossigeno ed idrogeno.
La miscela dei due gas è detta gas tonante ed è esplosiva (pericolo !! --> sistemare le batterie in luoghi ben ventilati).
Il regolatore di carica (centralina) previene la sovraccarica della
batteria, bloccando il processo di carica quando si raggiunge una tensione
finale di carica di 2,35 V per cella. Per evitare invece l’eccesso di scarica,
con relativo rischio di solfatazione delle piastre, il regolatore interromperà
il prelievo di corrente nel caso in cui la tensione dell’elemento scende sotto
un certo livello (1,75 V). Aumentando la corrente di scarica, inoltre, aumentano
le perdite dovute alla resistenza (P = R * I2) e si incrementano le reazioni
secondarie, riducendo in tal modo la capacità della batteria.
Ecco che quindi la capacità di una batteria (Cn = In *
tn [Ah], In=corrente di scarica nominale; tn=tempo di scarica nominale) viene
sempre definita in funzione del tempo di scarica e della temperatura di
funzionamento.
Ad esempio, C20 indica la capacità di una batteria che
è scaricata in 20 ore alla temperatura di 25°C. Temperatura di esercizio
ideale per gli accumulatori al piombo: 15 - 25°C.
Col ridursi della temperatura la capacità diminuisce,
mentre con l’aumentare della temperatura si velocizzano le reazioni chimiche e
si verifica una maggiore autoscarica--> 3 - 5% / mese a 20°C.
Poiché al variare della temperatura cambia la tensione
(DV max (T) = - 6 mV/°C) è importante che il regolatore sia in grado di
considerare la temperatura.
Tipi principali di batterie
Batterie
con piastre positive e negative a griglia
Durata di vita
doppia di quella delle automobili.
Debole autoscarica, resistenza ai cicli, poca
manutenzione.
Batterie
OPzS con piastre positive corazzate
Piastre positive tubolari corazzate,
piastre negative a griglia.
La lega al piombo contiene selenio e pochissimo
antimonio, garantendo in tal modo una buona resistenza ai cicli.
Eccezionale resistenza ai cicli (circa 3000 cicli con una
profondità di scarica del 30%), autoscarica inferiore al 3%, carica senza
problemi, poca manutenzione, impiego possibile fino a -5°C al massimo, ottimo
rapporto prezzo-qualità, grande durata di vita.
Applicazioni: impianti con forte sollecitazione delle
battrie, per grandi capacità.
Batterie
a blocchi con piastre positive tubolari
Le piastre positive tubolari e le piastre negative a
griglia sono isolate le une dalle altre mediante separatori microporosi. Un
ulteriore involucro in fibre di vetro racchiude l’elettrodo positivo e
previene cortocircuiti interni. La speciale lega del blocco e la grande scorta
di elettrolito assicurano assenza di manutenzione per 3 anni.
Anche con correnti deboli la carica è buona (sono quindi
ideali per gli impianti fotovoltaici), grande durata di vita, elevata resistenza
ai cicli (circa 4.500 cicli con profondità di scarica del 30%), alto rendimento
in Ah (95-98%).
Batterie
con elettroliti solidi
Utili per temperature sotto lo zero.
Sono robuste e non hanno problemi per trasporti in aereo.
Durata cicli: maggiore che nelle batterie con piastra a
griglia, ma inferiore a quelle OPzS o tubolari.
Poiché la cella è molto sensibile alle perdite idriche
il processo di carica deve essere perfettamente adeguato alla batteria, in modo
da contenere al massimo la formazione di gas.
Costo elevato.
Batterie
al Nichel-Cadmio
Per temperature estreme (da - 50°C ad oltre + 55°C).
Nel caso dei piccoli cicli il rendimento in Ah è di
oltre il 95% e, con scariche profonde, ancora del 70%.
Le batterie al Ni-Cd possono essere scaricate
completamente fino all’inversione di polarità. Con buone condizioni di
funzionamento la durata di vita è lunghissima. Essendo possibile la scarica
totale, il regolatore di carica è superfluo. Svantaggio: alta autoscarica (5
- 10 volte superiore di quella delle batterie al piombo).
Alto costo.
Rendimento batterie = Eout / Ein
[%];
Il rendimento sale quanto più è basso il rapporto tra
Isc e Icar;
Un buon rendimento : 0,83;
Durata di
vita: se la batterie è
“ben regolata” può arrivare anche a 8 - 10 anni di vita.
Se la profondità di scarica è eccessiva, la durata di
vita della batteria si riduce:
Profondità di
scarica |
N° cicli |
80% |
200 |
40% |
600 |
30% |
800 |
20% |
1100 |
Collegamenti serie -
parallelo
Collegamento in serie: + di una batteria con - di
un’altra --> si sommano le tensioni e le capacità in Wh; le capacità in
Ah non cambiano.
Collegamento in parallelo: tra poli uguali --> si
sommano le capacità in Ah e in Wh, mentre la tensione rimane costante.
Si privilegia il collegamento in serie, tale da ottenere
la tensione richiesta dal sistema, al collegamento in parallelo, perché la carica
risulterebbe sempre disuniforme e la durata di vita delle batterie ne sarebbe
penalizzata.
Manutenzione
Controllo periodico dell’elettrolita.
Gli intervalli di manutenzione possono essere prolungati
facendo ricorso a dispositivi di ricombinazione dell’idrogeno (capsule al
carbone attivo da avvitare al posto dei tappi) : l’ossigeno e l’idrogeno che
si producono durante la carica si congiungono di nuovo per formare acqua, che
ritorna alla batteria riducendo sensibilmente le perdite idriche.
Altri accorgimenti
Per ridurre al minimo l’escursione termica,isolare le
batterie.
I collegamenti tra diverse batterie devono essere
realizzato unicamente tra elementi assolutamente identici.
Attenzione!
|
Confronto tra
batterie per impianti solari e batterie per autotrazione:
|
Batteria solare |
Batteria x autotrazione |
Corrente di spunto |
Piccola |
Grande |
Rendimento |
Grande |
Medio |
N° cicli |
Grande |
Piccolo |
Autoscarica |
Piccola |
Media |
Durata di vita |
Lunga |
Media |
LE CENTRALINE ELETTRONICHE
Coordinano in modo ottimale il generatore solare e
l’accumulatore e ottimizzano il flusso di energia.
Servono per il monitoraggio dell’impianto.
Gli strumenti indicatori sono importanti perché
l’utenza impara ad adattare il prelievo di corrente all’offerta disponibile,
in modo da prolungare sensibilmente l’autonomia del sistema.
Per valutare il funzionamento di un impianto fotovoltaico
sono sufficienti un amperometro e un voltmetro all’entrata, un voltmetro per
la tensione di batteria e un amperometro per la corrente di scarica.
Se la temperatura del locale batterie non è tra i 15 e i
25°C, è necessaria una compensazione della tensione finale di carica (corretta
con una valore compreso tra -3 e -6 mV per ogni °C di aumento della
temperatura).
GLI INVERTER
Si nota un forte aumento della richiesta di inverter da
installare negli impianti solari fotovoltaici per l’alimentazione di utenze
isolate.
La motivazione principale è il desiderio degli utenti di
mantenere le medesime comodità disponibili nelle prime case (nel caso per
esempio di baite montane).
Inverter ad onda
quadra
|
Inverter ad
onda sinusoidale modificata
|
Inverter ad
onda sinusoidale
|
Elementi
importanti per la scelta
|
GLI APPARECCHI
UTILIZZATORI
Prima di pensare all’impianto fotovoltaico occorre
sempre definire con precisione il carico elettrico e valutare l’eventuale
possibilità di ottimizzazione energetica, perché bisogna sempre ricordarsi che
“l’energia meno cara è quella risparmiata”.
Lampade tubolari
fluorescenti
Consumano da 3 a 5 volte meno delle lampade ad
incandescenza di pari luminosità.
Lunga durata di vita - buona convenienza economica.
La tensione di accensione è prodotta da un convertitore
ad alta frequenza, che provoca l’illuminazione del gas. La lampada si accende
meglio che nelle tradizionali applicazioni a 220 V / 50 Hz. I tubi possono
essere usati in entrambi i casi.
A basse temperature (0°C) l’accensione può essere
difficoltosa. Questo tipo di lampade è adatto ai locali di lavoro, i corridoi,
l’illuminazione esterna.
Lampade a risparmio
energetico (PL/PLC/PLS/4p)
Efficienza --> da 5 a 6 volte migliore delle lampade
ad incandescenza
Durata di vita --> 8 volte quella di una lampada ad
incandescenza
Forma più contenuta
Luce più calda-->adatta per locali abitati Idonee per
applicazioni a temperature sotto lo zero Sopportano notevoli variazioni di
temperatura
Lampade alogene
Sono uno sviluppo
delle lampade ad incandescenza. Hanno un’efficienza da 2 a 3 volte superiore.
Sono meno efficienti delle lampade a risparmio energetico
o dei tubi fluorescenti.
Luce chiara e calda.
Ideali per l’illuminazione temporizzata.
Lampade ad
incandescenza
Reperibile anche per basse tensioni (12 o 24 V).
Bassa efficienza.
Basso costo.
Usandole a bassa tensione hanno una scarsa durata di
vita.
Utili per brevi utilizzi.
Lampade al vapore di
sodio
Alto rendimento
Luce arancione, monocromatica.
Prezzo elevato.
Richiedono un circuito elettronico.
Riassumendo, ad esempio…
Tipo di Lampada |
Potenza [W] |
Flusso [lm] |
rendimento [im/W] |
n relativo rispetto a incand. a 60W |
Incandescente |
40 |
580 |
14,5 |
0,9 |
Incandescente |
60 |
980 |
16,3 |
1 |
Alogena |
50 |
1000 |
20 |
1,23 |
Alogena |
100 |
2300 |
23 |
1,41 |
Fluorescente diritta |
8 |
430 |
54 |
3,31 |
Fluorescente diritta |
13 |
950 |
73 |
4,48 |
Fluorescente U (PL) |
9 |
600 |
67 |
4,11 |
Fluorescente U (PL) |
11 |
900 |
82 |
5,03 |
Sodio |
18 |
1800 |
100 |
6,14 |
Sodio |
36 |
4800 |
137 |
8,41 |
Frigoriferi
E’ importante
un compressore a basso consumo e uno spesso rivestimento termoisolante.
I frigoriferi a basso consumo costano molto, ma consumano
molta meno corrente. Devono essere installati in locali freschi.