Antenna tuning - Messa a
punto dell’antenna
Stated
the operational range [f1, f2]
try with a field strength meter to determine s1 starting from “O” at the top of the
coil, at which field S is maximum ; repeat for
each band. Such a procedure, by
reciprocity, can initially be tried in receive-only mode ; however (except the
case of SWL use only) for a more exact determination, a transmission test will
be essential.
Fissata la frequenza di taratura f nell'intervallo operativo [f1, f2] (1), si ricerca per tentativi sperimentalmente (2) l’ ascissa s1
lungo l'avvolgimento a partire dall’ origine “O”, che ho
convenzionalmente fissato (anche per comodità espositiva) coincidente con l’
estremo superiore dell’avvolgimento, quello stabilmente collegato al
cilindro C1 ; in modo tale da massimizzare il campo S.
Questa parte della messa a punto, in base al
principio di reciprocità fra antenne trasmittenti e riceventi, si può effettuare
anche più comodamente in ricezione, una volta sintonizzata un'emissione
appropriata (3), oppure basandosi sul rumore di fondo. Agire su
s1 per il massimo campo irradiato (se in
trasmissione, impiegando un misuratore di campo) (4), o per il
massimo segnale ricevuto, se il ricezione (basandosi sull'indicazione dell'
S-meter ) (5). Eccettuato il caso in cui si voglia limitare
l’utilizzo dell’antenna al solo ascolto (SWL), ritengo comunque la prova di trasmissione indispensabile
; ho trovato infatti piuttosto difficile individuare, agendo esclusivamente in
ricezione, il punto esatto di presa (6).
Questa procedura può essere successivamente
ripetuta per le altre bande da coprire, determinando per i nuovi valori di f
ulteriori ascisse s1,
cioè le distanze delle ulteriori prese lungo l'avvolgimento ; queste potranno
essere commutate per le varie bande, sia agendo in loco tramite commutatori
rotativi, che mediante relais, eventualmente telecomandati dal posto operativo
(stazione).
Se l’avvolgimento è cilindrico, suggerisco
di ricercare i valori di s1 in
modo che siano circa inversamente proporzionali al valore della frequenza
desiderata (7) ; questo avendo appunto osservato (14/05/2003) tale proporzionalità inversa tra le ascisse delle prese
e le frequenze operative ; ad esempio se
la presa dei 14 MHz fosse alla 5.a spira, la presa dei 7 MHz (= 14/2) si
troverà intorno alla 10.a (5.2),
quella dei 3,5 MHz (= 7/2) intorno alla 20.a
(10.2).
NOTE
:
(1) A seconda degli
ostacoli circostanti, nel luogo ove si effettua la taratura, la frequenza
sperimentalmente trovata sarà più o meno spostata verso il basso, rispetto a
quella che si avrebbe all’aperto, con le stesse regolazioni.
(2) Per evitare ecatombi di
filo ben isolato e di buona sezione, ho ricercato i punti ove effettuare le
prese mediante spilli metallici (sic !!) conficcati nella guaina del conduttore
costituente l'avvolgimento sino a stabilire un provvisorio contatto ; cosa
abbastanza tranquilla qualora si effettuino le tarature in sola in ricezione !
Unico accorgimento da adottare : dopo la conclusione delle prove, siliconare
bene il rivestimento dell'avvolgimento, otturando con cura i forellini
corrispondenti alle prese scartate, come pure le fessure nella guaina in
corrispondenza delle prese realizzate, perché possibili punti d'ingresso di
umidità che porta la corrosione, la quale si estende poi rapidamente a tutto
l'avvolgimento !
(3) Una emissione che sia
di durata prolungata nel tempo, di intensità abbastanza costante, ad es. stazioni
che operano o fanno chiamata con continuità, come durante un contest, qualche
broadcasting,
(4) Altri mezzi, semplici
ma efficaci, per un’indicazione almeno relativa dell’intensità di campo, vedi
paragrafi successivi (IEKAntenna_6.htm) - Tnx also I2BWK.
(5) In un secondo momento si potrà affinare
ulteriormente la taratura utilizzando segnali deboli e lontani, anche ad
orecchio (sic !) qualora l'indicazione dell' S-meter fosse, in questo caso,
insufficiente e quindi non abbastanza precisa nel rilevare anche minime
variazioni.
Una curiosa esperienza
fatta a tal proposito è la seguente: quando l'antenna è bene a punto, ho notato
che in ricezione accostando le mani sino a sfiorare, senza toccarlo, uno
dei due cilindri dell'antenna (ripeto, in ricezione !) formando
così come una capacità (aumentando il prodotto LC e dunque riducendo f0=1/2p (LC)1/2) il segnale ricevuto si affievolisce
; quando invece non lo fosse, nel senso che occorra ancora aggiungere
delle spire all'avvolgimento (L insufficiente), allora il segnale ricevuto
tende ad aumentare. Nel primo caso (antenna a punto) l'effetto dato dalla
presenza di un corpo estraneo (la mano) è di prevalente dispersione, si sottrae
cioè energia ad un sistema già di per sé massimizzato ; nel secondo (antenna
non a punto) prevale il contributo dato alla captazione del segnale, conferendo
un ulteriore apporto di energia ad un sistema che non è ancora in grado di
autonomamente attingervi nella misura massima.
(6) Mi pare che l' optimum
trovato in ricezione possa non coincidere con quello in trasmissione ; forse
occorre considerare possibili lievi differenze nell'adattamento d'impedenza tra
la parte ricevente e quella trasmittente dell'apparato ; lo stesso problema
credo si ripresenti impiegando linee valvolari (con tx ed rx
separati), o come nel mio caso, un ricevitore valvolare affiancato.
(7) Facilmente spiegabile ove si consideri che la frequenza
di risonanza di un circuito LC è
data da
n = 1/2p (LC)1/2
mentre L è proporzionale al
quadrato del numero delle spire, cioè ad N2
; quindi al raddoppio di N
quadruplica L mentre la frequenza n si dimezza.