Pochi giorni dopo il terremoto in Umbria del 26 Settembre 1997, quando e' apparso chiaro che gli OM locali non ce la potevano fare da soli a sostenere la rete delle comunicazioni di emergenza, con due Colleghi della Sezione di Viterbo (Carlo IK0JFR e Carlo I0NNZ) siamo intervenuti come ARI R.E. e in piu' turni siamo rimasti fino al ripristino totale delle comunicazioni (26 Ottobre).
Durante quei giorni ho scritto questa nota poi pubblicata da RR.



RASIGLIA, UN POSTO COME TANTI
Sono andato in un paesino che nessuno di voi conosce: Rasiglia, fra Colfiorito e Sellano. Novanta abitanti. Zona terremotata.

Sono andato per essere utile a dei poveretti che in venti secondi hanno perso tutto o quasi; sono stati giorni e notti di frenetiche comunicazioni e altri in cui si era in attesa dell' evento, dopo un' ora o un minuto, che scatena altri messaggi, e poi altri ancora.

C'era tempo per pensare, magari solo per dimenticare il freddo, la voglia di scrivere qualcosa mi e' venuta quasi subito. Ho cominciato, sul retro dei fogli delle comunicazioni, nel modo classico: una cronaca degli avvenimenti a cui assistevo, una celebrazione di tutti gli OM che stavano operando con abnegazione, qualche nota tecnica su tutto quello che si deve inventare in quelle condizioni anche per chi ritiene di essere perfettamente preparato.

Ho smesso presto. Certamente altri avranno piu' capacita' per pubblicare elenchi di nomi, descrizione della maglia radio, cronache degli avvenimenti. Io non me la sento, ritengo che, a caldo, si possa solo tentare di dare una idea di questo disastro del quale, dalla televisione o dai giornali, non si ha una informazione corretta.

I mezzi di informazione hanno prima sottovalutato le persone, poi hanno dato spazio ai lamenti e in questi ultimi giorni stanno cominciando a far passare il concetto che va tutto bene, vogliamoci bene, tanto il peggio e' passato: bugia, tripla bugia.

E' stata una tragedia di PERSONE, le opere d' arte sono un problema che si affrontera' dopo. Ad un certo punto erano diventate insostituibili opere d' arte anche cose da bancarella. Ho visto RAIUNO girare per un' ora un servizio su una piccola chiesetta senza nulla di significativo, e non entrare neanche nel campo li a fianco, con tende e caravan ben visibili dalla suddetta chiesa.

Sono state proposte interviste a gente che si lamentava per non avere avuto il minimo per la sopravvivenza. Sono stato in alcuni campi e ho ascoltato per settimane le comunicazioni che passavano con richieste di ogni genere, anche le piu' strane: vi posso assicurare che tutti avevano quello che umanamente era possibile dare, il terremoto non glielo potevamo togliere, ma tutti, assolutamente tutti, fin dall' inizio avevano da mangiare, da ripararsi e riscaldarsi, da vestire, medici, psicologi, giocattoli per i bambini e una massa di volontari che la sera invece di andarsene a dormire qualche ora, trovavano sempre una scusa per organizzare una festa, magari con i dolci e il vino caldo, con qualcuno che canta o suona la fisarmonica.

Adesso stanno dicendo che va tutto bene, cominciano ad esserci i prefabbricati ed il futuro non e' poi tanto nero: anche questo per chi c'e' stato e ha parlato con la gente, purtroppo non e' vero. I loro problemi cominciano ora e non li potremo aiutare con i volontari e i mezzi, mettendo in piedi perfette reti di comunicazione o altro: ora ci sono anni di vita nei container e non per negligenze o altro ma per un motivo a cui non avevo mai pensato fino a quella notte in cui davanti al fuoco un generale degli alpini ex-terremotato del Friuli mi ha fatto riflettere: non ci sono abbastanza muratori, geometri e mezzi per ricostruire tutto subito, per forza di cose gli ultimi riavranno le loro case fra tre, quattro anni. Saranno tre o quattro inverni durissimi e tre o quattro estati molto tristi. Ricordiamocene, quando nessuno piu' ne parlera'

Grazie a tutti quelli che hanno fatto qualcosa.

Grazie anche a quelli che intenzionalmente hanno disturbato le comunicazioni, mi hanno fatto capire meglio come e' fatta questa umanita' che sbircia dietro la persiana senza aver il coraggio di fare, poi la sera vanno a dormire nel loro letto caldo, nella loro bella casa intatta.
Sappiano comunque che se altrettanto accadesse da loro, noi ci saremo, come sempre.

I0 ADY - 26/10/97