articolo tratto da: "Il Piccolo" di luned� 14 aprile 1998

�Inevitabile. Ci ha preso la paura e abbiamo pensato al 1976, ma subito dopo abbiamo avuto la conferma che la ricostruzione del Friuli, seguendo le norme antisismiche, ci ha evitato danni e pericoli per le persone�. E' il commento del presidente della Giunta regionale, Giancarlo Cruder, dopo la scossa di terremoto dell'ottavo grado Mercalli che ha avuto come epicentro la localit� slovena di Plezzo, a pochi chilometri da quello che nel 1976 aveva devastato una vasta area del Friuli. Dal sollievo per lo scampato pericolo si � per� subito passati alla solidariet� con la popolazione slovena della valle dell'Isonzo espressa a Plezzo, poche ore dopo il sisma, dall'assessore regionale, Gianfranco Moretton che, assieme al direttore della Protezione civile regionale, Giorgio Verri, ha incontrato il sindaco della localit� slovena. �Ci siamo messi a disposizione delle autorit� locali - ha detto l'assessore Moretton - ben sapendo che in Slovenia il servizio di Protezione civile � ben organizzato, come abbiamo potuto vedere anche in occasione del sisma che ventidue anni fa colp� il Friuli�. Nell'alta valle dell'Isonzo si sono subito recati volontari della Protezione civile delle localit� vicine al confine con la Slovenia, Tarcento e Cividale, e del gruppo Ana, per collaborare nei primi interventi con l'organizzazione slovena. Anche i radioamatori dell'Ari Radiocomunicazioni emergenza della regione hanno immediatamente attivato la loro rete radio effettuando pochi minuti dopo la scossa l'intera monitorizzazione del territorio. Sono stati usati i ripetitori radio installati sul monte San Simeone (Gemona), del San Michele (Gorizia) e quello triestino di Chiampore. E anche ieri questi volontari, assieme al personale della Protezione civile regionale, erano presenti a Plezzo a disposizione delle autorit� locali.