|
|
![]() |

|
QUANDO È NATA LA FOTOGRAFIA Da una intuizione di Leonardo da Vinci |
| L'idea di una "camera oscura" non ha
un'origine ben definita. Infatti si dice che i principi su cui si basa fossero già noti ad Aristotele. E' comunque accertato che fu nel
Cinquecento che si lavorò intorno a questo oggetto, che veniva usato spesso poi
da pittori mediocri. Nel "Codice Atlantico", considerato il più grande ed
affascinante trattato di tecnica, Leonardo da Vinci immaginò la camera oscura,
premessa per la macchina fotografica, descrivendone, pur senza averla realizzata, il
funzionamento basilare: una scatola con forellino centrale, attraverso il quale
passava l'immagine di un qualsiasi oggetto illuminato che si proiettava,
rovesciata, sulla superficie interna, opposta e perpendicolare a quella su cui
era stato praticato il foro. Nel 1568 l'intuizione del grande Leonardo venne
perfezionata dal veneziano Daniello Barbaro, dal medico milanese Girolamo
Cardano e dal fiorentino Ignazio Danti, i quali posero sul foro, attraverso cui
passava l'immagine, una lente biconvessa, grazie alla quale l'immagine stessa
veniva riprodotta con maggiore definizione. Dopo di che altri vi portarono
migliorie, rendendo sempre più nitida l'immagine sul vetro smerigliato. Quella
però era ancora soltanto un macchina fotografica in embrione, in quanto
permetteva la visione dell'immagine ma senza poterne conservare traccia alcuna.
Era comunque una strada che avrebbe
condotto diritto alla fotografia. |
I
ricercatori del Getty Conservation Institute di Los
Angeles, con l' ispettrometria a raggi X, hanno svelato il segreto: una lamina di
stagno ricoperta di bitume, materiale fotosensibile, unito a olio di lavanda,
che ha la proprietà di indurirsi al contatto con la luce. Gli scienziati sono
rimasti sorpresi del fatto che, a distanza di 177 anni, l'immagine non appaia
per niente deteriorata. La fotografia in parola, comunque, d'ora i poi sarà tenuta in una
scatola d'acciaio riempita d'argo, gas che ne assicurerà la conservazione. Due
anni dopo ecco il "dagherrotipo", antesignano della nostra
fotografia. La
scoperta fu in seguito perfezionata dall'Inglese Fox-Talbot che introdusse nel
procedimento la carta sensibile per la stampa. Carta che fu ulteriormente migliorata
nel 1874 con l'introduzione, sempre per merito degli Inglesi, dei sali di
argento. Il
grande salto di qualità, che ha aperto la porta alla moderna fotografia ed
anche alle prime immagini a colori, fu
merito dello statunitense George Eastman che inventò la pellicola sensibile su
supporto di plastica del tutto identica a quella che usiamo oggi. Il suo nome
rimane ancora quale marca di una grande Casa americana. Da
quel momento la tecnica della fotografia ha visto enormi miglioramenti e
sviluppi, ma i due principi basilari, camera oscura e pellicola, il primo risalente
addirittura a Leonardo da Vinci, sono rimasti concettualmente gli stessi.
|
|
Dagherrotipo del 1828
|
|
Una macchina fotografica per dagherrotipi, fabbricata nel 1839. Porta un marchio con la firma di Daguerre e il nome del costruttore |
Una rarissima immagine scattata in Italia con la Kodak n. 1, messa a punto da George Eastman nel 1888 |