San Biase di Campobasso
807 m slm - 360 abitanti - 12 Kmq
Cenni
Storici
Il suo nome,
dal latino curiale �Sancti
Blasi�, deriva probabilmente da
qualche romitorio, dedicato a San Biagio Vescovo Armeno, che fu il nucleo
iniziale del villaggio. L'ipotesi pi� verosimile � che San Biase abbia avuto
origine da una colonia Serbo-Dalmata. Al tempo degli Svevi fu
probabilmente feudo dei Conti di Aquini, famiglia potentissima,
della quale si tracciano i ragguagli storici nella monografia Di
Rotello. All'inizio della dominazione Angioina, San Biase fu feudo
della famiglia Santangelo, il cui dominio cess� con la morte di Simone Santangelo il quale aveva dovuto sostenere una
lite con tale Adenulfo Balsano, monaco ospedaliero cassinese.
Nel 1326 troviamo menzionato un
certo Alibamonte
di San Biase tra i cavalieri al seguito del Duca di Calabria. Nel
1382 San Biase era gi� feudo di Niccol� di Sangro. Nel 1443 ne
fu titolare Paolo di Sangro; lo stesso don� nel 1450 il feudo al
germano Prinzivalle, il quale ne f� privato da Re Ferrando
II Aragonese. Re Ferrando con diploma del 9 febbraio 1496,
assegnava San Biase in feudo alla Citt� di Isernia.Tuttavia
non si trattava di una donazione, ma di un regalo di un paio di annualit�
di rendita del feudo stesso, poich� nel 1498 San Biase era intestato ai Carafa di
Forl�. Successivamente San Biase divenne feudo della
famiglia De Blasiis, che alcuni vogliono originaria di San
Biase altri di Trivento, in realt� essa dimorava a Campobasso. Della
famiglia De Blasiis citiamo Domenico
che govern� il feudo dal 1540 al 1559, Carlo, la cui unica figlia spos� Diego De Varanis,
governatore di Trivento, con l�obbligo di assumere il cognome di
lei onde il motto: �
Excisa non avulsa� che dall�epoca di tale patto, contorn� lo
scudo baronale ad indicare che la
stirpe continuava. Ultimo feudatario fu Prosdocimo de Blasiis dal quale
il feudo pass� in testa alla famiglia lucernina Scoppa de Blasiis.
Lettera del Sindaco dell�epoca all�Intendente di Finanza di Campobasso, sullo stato di cose e sulle condizioni di vita dei suoi cittadini (San Biase, 1811).
Il paese � situato in una vallata ed alle falde di un monte, che lo sovrasta a Sud-est. Negli altri lati l�orizzonte � scoverto. L�aria � piuttosto buona. Le malattie sono rare, e non si sentono mali epidemici, che nei mesi di Luglio, ed Agosto, tempo in cui ritornando dalla Puglia i cittadini, che vi vanno a mietere il grano ne riportano delle infermit� pericolose.
Le
strade interne sono mediocri, e le esterne generalmente cattive. Sono per�
suscettibili d�accomodo, essendo esse non lamose, ma fancose, e cretose. In
tutto il tenimento non vi � che un solo ponte di legno sul vallone della
fontana nuova, il quale per reggere ha bisogno di un muraglione di pietra, in
distanza di quindici passi al di sotto di esso, acci� possa far argine all�alluvione,
e
trattenere i materiali che essa trasporta. La spesa non eccede i docati 20.
Le
acque sono abbondanti, e buone, due fontane per� contigue all�abitato ne
somministrano tutto il comodo alla popolazione. Una di essa detta �la fonte
vecchia� � in buono stato. L�altra p� detta �della valle�, che �
la pi� abbondante, e la pi� utile ha bisogno di essere riattata anche nel
corso dell�acqua, essendosi parte di essa dispersa per la rottura de�
canali, ed unendosi ad essa l�acqua del vicino luogo detto �la fontana di
S.Giuseppe� si avrebbe un volume d�acqua grandissimo. La spesa non pu�
essere minore di docati 50.
La
comune non ha casa propria, si tiene affittata una stanza per la riunione del
decuriorato, e l�archivio si conserva in casa del Sindaco.
Nella
Comune vi � una sola Chiesa, che � la Matrice, che soffr� molto nel
terremoto del 1805, e che ora si cerca riattare con le oblazioni. Fuori
dall� abitato vi � una chiesetta sotto il titolo di San Biase, la quale si
apre nella festivit� di detto Santo, e ne� Venerdi di Maggio. Dentro di
essa vi sono anche delle sepolture,
delle quali si fa uso finch� non sar� costruito un cimitero fuori dell�abitato,
giacch� quello, che vi era stato abbattuto da una lama, ed � quindi
incapace di essere riattato. Non vi
sono altre chiese, n� vi sono luoghi Pii Laicali di sorta alcuna.
Il
paese per quanto si ha notizia degli abitanti � stato sempre dominato da
Baroni. Prima apparteneva alla famiglia Carafa, dalla quale pass� alla
famiglia De Blasiis. La popolazione � composta di mille cento
ottentotto(1188) anime. Essa � laboriosa, ed � attualmente tranquilla,
ed � attaccata al buon ordine, essendo stata spurgata di pochi cervelli
torbidi, che si fecero sentire nelle vicende del passato brigantaggio e che
oggi pi� non esistono. Gli abitanti sono agricoli, e parte di essi sono
anche pastori. Questi vanno ad esercitare il loro mestiere alla Puglia, e
gli agricoltori faticano nella Patria, recandosi in Puglia soltanto nel tempo
delle messe. Le arti che vi si esercitano sono quelle di prima necessit�,
cio� Muratori, Calzolai, Falegnami, e manca quella di Ferraro.
Vi �
un medico, ed un Chirurgo, ed uno Speziale di Medicina. Vi sono quattro
sacerdoti inclusivi il Parroco bastantemente sufficienti ed idonei per il loro
officio,e di buona morale. Vi � un solo Proietto dell�et� di anni sette, che continua a tenersi dalla donna, che gli diede il latte.
Il
maestro di scuola � in attivit� nei
soli mesi d'Inverno, e di Primavera, giacch� nell�est�, ed in autunno i
ragazzi sono sempre occupati alla campagna, e vien pagato per rata di tempo.
Maestra non ve n�� affatto, e per mancanza del soggetto istruttore, e per
difetto di alunne. Il comandante Civico non ha gradi militari, ed � un
semplice officiale di
corrispondenza.
I conti
della Legione del 1809 furono rimessi al Sotto Intendente di Isernia, che ne
fece richiesta.
L�estenzione
dell�intero territorio � di tremila tomoli, e quattrocento, de quali
circa cento tomoli sono situati in pianura, il di pi� � scosceso, e
montuoso. Tomoli trecento ne sono boscosi, circa seicento sono vigneti,
altrettanti sono lamosi, sassosi, ed incoltivabili, il resto �
seminatorio. Il terreno � in parte cretoso, in parte argilloso, poca
parte tufaceo, e generalmente sterile. Vi sono degli albori da frutta in
poca quantit� le pi� comuni, e triviali.
Nell�intero
tenimento vi pascolano circa mille pecore, e capre de� cittadini, e circa
dodici animali vaccini inclusi gli aratori. Vi sono circa venti asini, ed
una quarantina di porci.
Da
visitare
Il Centro
Storico; Borgo Croce con la croce celtica del XVI
secolo; i ruderi della chiesa di San Biagio Vescovo e Martire
secolo XVI, la Cappelletta di
Santa Pia Vergine e Martire.
Tradizioni
Il 2 e 3 Febbraio si svolge la tradizionale sagra della �Morra�. Unzione della gola, e
distribuzione delle �pagnotte� benedette di San Biagio.
Il 16 agosto
sagra delle Sagne alla z� F�lm�n�.
Ultimo venerd� di maggio Fiera popolare.
13 settembre antica fiera del bestiame di Santa Pia.
22 ottobre fiera autunnale di genere diverso.
Ricettivit�
scarsa per alloggiamento
notturno. Durante tutto l�anno � aperto un �Agro Turismo� in localit�
La Torre, sulla dorsale che mena
al territorio di Trivento
a circa 2 Km a nord dell�abitato.
Distanze | |
da Campobasso | Km 25 |
da Isernia | Km 55 |
da Napoli | Km 170 |
da Roma | Km 240 |
Sagne alla z� F�lm�n�
Questa pasta tipica di molti paesi del Molise (che non ha niente in comune con la lasagna) era una volta preparata a base di farina di saragolla (onde il detto proverbiale: pane di Carosella e sagne di Saragolla). Le sagne condite al sugo di carne (maiale, agnello e gallo ruspante), vanno tagliate spesse.
Come si
preparano:
Disponete "a fontana" la farina sulla spianatoia ed aggiungete le uova e l�acqua. Lavorate a lungo l�impasto fino ad ottenere un panetto ben sodo. Stendetelo con il matterello fino a formare una sfoglia di spessore non sottile. Lasciatela asciugare per circa mezz�ora. Piegatela su se stessa due volte, in modo di avere quattro sfoglie sovrapposte e tagliate da un bordo per una larghezza di piu di mezzo centimetro.
Patate e testine d�agnello sotto la coppa
Al povero pastore o contadino che vendeva al macello l�agnello o il capretto non
restava che la testa, rifiutata dai signori. Essa era percio� utilizzata
per preparare un pasto molto saporito e nutritivo, cotto alla brace con le
patate. In mancanza del camino, la pietanza pu� essere cotta al forno,
meglio quello a legna o � ancora meglio, cercata negli agriturismi.
Ingredienti:
1 Kk di patate
(semifarinose di San Biase ),
Come si prepara:
Sbucciate e tagliate le
patate a spicchi ed unite le testine d�agnello ben lavate aperte a met�
in un �ruoto�. Cospargete il tutto di
sale, origano, olio, aglio e
mollica di pane. Dopo averle fatte cuocere per un�ora e un quarto sotto la �coppa�
di ferro ricoperta di brace (cenere e carboni roventi),
servirle ben calde. Ad un piatto cos� saporito � bene accostare un vino
rosso invecchiato.
Tarallini
Nasprati
Erano
biscotti preparati e serviti in occasione della mostra della dote della
sposa o per il giorno del battesimo e della prima comunione.
Ingredienti
per l�impasto:
10 uova intere, 1,5 kg. di farina di grano tenero tipo
�00�, 700 gr. di zucchero, 100 gr. di latte intero, 150 gr. di sugna,
100 gr. di olio extravergine di oliva, una buccia di limone grattugiata, una bustina di lievito in polvere.
Ingredienti
per il
Naspro:
700 gr. di zucchero, � bicchiere di acqua.
Come
si prepara:
Impastate la farina aggiungendo le uova, lo zucchero, la sugna (tenuta a temperatura ambiente), l�olio, il limone grattugiato ed il lievito diluito nel latte. Lavorate bene l�impasto fino a consistenza non molto dura, indi distaccate un pezzo per formare dei rotolini lunghi circa 10 centimetri e dello spessore di un dito. Unite le due estremit� ad anello e cuocete in forno a temperatura di 200� C per 15-20 minuti.
A parte preparate il naspro, sciogliendo lo zucchero
nell�acqua fino ad ottenere una soluzione trasparente.
Bagnate i tarallini appena cotti, uno alla volta, in questa soluzione e
fateli asciugare su una gratella.
MAITINATA
di SAN
BIASE
Appartiene
al vasto filone delle �Maitinate � e viene eseguita SOLO a San
Biase la notte di San Silvestro da pochi cantori accompagnati da un organetto, che girano di casa
in casa indirizzando strofe augurali.
N�nzo�
mnut
a�
la prima
chiamata |
Non
sono venuto alla prima chiamata
|
ma
so�
mnut� a� la seconda
r'sposcta |
ma
son venuto alla seconda risposta |
e
so� mnut a� la presenza
vosctra |
sono
venuto alla presenza vostra |
per
veder che
cosa voi
mi comandascte |
per vedere che cosa voi mi comandate |
In
mezzo al
mare ci
scta� �na
colonna |
In
mezzo al mare c�� una colonna |
ch�
quattordc� notar a
ttavolino |
con
quattordici notai
a tavolino |
quattordc� notar a
ttavolino |
quattordici notai a tavolino |
p�
scrivere le bellezze d�una
donna |
per
scrivere le bellezze d�una donna |
Fiore
di ginestra
fiore di
ginestra |
Fiore
di ginestra fiore di ginestra |
ch� sctie� �ffacciat�
�ncopp� a
�ssa fnesctr� |
che
stai affacciata sopra la finestra |
e mammet� n� nd� marit� apposct� |
tua
madre non ti marita |
p� nn� leva� ss� fior
da� la
fnesctr� |
per
non togliere questo fiore dalla finestra |
Suc� d� mlangella
prezijos� |
Succo
di limoncella preziosa |
tu sie� ccalat� da l� paradis� |
tu
sei discesa dal paradiso |
beat� a
cchi t� piglj�
e cchi
t� spos� |
beato
chi ti prende e ti sposa |
baet� a cchi z� god� ss� bel
vis� |
beato
chi si gode quel bel viso |
Ji� quand� pass�
qua pass� cantann� |
Io
quando passo qui passo cantando |
lassatm� cant�
ch�allegro sono |
lasciatemi
cantare che allegro sono |
lassatm�
cant�
ch�allegro
sono |
lasciatemi
cantare che allegro sono |
ho
ffatto pace
con la
mia dama |
ho
fatto pace con la mia dama |
Tu
sie� l� cardllucc�
ch�
all'alb� cant� |
Sei il
cardellino che canta all�alba |
tu sie� cceninn�
e n' �npu�
f�
l�amor� |
sei
piccolino e non puoi fare l�amore |
ma
quand� arriveremo
all �ienn� ajual� |
per�
quando arriverai alla mia et� |
allora tu
saprai cos��
l�amore |
allora
tu saprai cos�� l�amore |
A
giorni ricevete
una lettera |
A giorni riceverete una lettera |
di
gioia allegria e contentezza |
di
gioia allegria e contentezza |
volevo
ritornar non ho potuto |
avrei
voluto ritornare,
non ho potuto |
so� sctat� a l� caten� �ncatenat |
sono
stato molto impegnato |
Alzando
l�occhij al cielo vedo
una tazza |
Se
alzo gli occhi al cielo vedo una tazza |
ch�
dentr� una
rintrecciata treccia |
con
dentro una treccia |
ch�
dentr� una
rintrecciata treccia |
con
dentro una treccia |
sar�
la
treccia
della mia
ragazza |
sar�
quella della mia ragazza |
|
|
C�
iavete l�occhio
de� la penta
serpa |
Avete l�occhio del serpente Saettone |
l�amante l�attirat�
� ccalamit� |
l�amante
lo attirate con la calamita |
facet� ferm�
la lun� e
ppoi le sctelle |
fate
fermare il firmamento |
se
voi cercate
l�amante io
s�
quello |
se
cercate un amante quello sono io |
Facet�
ferma� l� sol�
e poi
la luna |
fate
fermare il sole e anche la
luna |
se voi cercate l�amante ji� s� un� |
se
cercate l�amante io sono uno |
Tutti
ti dicono bella
e bella
sei |
Tutti
ti dicono bella
e bella
sei |
pi�
bella di te non
l�ho veduta
mai |
pi�
bella di te
non l�ho
veduta mai |
pi�
bella di te non
l�ho veduta
mai |
pi�
bella di te non
l�ho veduta
mai |
se
tu mi
lasceresti io
morirei |
se
tu mi
lasciassi io morirei |
Ss�
r�ccilill� �mbront� �ngannellat� |
Questi
riccioli sulla fronte
a boccoli |
semp� annienz� all�uocchij�
l� p�rtat� |
li
portate sempre d�avanti gli occhi |
E
quand� a� la matin� l�
�ntrecciat� |
E quando il mattino fate le trecce |
dentr�a�
�na conca d�or� l�aff�nnat� |
dentro
una bacinella d�oro li immergete |
La
ggevanett� ch�
arefa� l� liett� |
La
giovanetta che rif� il letto |
ch�
l� lacr�m �mbonn� l� chepert� |
con
le lagrime bagna le coperte |
ch�
l� s�spir� �mbonn
l� lenzol� |
con
il sospiro bagna le lenzuola |
n�
�nso� cchiu� carncell�
da scta�
sol� |
non
sono piu carni da stare sole |
n�
�nso� cchiu� carncell� da scta� sol� |
non
sono piu carni da stare sole |
c�
vo� n� jivnott�
ch� l� quenzol� |
ci
vuole un giovanotto che la consola |
E
tu rondinell
ch� piess� l�
mar� |
Rondinella che attraversi
il mare |
fermt�
ca� t�eja
dic� �na
parol� |
fermati,
devo dirti una parola |
e
dammi una penna del tuo volo |
dammi
una tua penna
|
ch�eja scriv� �na letter� all�amor |
per
scrivere una lettera all� amore |
Bbella
figliol� che
sctai a la
finestra |
Bella
figlia che stai alla finestra |
aviss�
visct� n�
ggiovn� passa� |
hai
visto passare un giovane? |
aviss�
visct� ch� port� a l�
dit� |
hai
visto cosa porta al dito? |
port� l�aniell� dor� p� la zit� |
Porta un anello d�oro per la sposa |
Jiesc�
serpa ner� da� ssa�
fratta |
Serpente
nero esci da
quella siepe |
�ca
ji d� te n� �ntieng� cchiu�
paur� |
perch�
di te non ho pi�
paura |
tu tie� n� basctngill� d� sammuc� |
tu
hai un bastone di
Sambuco |
ma ji l� tieng� a corn� d� crapa |
ma
io lo tengo a
corna di
capra |
Dent�
a �scta� cas� sctann� dd�
figliol� un�
� c�nenn� ma un�
gi� f�
l�amor� d'c�t�
a mamm� ca� z�
spi�� ambr�sc� n� �nf�
m�r�
l�amant� disperat� |
In
questa casa
vi sono due belle
ragazze una
�
piccola ma una ha gi� il
fidanzato dite alla mamma di sbrigarsi non faccia morire l�amante disperato |
Tutto il materiale utilizzato in questa pagina � stato gentilmente fornito dal Sindaco Achille Porfirio