Quasi a cavaliere fra il Maceratese a l'Ascolano, adagiato
sul dorso di una dolce collina, Mogliano � un paese the si distingue per una architettura ricca di palazzi patrizi con
pregevoli portali di pietra o mattoni, ampie valli o viali, un centro raccolto net cerchio delle mura. Dai bastioni
della bella rocca alla restaurata Porta Levante (sec.
XV), le facciate ripulite segnano vie ben tenute a conservate. II
visitatore, accolto con alto senso di ospitalit�, nelle belle chiese - significativa quella cinquecentesca e
monumentale di Santa Croce d'Ete a l'altra francescana di Santa Colomba, dal magnifico soffitto a cassettoni e dal
pregevole coro ligneo, - nel palazzo comunale, nel museo- pinacoteca parrocchiale -, pu� ammirare vere a proprie
opere d'arte: dipinti di Lorenzo Lotto a del discepolo
Durante Nobili da Caldarola, una "Sacra Famiglia" di
scuola raffaellesca, attribuita ad Innocenzo Francucci da Imola, una coppia di quadri di grandi dimensioni
raffiguranti le allegorie della "Carit�" a della "Fortezza", forse riconducibili alla scuola caravaggesca, un affresco
delta scuola crivellesca,frammenti di altri affreschi staccati
perche giacenti in chiese rurali abbandonate, reperti piceni ed altro materiale di valore.
Mogliano, centro artigianale di spicco nella lavorazione della lana, offre
moderni impianti sportivi a parentesi di manifestazioni turistiche. Alla tradizionale "Rievocazione della passione
e crocifissione di Cristo" il venerd� Santo per le vie del
paese, al "Presepe Vivente" nella parte alta del centro storico, si � aggiunta quest'anno una proposta tutta
nuova, in coincidenza con i festeggiamenti patronali di San Giovanni Battista,
"Mogliano 1744". E' infatti dal 30 Aprile 1744 la data del diploma con
cui Maria Teresa d'Austria, Regina di Boemia a di Ungheria, eleva Mogliano al titolo di
"Citt�", riconoscente per l'ospitalit� che i moglianesi avevano
riservato alle proprie milizie di passaggio per il regno di Napoli, a contrastare l'influenza degli Spagnoli. A
ricordo dell'armonia creatasi fra i moglianesi e militari, qui acquartieratisi per un
mese, trecento figuranti, in abiti settecenteschi, hanno dato vita al corteo storico. In testa
con la bandiera la banda militare, pifferai, tamburini,
precedevano le famiglie nobili, in rappresentanza delle cinque contrade in cui era diviso il territorio, la
municipalit� e gli ufficiali ungheresi. Gli ornamenti d'oro e d'argento spiccavano sulle divise di due generali a dei
maestosi ussari. Uno spaccato di vita settecentesca che ha inondato le vie cittadine. I patrizi, su invito del banditore,
sono usciti dai singoli palazzi gentilizi con le dame, i figli a le balie, i lacch�, gli alfieri e le piccole corti fra gli
applausi dei popolani festanti. Un clima di grandiosit� che
ha impegnato i figuranti, civili e militari, e coinvolto gli spettatori che, dalle tribune a dai bordi delle strade, hanno
sottolineato i passaggi scenici delta manifestazione. Tutto lo splendore del settecento era rappresentato nella storica
sfilata, una ricca fiera di vanit�: gli abiti preziosi, le parrucche lavorate, le trine raffinate, le spille a gli anelli
vistosi, le biacche e le ciprie profumate per imbiancare i volti, i nei civettuoli, i ciondoli
dell'orologio, le tabaccherie, i ventagli, i vessilli al vento. I nobili altezzosi in autocontemplazione guardavano i
servi e i popolani senza vederli. Il secolo dei Lumi scopre cos� il piacere di abbigliarsi; la
moda ha debellato la "Ghiacciata Regione, il pedante Buon Senso, a l'Ordine
seccagginoso".
Itinerario Artistico
La rocca medievale, di cui rimangono solo i bastioni � il luogo migliore per l'inizio di una passeggiata all'interno
delle antiche mura, ma prima ci si pu� soffermare ad ammirare il panorama intorno.
Sulla rocca, la chiesa di S. Maria del Suffragio fu costruita nel 1698 ed ampliata alla fine del '700.
Si prosegue verso la "Cocolla", il primo nucleo medievale ove sorgeva l'antico castello. Ci si imbatte ben presto nella
chiesa di S. Nicol�, anch'essa settecentesca, ora trasformata in auditorium. � un piccolo gioiello di arte
barocca; sopra l'altare, lavoro in scagliola di Interlenghi
di Montottone, a una tela di A. Ricci, l'Ultima cena. Ai lati due bei quadri: Madonna col Bambino ed i Santi Nicola di
Bari ed Agata a sinistra, Beato Pietro da Mogliano a S. Antonio di Padova a destra. |
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Si pu� tornare verso la chiesa
parrocchiale di S. Gregorio Magno, un tempo "extra moenia" proprio perch� costruita al di l� del fossato del
castello. Ha subito vari cambiamenti, (ultimo dei quali nel XVIII secolo quando fu "girata" (il presbiterio fu spostato
dalla pane delfentrata).
All'interno si pu� ammirare una bella pala d'altare,
Immacolata a quattro santi, di Durante Nobili da Caldarola, allievo di Lorenzo Lotto.
Nella sagrestia un grande quadro di G. B. Fabiani, Il Beato Pietro incontra i concittadini liberandoli
dalla peste � interessante l'ambientazione perch� � raffigurato Mogliano cos� come appariva
nel '700. Sulla destra si erge un palazzo delta fine del '500, oggi sede municipale. Progettato come una struttura economicamente autonoma, oltre che come
abitazione della ricca a nobile famiglia Forti, consta di tre piani sopra il livello stradale
ed altri due lotto. Vi si possono ammirare sia i sotterranei con
archi a volte originali, sia le stanze del piano nobile con bei soffitti dipinti a cassettoni,
sia (ultimo piano ora adibito ad archivio storico a biblioteca.
� interessante una piccola stanza a met� scala, tra
il primo a il secondo piano, ricavata all'interno di
un torrione, una volta studio dei signori Forti.
� affrescata in stile "pompeiano" che per l'ubicazione fa pensare ad un altro studio,
anche se ben pi� ricco a fastoso, quello dei Montefeltro del Palazzo ducale di Urbino. Ritornando sulla via
principale, si giunge presto in piazza: sulla sinistra la chiesa parrocchiale di S. Maria a subito
l'occhio � attratto da un portale in cotto del XV secolo,la cui lunetta affrescata ricorda ancora una
pestilenza del 1432. Sul lato opposto delta piazza domina il Teatro
Apollo, ora in restauro, inaugurato net 1844.
L'interno � una splendida struttura in legno a
pianta circolare su cui si aprono 38 palchi disposti in tre ordini.
Dall'altra parte della strada c'� un monastero: fu
costruito nel 1630 dalle Benedettine di Cassino
(suore di clausura) che vi rimasero per circa due
secoli. Nel 1855 fu concesso alle suore di San Giuseppe di Torino the tuttora vi risiedono. Al
monastero � annessa una chiesa, intitolata a San
Grisogono, che le Benedettine riedificarono ed
ampliarono nel 1757. � una bellissima chiesa in
stile rococ�, intatta nella sua originale struttura ed abbellita da porte a finestre dipinte, da un
soffitto a cassettoni a da un organo. Il monastero meriterebbe una visita anche per gli ambienti della
clausura, e per la pala d'altare della chiesa primitiva, oggi conservata presso la
cappella interna: la tela raffigura una Madonna in trono
con i Santi Giacomo, Lucia, Grisogono a Caterina. Il
nostro itinerario prosegue verso la "Porta da
piedi", ed ecco la facciata di una chiesa, oggi chiusa al culto ed in
restauro. Edificata alla fine del XIV secolo, prese il nome di S. Maria "a pede castri". Adiacente alla chiesa
l'arco gotico, anch'esso della fine del sec. XIV e monumento nazionale. Superato l'arco, un primo sguardo alla chiesa di
S. Colomba, che si erge su un piccolo colle di fronte, alle
spalle l'arco, dall'esterno sono ancora presenti sull'antico muro cinque incassi di altrettanti stemmi. All'ingresso del
paese, a ponente della rocca domina un maestoso edificio del '700, gi� ospedale ed ora sede di servizi sanitari.
Proseguendo verso la periferia, si giunge ad un Santuario. Qui si venera una immagine raffigurante il Cristo
Crocifisso che si erge dal sepolcro, affresco della fine del '400 che, se non vanta
pregi artistici, � oggetto di antica venerazione. Nel 1813, fu dichiarato Santuario da Eugenio di Beauharnais, a quel
tempo vicer� d'Italia. All'interno si possono ammirare le grandi tele, forse il capolavoro del concittadino Giuseppe
Lucatelli, raffiguranti l'Addolorata nella navata sinistra, a S. Giovanni Evangelista nella navata destra, ambedue
affiancate da due angeli che recano gli strumenti della Passione. Per una conoscenza completa del patrimonio
artistico di Mogliano occorre visitare due chiese di
campagna: S. Croce d'Ete a S. Maria di Bagliano.
Quest'ultima � molto piccola ma interessante per un
affresco, di scuola crivellesca, Madonna in trono con il Bambino in grembo tra i santi Giuseppe e Sebastiano, a
due figure femminili, di cui una reca in mano il plastico del castello e
della rocca di Mogliano.
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