In queste pagine saranno riportate le
norme che disciplinano le radiocomunicazioni alternative di emergenza con particolare
riguardo alle differenze sostanziali esistenti tra i radioamatori che fanno parte dell'ARI
e gli altri. Non tutti i radioamatori sono infatti autorizzati a svolgere traffico di
protezione civile per conto terzi se non espressamente autorizzati, rimanendo sempre
valida la norma generale dettata dall'articolo 330 del codice postale che stabilisce
rigidamente i contenuti dei dialoghi scambiati via radio. Inoltre l'esistenza stessa di
un'organizzazione diffusa a livello nazionale con svariate centinaia di operatori radio
addestrati ad operare in situazioni di emergenza mal si coniuga con il desiderio
irrefrenabile che hanno certi radioamatori non iscritti all'ARI di voler a tutti i costi
prestare la loro opera nell'azione di soccorso. Non � pi� il momento di ignorare che
viste le attuali norme legislative sul volontariato di protezione civile, vista la
presenza costante dal 1983 dell'ARI nella rete nazionale alternativa di emergenza, e visto
il costante e preoccupante aumento di associazioni e gruppi di volontariato che
sostituendosi ai CB si iscrivono nelle liste del Dipartimento con lo scopo di svolgere
servizi radio tramite radioamatori esterni alle reti radio previste nei piani provinciali
di protezione civile, ci si trova ormai nella condizione di dover operare esclusivamente
con i propri operatori radio, risultando del tutto superata la vecchia concezione che
tanto "siamo tutti radioamatori". Anche i volontari della Croce Rossa sono
soccorritori come quelli delle Misericordie o delle Pubbliche Assistenze, ma non per
questo operano insieme. Sono infatti diversi gli addestramenti e le modalit� di
intervento. Perch� allora tra radioamatori ci si stupisce di questo modo di operare? Che
senso ha fare continue esercitazioni se poi intervengono radioamatori che nulla hanno a
che fare con la protezione civile? Che senso ha assicurare gli operatori che intervengono
(come da disposizioni del Dipartimento P.C.) purch� ovviamente iscritti all'ARI, se poi
ci si trova a lavorare con radioamatori non iscritti? Non � tecnicamente possibile, visto
che il responsabile ARI di un C.O.M.non pu� essere certo responsabile di quello che fanno
radioamatori esterni all'ARI, sconosciuti, senza nessun addestramento specifico, ma che se
operano alle dipendenze della rete ARI potrebbero poi avanzare pretese di risarcimento
danni a chi li ha incautamente impiegati. L'assicurazione per le attivit� in emergenza
garantisce esclusivamente i soci ARI, e mi sembra improponibile gestire uomini e mezzi di
altre associazioni. Visto che il volontariato non organizzato, cio� il singolo che si
presenta al di fuori di qualsiasi organizzazione, � ormai bandito da ogni attivit� di
protezione civile, in quanto fonte solo di problemi, resta da pianificare il lavoro svolto
dalle associazioni o gruppi di radioamatori che non siano dell'ARI. Tralasciando il
problema dell'iscrizione o meno alle liste del Dipartimento, cosa che avviene quasi
d'ufficio (serve solo il nulla-osta della prefettura territorialmente competente), si
verificano spesso delle forzature dovute al confondere detta iscrizione con
un'autorizzazione all'utilizzo di apparati radioamatoriali per scopi diversi dal
consentito. L'iscrizione al Dipartimento permette solo il riconoscimento dell'associazione
o gruppo di volontariato come entit� utilizzabile per compiti di protezione civile, e
permette di usufruire dei benefici previsti sia in emergenza che in caso di simulazione.
Con l'esclusione dell'ARI, che vedremo dalla lettura dei documenti presenti in queste
pagine � l'unica autorizzata ad operare dalle prefetture, tutte le altre realt�
utilizzanti radioamatori sono formate da piccoli gruppi operanti in ambito locale che
effettuano comunicazioni radio analoghe a quelle svolte dai CB, generalmente a supporto di
attivit� di tipo diverso (pattugliamento, antincendio, vigilanza traffico). Nel ribadire
che sta alle singole Sezioni organizzare gli eventuali servizi radio alternativi di
emergenza secondo quelle che sono le linee guida previste dai piani provinciali di
protezione civile, non si deve dimenticare che tutta la normativa radioamatoriale in
vigore (dalle norme ITU al codice postale) prevede l'utilizzo dei nostri apparati solo per
disastri e solo in caso di interruzione dei normali sistemi di telecomunicazione. Mal si
addice l'utilizzo delle nostre frequenze per gruppi di volontari di P.C. che pattugliano
il territorio e si tengono in contatto tra loro o con la loro base: Si tratta tipicamente
di un "traffico per conto terzi" vietato ai radioamatori! Ben diversa la
situazione se i "pattugliatori" fanno capo al COM oppure al CCS (Centro
Coordinamento Soccorsi) della prefettura. In quest'ultimo caso, e limitatamente alle
emergenze dichiarate tali dal prefetto, in virt� delle autorizzazioni concesse sono
possibili comunicazioni radio diverse da quanto previsto dall'articolo 330 del codice
postale, limitatamente alle maglie radio che il Ministero delle Comunicazioni ed il
Ministero dell'Interno hanno regolamentato. I documenti presenti in queste pagine indicano
chiaramente che solo con l'ARI ci sono accordi e circolari che disciplinano la materia,
nulla essendo previsto per altre associazioni o gruppi. Qualsiasi impiego di stazioni di
radioamatore per compiti di soccorso avviene altrimenti solo su richiesta dell'Autorit�
postale e non su iniziativa del singolo radioamatore. Ma di queste norme, in nome
dell'emergenza, molti fanno finta di non conoscerne l'esistenza, ed assistiamo al
proliferare di gruppi che invece di operare sui 27 Mhz o meglio sui 43 Mhz, grazie alla
presenza di qualche radioamatore finiscono per operare sulle frequenze radioamatoriali,
disturbando le comunicazioni svolte dai COM e dai CCS. In quest'anarchia dell'etere,
essendo difficile se non impossibile il controllo da parte dell'Autorit� postale,
piuttosto restia ad intervenire in questi casi, la soluzione pi� semplice da adottare �
proprio quella di "fare quadrato". Impiegare cio� solo gli operatori ARI,
conformemente a quanto previsto, e coprire tutte le richieste di servizi radio.
L'eventuale presenza di disturbi causati da trasmissioni di tipo diverso, va segnalata
alla polizia postale direttamente dal responsabile del CCS della prefettura. Non va mai
dimenticato che poich� l'ARI Radiocomunicazioni Emergenza � diffusa a livello nazionale,
gli operatori disponibili non sono quelli della propria sezione, ma potenzialmente tutti
gli iscritti ARI R.E. d'Italia.