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Pievefavera:
l'antico sito di "Faveria", sorto in epoca romana, sì caratterizza come "statio", cioè stazione di posta, grazie alla felice posizione geografica, situata lungo la strada di congiunzione tra la Flaminia e la trasversale che univa Urbs Salvia ad Ancona. Nell'alto Medio Evo (XI sec,> il centro, spostatosi nel frattempo sullo sperone roccioso, divenne "Pieve" ed andò assumendo via via la forma 

attuale. Il paese, infatti, disposto con uno schema a liscia di pesce, risulta circondato da ben tre cinte murarie con portali a sesto acuto. La Chiesa plebale è stata ricostruita nel XII secolo e rimaneggiata in epoche successive. Un più ampio "Antiquarium" è posto all'interno della,Torre castellare ed offre agli occhi del visitatore una particolare commistione tra epoca romana e medioevale, cosa che d'altronde è già evidente nel toponimo del paese.


Testi e foto per gentile concessione di Progetto Italia s.r.l -Cagli (PS) Tel. 0721-781693

Impaginatura a cura di IK6COX Zeno Della Ceca

BACK Diploma Castelli Italiani prov. Macerata

5/9/02 - Una spiaggetta a pochi passi
di Eno Santecchia

Quest’anno coloro che si recano alla Valleverde di Pievefavera (Caldarola), avranno una gradevole sorpresa: la stradina d’accesso è stata finalmente depolverizzata. Senza polvere l’arrivo e la permanenza sono molto più piacevoli.
La Valleverde si trova sulla riva destra del lago, a pochi chilometri da Camerino, sottostante il borgo medievale di Pievefavera che quindi si specchia nelle acque. In questo luogo ventilato il caldo non è mai eccessivo, inoltre a differenza del mare non ci sono problemi di parcheggio.
L’attività di “bar - chiosco - trattoria” come ama definirlo il gestore sig. Fausto Dibiagi, ebbe inizio nel lontano 1954, subito dopo la nascita del lago artificiale.
L’idea fu di Claudio, il padre di Fausto; all’inizio ben poche persone si recavano al chiosco, poiché bisognava percorrere una ripida e stretta stradina che scendeva dall’antico borgo di Pievefavera. Il padre raccontava al figlio che durante tutta la prima stagione turistica (per così dire) fu venduto solo un prosciutto ed una cassa di birra! Fu costruita poi la strada panoramica che passa vicino all’antico insediamento romano di “Faveria” e collega Caldarola alla sua frazione Valcimarra.
Prima della costruzione della diga sul luogo vi era un campo con filari di viti maritate all’acero che proseguivano fino al fiume. L’attuale struttura, che occupa poco meno di mezzo ettaro di terreno, è un chiosco con bar e trattoria e un rimessaggio per roulotte, camper, tende, con bagni e docce con acqua calda. Il locale, aperto dal 1 aprile al 30 settembre è conosciuto ed apprezzato anche da persone che vengono dalla bassa valle del fiume Chienti.
Le specialità del locale sono quelle tipiche del maceratese: la cucina casereccia, il tipico salame ciabuscolo, affettati di produzione propria e formaggi locali. Si possono gustare primi piatti anche all’amatriciana e carne alla brace. Si può bere anche la Vernaccia di Caldarola, un buon vino da dessert non a denominazione di origine controllata, appena fuori zona rispetto a quella più famosa di Serrapetrona.
Sulla spiaggetta, lunga circa trecento metri, si può prendere il sole, osservando i pescatori, mentre i bambini giocano senza pericolo negli appositi spazi. E’ bello rilassarsi all’ombra di querce, carpini, ornelli, alberi tipici della macchia nostrana, nonché di aceri, mandorli, ciliegi e noci o fare qualche tranquilla partita a bocce. Sul lago, ove in estate si svolgono gare di canottaggio, si pratica anche il windsurf.
Nell’ex tiro a piattello vi è un’area verde attrezzata per i dipendenti ENEL.
La Valleverde è immersa nel verde e circondata da vigneti, ma soprattutto da oliveti di Coroncina, una varietà d’olivo tipica della zona. A Pievefavera si producono circa 600 quintali l’anno di questa oliva che vegeta sulle soleggiate sponde del lago in terreni ghiaiosi e pietrosi. Per questo ha la modesta resa di 15-16 Kg. di olio al quintale. L’olio extravergine ottenuto dalla spremitura di olive Coroncina ha un colore verde intenso, sentore di carciofo, è molto fine; le sue caratteristiche organolettiche sono inconfondibili!
A Pievefavera per sfruttare in modo razionale un vecchio frantoio con macine di oltre 50 anni, restaurato negli anni 80 dello scorso secolo, è operante la cooperativa “La Pieve” che ora conta 30 soci. L’aspettativa di produttori ed operatori è che questo buon olio ottenga il meritato riconoscimento di denominazione.

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